Il dovere storico della verità

Unione Italiana e ANVGD rendono omaggio alle vittime dei totalitarismi e dei nazionalismi e depongono una corona di fiori ai piedi del Monumento di Strugnano. A Bruttia ricordate Marija Medica e Lina Zacchigna

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Il dovere storico della verità

Una delegazione composta da Renzo Codarin, presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Maurizio Tremul, presidente dell’Unione Italiana, dal presidente dell’Assemblea dell’UI, Paolo Demarin e dal vicepresidente della Giunta esecutiva dell’UI, Marko Gregorič, accompagnati da Alessandro Centenaro, produttore del film “Red Land, Rosso Istria”, ha omaggiato le vittime dei totalitarismi e dei nazionalismi scontratisi nella prima metà del Secolo scorso con un percorso della Memoria. A questo fine, è stata deposta una corona di fiori ai piedi del Monumento di Strugnano, eretto a ricordo delle vittime del 19 marzo 1921, quando, per mano fascista, vennero uccisi i giovani innocenti connazionali, Renato Braico e Domenico Bartole, e vennero feriti Mario Braico, Ivan Bolčič e Francesco Hervatič.

La delegazione ha reso omaggio presso il Monumento di Strugnano

“Abbiamo voluto rendere omaggio a questi ragazzi che sono stati uccisi o feriti per rimarcare alcuni valori. Il 12 maggio 2013 facemmo un percorso della Memoria assieme alle varie Associazioni degli esuli visitando i monumenti delle vittime del fascismo e del comunismo. Oggi questo percorso riprende quell’idea della riconciliazione di allora. L’Unione Italiana condanna e continuerà a condannare tutti i totalitarismi e i crimini commessi nel nome di aberranti ideologie. Condanniamo anche gli odi e le contrapposizioni etniche, il linguaggio dell’odio, la falsificazione della storia, perché i nostri valori sono importanti. Si fondano sull’antifascismo, sulla democrazia e sulla libertà del pluralismo e dello Stato di diritto, dell’uguaglianza e del dialogo. Ci siamo sempre impegnati e continueremo a farlo a favore della collaborazione con gli amici esuli, con le altre minoranze della regione, come quella slovena in Italia. Il percorso di oggi non ha intendimento politico e volontà di strumentalizzare. Si tratta della testimonianza del rispetto e della commemorazione delle vittime delle violenze fasciste e nazifasciste avvenute in queste terre e in Europa. Il nostro è un messaggio di pace, di cristiano perdono e pentimento. Vogliamo che la memoria di questi avvenimenti possa contribuire alla crescita civile e culturale di un territorio storicamente plurale e bellissimo che vogliamo continui a essere tale”, ha dichiarato il presidente dell’UI, Maurizio Tremul.
“Noi esuli siamo stati vittime, prima dell’orrore nazifascista e poi di quello comunista. Il film che abbiamo contribuito a realizzare, ‘Red Land, Rosso Istria’, ricorda una tragedia che per anni non è stata ricordata, se non dai familiari di Norma Cossetto. Questo non implica il fatto di non voler condannare i crimini del fascismo e del nazifascismo. Siamo persone democratiche che credono nell’Europa”, ha dichiarato Renzo Codarin, presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. “Credo che sia un dovere essere qui, non si tratta di riparazione. È un atto sentito. Il film non è una pellicola contro qualcuno, bensì vuole raccontare per dovere storico la verità. Ci sono anche le pagine di storia nascoste che hanno il diritto di essere parte viva della nostra memoria, come le pagine di odio che dovrebbero venire alla luce per mostrare anche i disastri che hanno provocato il fascismo prima e il comunismo dopo”, sono state le parole del produttore Alessandro Centenaro.

Salvore, un monito contro gli orrori

La delegazione davanti al cippo in ricordo di Marija e Lina

Con gli “ismi”, fascismo, nazismo, comunismo, si sa dove s’inizia, ma non si sa mai dove si va a finire: è questo un po’ il messaggio che è stato inviato alla commemorazione di Bruttia, ai lati della strada Salvore-Capodistria, dal presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul. Un gesto simbolico, la deposizione di una corona di fiori ai piedi di un monumento simbolo della convivenza in questa parte dell’Istria. Importantissimo sotto il profilo politico, ma non certo l’unico, perché i morti della guerra e dell’immediato dopoguerra sono stati tanti, sia fra i croati sia fra gli italiani e gli sloveni. La commemorazione ufficiale di Marija Medica e Lina Zacchigna, fucilate ai bordi della strada dopo una notte di infinite e atroci torture perpetrate dai fascisti, viene organizzata ogni anno il 28 marzo dalle scuole di Umago.

La cerimonia di ieri, come spiegato da Tremul, è importante perché vuole rendere omaggio alle vittime dei totalitarismi e dei nazionalismi scontratisi in modo cruento in queste terre nella prima metà del secolo scorso. ”Ricordare quei tragici eventi quale occasione di meditazione sulle offese e sulle ingiustizie subite e inflitte, di pietà per le sofferenze nostre e di quelle altrui, di perdono e riconciliazione, di monito, affinché mai più abbiano a ripetersi”. È questo il senso del percorso della delegazione dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, guidata dal presidente, Cav. Renzo Codarin, e dell’Unione Italiana, guidata dal suo presidente, Maurizio Tremul. Presenti anche il presidente dell’Assemblea dell’Unione Italiana, Paolo Demarin, il vicepresidente della Giunta esecutiva, Marko Gregorič, la vicesindaco di Umago, Floriana Bassanese Radin, il presidente della Comunità degli Italiani di Salvore, Silvano Pelizzon, nonché Alessandro Centenaro, produttore del Film “Red Land, Rosso Istria”, che racconta la tragedia di Norma Cossetto seviziata e barbaramente uccisa, tra il 4 e il 5 ottobre 1943 nella foiba di Surani.
Tremul è stato molto aperto nel criticare qualsiasi “ismo”, messaggio ripreso anche dalla Bassanese Radin la quale ha ricordato lo spirito della città di Umago che commemora sempre anche gli umaghesi sparsi per il mondo nella Giornata del Ricordo, ma anche che gli “ismi” trovano sempre più spazio pure tra i giovani, che evidentemente faticano ancora a capire la differenza fra il bene e il male.

Il cippo commemorativo a Bruttia

”Sono commosso di essere oggi qui, per testimoniare a questa commemorazione – ha dichiarato Alessandro Centenaro –. Le giovani fucilate appartenevano alla resistenza partigiana e lottavano per la libertà. Una storia importante, che può essere raccontata in un film. La loro giovane età, e la loro storia mi hanno particolarmente colpito”. Dal canto loro, Codarin e Tremul hanno sottolineato lo scopo della cerimonia, che ha come obiettivo porre l’accento sui valori della democrazia, della convivcenza e della pace.

Nella sua epopea rivoluzionaria e partigiana, la zona del Buiese ha pagato a caro prezzo l’opposizione ai fascismo e al nazismo: i morti fra i partigiani che hanno combattuto nel CLN di zona, ma anche in altre unità della ex Jugoslavia sono stati 251, i fucilati 98, i deportati nei campi di concentramento 268. Oggi in quest’area ci sono 14 monumenti, 32 cippi commemorativi come a Bruttia, ma ci sono anche tante persone i cui resti non sono mai stati trovati, vittime degli scontri bellici e delle crudeltà del dopoguerra che si meritano tutto il nostro rispetto.

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