Fiume. Il vandalismo che non ti aspetti

Messaggi aberranti e volgari sui manifesti del partito dei serbi di Croazia (SDSS). Ferma condanna del sindaco

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Fiume. Il vandalismo che non ti aspetti

Povertà d’animo, culturale e d’intelletto traspaiono dalle scritte ingiuriose e dai messaggi intrisi d’odio con i quali ignoti vandali hanno distrutto in diverse città i manifesti elettorali dei candidati dell’SDSS alle Europee del 26 maggio. Manifesti recanti slogan in cui i caratteri dell’alfabeto latino e di quello cirillico si sono dapprima alternati a comporre la domanda “Sapete com’è essere serbi in Croazia?”, per poi affermare “Nato in Croazia” oppure “L’Europa è anche l’Europa”. In ognuno di questi slogan una delle parole – “serbi”, “nato” e “anche l’Europa” – è scritta in caratteri cirillici e regolarmente le reazioni sono state inconsulte. Le scritte fatte con le bombolette spray spesso si sono spinte oltre il semplice cattivo gusto, diventando veri e propri messaggi d’odio e intolleranza. Un fenomeno presente a macchia di leopardo in praticamente tutte le aree del Paese, tanto da far scrivere a Pupovac su Facebook: “Zagabria, la mia Città. La Città dei miei figli, dei miei studenti e dei miei amici. La Città che mi ha dato quanto i miei genitori. La Città alla quale dò quanto i figli possono dare ai genitori. Questo non è il messaggio della mia Città. Zagabria è anche Zagabria“, usando per le ultime due parole i caratteri cirillici.
Fiume, la città che della tolleranza, della multiculturalità e della convivenza ha fatto una bandiera tanto da candidarsi e ottenere il titolo di Capitale europea della Cultura 2020 con lo slogan “Porto delle diversità” e che, unica in Croazia, organizza una Marcia per la libertà in contrapposizione alla Marcia per la vita pensava (forse) di essere immune a simili espressioni e atteggiamenti. Invece, basta attraversare i rioni da Crimea a Costabella passando per Rujevica e Braida per accertarsi che il fenomeno non conosce confini e che il lavoro da fare per costruire un Porto delle diversità in cui tutti – ma davvero tutti senza eccezione alcuna – rispettano l’altro e il diverso è ancora tanto e probabilmente in salita. Per chi si avventurerà in questa passeggiata la strada sarà infatti costeggiata da manifesti strappati o deturpati da scritte che rievocano infelici regimi fantoccio e s’ispirano a un’iconografia stigmatizzata dalla storia. A nulla sono valsi nemmeno i poster commissionati dall’SDSS in cui si ringraziano coloro che hanno imbrattato i manifesti. “Siete stati parte della nostra campagna”, hanno scritto ai vandali Milorad Pupovac e gli altri candidati nella lista dell’SDSS.
Il caso forse più turpe è quello registrato a Crimea, denunciato anche dall’SDSS con un post sulla pagina Facebook del partito. “Fiume. Nella un tempo rossa Crimea giovani ustascia lasciano la loro impronta su un altro dei nostri manifesti…”, sta scritto sopra la fotografia che non ha bisogno di commenti. Basti dire: inqualificabile. Ma stigmatizzare è doveroso. Tra i primi a farlo, con un comunicato stampa diffuso da Palazzo Municipale, è stato il sindaco Vojko Obersnel che ha parlato di “messaggi orripilanti carichi di odio e malvagità” e ha espresso un ferma condanna del gesto. “Sono scritte aberranti e il gesto è assolutamente ingiustificabile. Gli autori meritano la più severa punizione possibile perché con i loro messaggi hanno offeso pesantemente e in modo incomprensibile la minoranza nazionale serba arrecando al contempo un danno d’immagine alla nostra Città“, ha scritto Obersnel, ricordando che “la Città va fiera delle sue diversità”. Si è poi detto “esterrefatto davanti ai messaggi comparsi sui manifesti dell’SDSS a Fiume” e “costernato nell’apprendere che evidentemente anche a Fiume ci sono mani pronte a scrivere insulti e nefandezze rivolti a una minoranza nazionale”.
“A tutti i cittadini di Fiume desidero far presente che non bisogna chiudere gli occhi davanti a simili espressioni di violenza visiva o verbale, perché se non ci sarà una reazione questa potrebbe degenerare in violenza fisica“, ha avvertito Vojko Obersnel invitando a denunciare eventuali casi simili alla Polizia. “Fiume è da sempre la Città della convivenza e della tolleranza, una Città coraggiosa che non accetta messaggi d’odio e che sa bene che le differenze sono una ricchezza e non una minaccia. I vandali volgari che hanno scritto messaggi di questo tipo non sono parte dello stile di vita fiumano né hanno fatto loro lo spirito di questa Città”, ha concluso Obersnel.

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