«Il valore dell’autonomia di iniziativa della CIDA»

Il presidente della CI «Dante Alighieri» di Isola, Michele Fatigato, ha scritto al presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul

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«Il valore dell’autonomia di iniziativa della CIDA»
Una veduta di Isola

Il presidente della Comunità degli Italiani “Dante Alighieri” (CIDA) di Isola, Michele Fatigato, ha inviato una lettera al presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, in risposta alla sua missiva indirizzata, oltre che al presidente Fatigato, anche al consigliere della Consulta dell’UI registrata in Slovenia, Jan Pulin e ai vertici dell’Assemblea e della Giunta dell’UI.
“Non intendo essere trascinato in una polemica senza senso alcuno, che produce solo danni alla CNI, ma solo riaffermare il valore dell’autonomia di iniziativa delle Comunità degli Italiani e, nello specifico della CIDA, che non può essere sottoposta a presunti vagli di legittimità da parte di esterni alla Comunità stessa, fossero anche alti Dirigenti dell’Unione Italiana”, ha affermato Michele Fatigato nell’e-mail di accompagnamento alla missiva rivolta a Tremul e inviata pure per conoscenza al Presidente della Giunta Esecutiva dell’UI, Marin Corva e a quello dell’Assemblea UI, Paolo Demarin. Riportiamo di seguito il contenuto integrale della lettera rivolta al presidente dell’UI, firmata da Michele Fatigato.
“Egregio sig. Presidente della UI – si legge nella missiva –, non abituato a trasmettere agli organi di stampa lettere e/o note che riguardano persone, con le quali, per obbligo istituzionale dovrei collaborare, prima che essi le leggano, Le rispondo in merito alla nota che Ella, viceversa, ha inviato a me, ai Presidenti in indirizzo, ai vice-Presidenti delle medesime Entità e agli organi di stampa, trasmettendo, la presente solo agli indirizzi in epigrafe.
Parto, se Ella me lo consente – visto l’atteggiamento non vagamente inquisitorio della Sua – dalla critica in merito al Suo inserimento tra gli indirizzati per conoscenza, che a Suo dire, esplicita la concezione dei rapporti istituzionali con l’organizzatore madre a cui la CI “Dante Alighieri” di Isola, che lei è stato chiamato a rappresentare, è associata conformemente ai propri atti interni.
Le rispondo semplicemente, che, per prassi normale, gli indirizzi prioritari sono quelli ai quali si invia la posta, perché i soggetti compiano azioni riferite all’oggetto della lettera, mentre vengono posti in conoscenza i soggetti che, pur non dovendo compiere alcuna azione, vengono ritenuti, dal mittente, per rispetto, opportunamente, da informare.
Questa era la condizione della missiva, da me inviata, per il tramite della segreteria. Mi limiterò a questo richiamo all’ovvia prassi, poiché Ella possa interrogarsi su quale concezione dei rapporti istituzionali vuole avere con le Comunità che dell’Unione Italiana fanno parte e ne costituiscono, aldilà di chi, pro tempore, le rappresenta, il cuore pulsante e vivo della CNI.
In merito al primo appunto (Registro un ritardo di trasmissione della Delibera in oggetto di ben 3 mesi e mezzo da quando è stata accolta. Fatto questo singolare: le sarò pertanto grato se vorrà argomentare i motivi di questo ritardo), in primo luogo Le ribadisco che alla sua “insolita” missiva rispondo solo e soltanto per il rispetto dovuto alla Sua carica istituzionale, poiché il suo invito ad argomentare a Lei qualsivoglia atto compiuto dalla Comunità Dante Alighieri di Isola non ha alcun elemento giuridico di supporto.
Come Ella saprà nella stessa data in cui venne assunta la Delibera di cui si tratta (17 aprile 2024), il Consiglio Direttivo decise, come successivo punto all’o.d.g. lo scioglimento anticipato del Consiglio Direttivo della CIDA.
Credo che Ella concorderà con me che l’avvio del nuovo Consiglio Direttivo eletto il 16 giugno c.a. ed entrato in carica il successivo 21 giugno, giustifichino il fatto che lo scrivente abbia potuto trasmettere al Presidente Demarin e alle Alte Cariche dell’Unione Italiana la delibera de qua, solo nei giorni scorsi.
In relazione al suo invito (Cortesemente vi chiedo di trasmettermi, inoltre, copia dell’invito e del Verbale della VIII riunione del vostro Consiglio Direttivo del 17 aprile c.a., ai sensi e per gli effetti dell’articolo 1, comma 4, della Legge sulle associazioni vigente in Slovenia (ZDru-1-UPB2; UL RS N˚ 24/2011), devo purtroppo, proprio in ossequio alla norma da Lei citata, che si limita a sostenere che l’attività delle Associazioni è pubblica, denegare la possibilità da parte di questa Comunità di fornirle in copia gli atti richiesti, potendo Ella prenderne visione, tramite accesso agli Uffici di questa Comunità, previo appuntamento.
Non tocca a me, Presidente eletto ben dopo la delibera di cui trattasi, argomentare a difesa (e perché qualcuno dovrebbe difendersi di fronte a Lei?) delle proprie prese di posizione. È davvero strano che, in pieno regime democratico, Ella chieda a un Consigliere di motivare il perché assume le posizioni che egli ritiene in coscienza di voler assumere, arrivando a chiedere che il Consigliere Pulin rivolga le sue scuse, per le cose dette, nel pieno esercizio del suo mandato.
Tutte le Sue successive considerazioni, critiche, posizioni sono ugualmente, per il medesimo principio di inviolabile libertà d’espressione, del tutto legittime, sin quanto non invadono il campo della libertà altrui, come recitano le regole basilari del liberalismo democratico.
Colgo l’occasione, che vorrei sinceramente che Ella cogliesse, di comprendere che da parte del Consiglio Direttivo della CIDA da me presieduto, non vi è alcuna volontà precostituita di contrapposizione nei confronti di alcuno, men che meno nei confronti suoi, Presidente dell’Unione Italiana, nella quale ci riconosciamo pienamente”, conclude la lettera il presidente della CIDA, Michele Fatigato.

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