Bernardić sempre più solo

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Bernardić sempre più solo

ZAGABRIA | “La situazione nell’SDP non è buona e il malessere dura da parecchio tempo. È giunto il momento di avviare alcune procedure atte a imprimere un cambiamento. Avrò modo di parlare con Bernardić. Ho intenzione di chiedergli di rassegnare le dimissioni e consentire così di procedere con misure capaci di migliorare lo stato dell’arte nel partito”. Così l’ex ministro degli Interni, Ranko Ostojić, che conversando con i giornalisti ha negato che le critiche susseguitesi nei mesi scorsi vadano interpretate come un tentativo di colpo di mano. “La situazione attuale è tale da consentire due vie d’uscita: l’accordo o la spaccatura interna al partito. Non è pensabile che si possa andare avanti così”, ha dichiarato Ostojić, che non ha voluto dire se oggi con il senno di poi tornerebbe a candidarsi a presidente dell’SDP. “Il punto è uno solo. Bernardić deve agire in modo responsabile e lasciare il posto di presidente“, si è limitato a dire. “Davor ha avuto la sua occasione e dobbiamo constatare che da presidente non è riuscito a realizzare quanto aveva premesso. Adesso siamo nella fase in cui dovrebbe dire: ‘Ok, non ce l’ho fatta’. Questo è quanto sarebbe nell’interesse del partito“, ha concluso. Meno diretta, ma sulla stessa linea anche Sabina Glasovac, che ha evidenziato di essere “insoddisfatta dello stato delle cose e dell’immagine che si trasmette all’elettorato”. “Vediamo che la tendenza è negativa e che i nostri elettori non reagiscono bene. Dobbiamo fermarci e fare una seria riflessione sul da farsi per cambiare le cose. Se il cambiamento impone la destituzione dell’allenatore o di tutto il team allora bisogna prendere in considerazione anche questa ipotesi”, ha spiegato la Glasovac, sottolineando che la formula da applicare non è ancora stata trovata. “Abbiamo capito quali sono i problemi, ma non abbiamo ancora trovato le soluzioni. Comunque sia, le troveremo”, ha aggiunto, rifiutandosi di fare alcuna anticipazione riguardo ai possibili successori di Bernardić alla guida dell’SDP. “Per quanto mi riguarda ho già detto in più occasioni che non ho intenzione di candidarmi. Ritengo di non avere sufficiente esperienza e di non disporre delle competenze necessarie per assumere un incarico che comporta un così alto livello di responsabilità. Sicuramente però posso dare un contributo se questo mi verrà chiesto”, ha concluso la parlamentare di Zara. Preoccupato per gli sviluppi della crisi si è detto anche Igor Dragovan, che invita al dialogo e a non cadere nella tentazione di procedere a suon di minacce e ricatti. “Ritengo che nell’SDP ci siano gli spazi per un dialogo aperto su tutti i temi. Ognuno deve avere la possibilità di esprimere la propria opinione e in questo senso ogni iniziativa deve essere la benvenuta”, ha commentato Dragovan, che ha fatto presente: “Noi non siamo qui per perderci nell’autoreferenzialità, ma per cercare di assicurare condizioni di vita migliori ai cittadini”. Lamentando poi la scarsa comunicazione interna, Dragovan ha spiegato che a suo modo di vedere serve avviare una riflessione seria e in questo senso si è detto pronto a firmare la petizione con la quale si richiederanno le dimissioni di Bernardić. “Non la interpreto come un invito al dialogo e come una mano tesa a chi dirige il partito”, ha detto, sottolineando che “se emergerà che non ci sono le condizioni necessarie per un cambiamento saranno i vertici del partito a doversi chiedere se stanno facendo un buon lavoro”, fermo restando che sulle sorti di Bernardić alla guida del partito dovranno esprimersi gli organi interni competenti in materia.
E Bernardić? Al momento ha scelto di non fare commenti pubblici. “Del partito si parla nel partito”, si è limitato a dire ai giornalisti che cercavano di ottenere una sua dichiarazione prima della seduta del Gruppo dell’SDP svoltasi ieri al Sabor. (chb)

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