In Croazia dilaga il clima d’intolleranza

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In Croazia dilaga il clima d’intolleranza

POLA | “In Croazia il clima di odio, violenza e intolleranza dilaga e preoccupa, ma la cosa più grave è che sono le parole e le gesta dei vertici dello Stato ad alimentarlo”. Lo sostengono i leader delle due formazioni politiche perno della coalizione di Amsterdam (Dieta Democratica Istriana e GLAS), Boris Miletić e Anka Mrak Taritaš, incontratisi ieri a Pola per discutere dei prossimi passi da compiere in vista delle elezioni europee. I presidenti dei due partiti non hanno potuto non soffermarsi sul tema dell’odio dilagante nel Paese. Un problema che – ha osservato Miletić – preoccupa pure il presidente dell’ALDE, il gruppo europeista e liberale guidato dal belga Guy Verhosfartdt di cui la DDI e il GLAS sono parte integrante. A tale proposito, il leader del primo partito istriano ha sottolineato che soltanto nelle ultime settimane, in Croazia, siamo stati testimoni di una serie di episodi e incidenti. Primo fra tutti quello che ha visto quale protagonista il figlio del parlamentare dell’Accadizeta Josip Đakić, la cui vergognosa pubblicazione sui social media è stata punita con un semplice ammonimento, mentre il ragazzo che ha imbrattato il busto dedicato a Franjo Tuđman dovrà scontare una pena detentiva. “Questi sono i criteri seguiti dalla giustizia croata, ovvero due pesi e due misure” ha commentato Miletić, che nel prosieguo del suo discorso ha ricordato che il presidente del Sabor, Gordan Jandroković, continua a rifiutarsi di portare in Parlamento la proposta di modifiche al Codice penale presentata proprio dalla DDI. Modifiche che andrebbero a inasprire le pene per chi fomenta odio, violenza e intolleranza.

Giornalisti sotto tiro

Il presidente della Dieta Democratica Istriana ha successivamente parlato di media e delle numerose cause intentante contro i giornalisti. “Sembra di essere tornati ai primi anni ‘90, quando dalle edicole venivano ritirate intere edizioni di giornali a causa di un solo titolo o testo”, ha evidenziato Miletić, aggiungendo che oggi siamo arrivati al punto che anche la satira non è più permessa. Come se non bastasse, secondo il leader del partito regionalista, preoccupa anche il fatto che gli insulti, le parolacce, le bestemmie e addirittura le risse siano ormai una costante alle sedute del Sabor, trasformatosi – secondo il dietino – in qualcosa di peggio di un pollaio. In conclusione, Miletić ha dichiarato che “purtroppo, la violenza, lo sciovinismo e l’odio sono ormai un brand tutto croato.

Un motivo d’orgoglio

“Per questo motivo sono orgoglioso della coalizione tra la DDI, il GLAS e l’HSS, fondata su valori quali la multiculturalità, la tolleranza, la convivenza e il rispetto reciproco”, ha sottolineato Boris Miletić, aggiungendo che il compito della coalizione sarà quello di ridare ai cittadini la fiducia nelle istituzioni. “Desideriamo un Paese in cui i cittadini possano vivere senza paura e dove i loro diritti non vengano calpestati”, ha concluso il leader istriano.

Possiamo opporci all’HDZ

La parola è stata poi ceduta alla rappresentante del GLAS, che ha esordito dicendo che il compito della coalizione di Amsterdam sarà quello di mostrare ai cittadini come dovrebbe essere la Croazia: non un Paese che guarda indietro, ma un Paese dove tutti possano sentirsi accettati. “Il nostro primo test saranno le elezioni europee”, ha continuato Anka Mrak Taritaš, la quale ha sottolineato che stando ai sondaggi la coalizione ha già oggi l’appoggio del 12,5 per cento degli elettori. “Abbiamo i numeri per poterci opporre all’Accadizeta”, ha ribadito, aggiungendo che la coalizione di Amsterdam si batterà affinché i valori della convivenza e della tolleranza possano espandersi dall’Istria a tutta la Croazia.
Anka Mrak Taritaš ha poi commentato anche la situazione in cui versa il Gruppo Uljanik, abbandonato a sé stesso dal governo, che, secondo la leader del GLAS, dovrebbe dire a chiare lettere se intenda o meno salvare i cantieri navali. Se la risposta dovesse essere negativa, il governo dovrebbe allora chiudere le Facoltà d’ingegneria, poiché è inutile spendere soldi per istruire tanti giovani che saranno poi costretti a emigrare all’estero.

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