ROVIGNO | Ultima seduta per il mandato 2015-2019 del Consiglio della Comunità Nazionale Italiana autoctona della Regione istriana che è stata un’occasione per tracciare un resoconto e per riflettere sul lavoro svolto in questi quattro anni. “Il compito più arduo – ha rilevato il presidente del Consiglio, Gianclaudio Pellizzer –, è stato quello di far conoscere ai connazionali, alle istituzioni della CNI e alle amministrazioni cittadine e regionali la presenza di un’istituzione che per 12 anni era rimasta inerte”. Alla seduta – alla quale ha preso parte pure il deputato della CNI al Parlamento sloveno, Felice Žiža – è stato concluso che si poteva fare di più, denunciando però la mancanza di mezzi adeguati per la riuscita di determinati programmi e la mancanza di una sede. Nonostante ciò, i componenti del Consiglio si sono detti soddisfatti di quanto fatto. “Abbiamo avviato una macchina ferma, siamo ancora lenti, ma spero che le cose migliorino”, ha detto Pellizzer.
Bilinguismo: un incontro a Pola
Tra i progetti portati a termine è stata rilevata la pubblicazione dell’opera “La CNI negli Statuti bilingui delle Città e dei Comuni della Regione istriana”. “Un documento – ha sottolineato Pellizzer – a mio avviso importantissimo, dove il connazionale può trovare tutti i Trattati internazionali e le leggi di ogni ordine e grado che ci riguardano, accanto a un’analisi esaustiva degli Statuti e, infine, la proposta di uno Statuto modello inteso con l’obiettivo di standardizzare, a livello istriano, la tutela dei connazionali”.
Nell’ultimo periodo, il Consiglio si è dedicato alla proposta del Decreto sul bilinguismo e all’istituzione di un Ufficio per il bilinguismo. Dopo un primo incontro, a Parenzo, tra tutte le parti coinvolte, è stato annunciato un ulteriore incontro che si terrà il 17 aprile a Pola e al quale è previsto che prendano parte i vertici della Regione e della DDI e al quale il Consiglio intende invitare pure i rappresentanti dell’Unione italiana. Infine, è stato rilevato che lo stato di salute della CNI non è ottimo, ma è possibile invertire la tendenza a patto di procedere con un’azione mirata sinergica.
Le barriere interne
All’odg della riunione si è trovata anche la presentazione, da parte di Andrea Debeljuh, docente dell’Università “Juraj Dobrila” di Pola, degli sviluppi del progetto pilota ”’Vitalità della lingua italiana in Istria”. In questa prima fasa è stata esaminata la situazione a Buie,Torre, Rovigno e Sissano. Da una prima raccolta e dalla conseguente elaborazione dei dati (nel campione sono stati inclusi enti, istituzioni e aziende pubbliche e private) è scaturito che il 90 p.c. del personale impiegato ha una conoscenza della lingua italiana tale da permettere la comunicazione in questo idioma. “La possibilità, dunque, esiste, quello che rappresenta invece un ostacolo alla comunicazione in lingua italiana è il fatto che i nostri connazionali non si sentono legittimati a utilizzare la propria madrelingua nell’ambiente sociale”. Una tesi con la quale si sono trovati d’accordo anche i membri del Consiglio. Tale ricerca, va sottolineato, è stata avviata appunto con il proposito di ottenere dei dati sulla situazione sociolinguistica inerente il bilinguismo di modo da definire e intraprendere in futuro le misure necessarie per migliorarla.
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