Tutela delle minoranze. Che fatica

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Tutela delle minoranze. Che fatica

Rinnovo in vista dell’organismo presieduto per quattro mandati da Aleksandar Tolnauer, che durante l’ultima seduta ha voluto lanciare un chiaro messaggio: “Se lo Stato di continuo deve tutelare le minoranze allora è chiaro a tutti che queste continuano ad essere sotto attacco”.

Il 27 febbraio scorso si è tenuta ai Banski Dvori l’ultima seduta del quarto mandato del Consiglio nazionale per le minoranze nazionali, con il Governo che tra una decina di giorni, per l’esattezza il 27 marzo, è chiamato a nominare i 12 nuovi consiglieri proposti dalle associazioni rappresentative delle etnie. Questi, insieme agli otto deputati minoritari, andranno a comporre il quinto mandato del massimo organismo istituzionale dei gruppi etnici. Si è concluso così un periodo non certo facile per il Consiglio, che si è a più riprese trovato a svolgere il ruolo di “parafulmine”, ovvero è stato oggetto di dure campagne discriminatorie e denigratorie contro i suoi componenti e più in generale contro i gruppi etnici, basti ricordare gli ultimi che hanno segnato il 2018 come il quesito referendario che puntava a rilegare i deputati minoritari a parlamentari di serie b, oppure le vergognose campagne contro i media delle minoranze, arrivando addirittura a bruciare giornali in piazza, poi offese, attacchi fisici a deputati, ecc… La lista sarebbe lunga e, come ha sottolineato il presidente uscente Aleksandar Tolnauer durante l’ultima seduta, se in un Paese vi è la necessità continua da parte dello Stato di tutelare un determinato gruppo di persone qualcosa questo vorrà dire, ovvero non bisogna essere dei geni per capire che questi individui sono nel mirino di altri individui che vorrebbero ridimensionare, emarginare, rendere ininfluenti i primi, togliere loro diritti sanciti dalla legge. Ma non tutto è stato negativo: l’Esecutivo guidato da Andrej Plenković si è dimostrato aperto al dialogo con i gruppi etnici, propenso ad accogliere, o meglio prendere in considerazione, le loro richieste facendo un importante passo positivo in avanti rispetto all’esecutivo precedente targato Orešković. A questo proposito fanno ben sperare i 2.620.157 kune in più messi nel bilancio statale a favore del Consiglio per quest’anno, arrivando a superare i 36 milioni di kune di budget (36.460.157 kune) ovvero il 7,74 p.c. rispetto l’anno scorso. Anche se, come sottolineato da Tolanuer e da altri consiglieri, siamo ancora lontani dagli importi percepiti anni fa e, quindi, uno degli obbiettivi del prossimo mandato sarà quello di lavorare affinché il budget si riporti ai livelli 2008-2009.

Massima trasparenza

“Colgo l’occasione per ringraziare tutti i membri del Consiglio, i nostri deputati al Sabor per il fondamentale contributo dato alla nostra causa, così come tengo a ringraziare in modo particolare i miei collaboratori che, nonostante il numero esiguo, sono stati sempre in grado di adempiere in maniera egregia all’imponente mole di lavoro che abbiamo dovuto svolgere”, ha dichiarato in apertura dell’ultima seduta Tolnauer che ha voluto menzionare in particolare i suoi collaboratori che “nonostante il numero esiguo sono stati sempre in grado di adempiere in maniera egregia all’imponente mole di lavoro che sono stati chiamati a svolgere”. Il presidente uscente si è detto poi orgoglioso del fatto che “ci siamo attenuti alla lettera alle leggi e ai regolamenti vigenti per quanto riguarda l’assegnazione dei finanziamenti destinati alle attività tese a sostenere l’autonomia culturale delle minoranze nazionali”, ricordando che “le numerose verifiche e controlli non hanno riscontrato irregolarità, certificando la nostra piena trasparenza”. Una parte del suo intervento lo ha dedicato “all’ambiente nel quale abbiamo lavorato”, quello mediatico, politico, “nel quale ha dominato la verità alternativa, le fake news, revisionismi storici”, sottolineando che in questo contesto non certo favorevole “il Consiglio ha fatto sforzi enormi per farsi rispettare e per fare rispettare le regole che sono lo stesso Stato si è dato”.

Presentati 1.035 programmi

Il nuovo Consiglio sarà chiamato ad approvare la ripartizione dei finanziamenti presentati dai rappresentanti delle etnie per i loro programmi relativi all’autonomia culturale delle comunità nazionali per il 2019. All’indirizzo del Consiglio è arrivata la documentazione relativa a 1.035 programmi (nel 2018 erano 1.080), dei quali 57 riguardano il settore dell’Informazione per un totale di 18.997.500,37 kune. Altri 68 riguardano il settore dell’Editoria (2.280.130 kune); 434 si rifanno al settore delle Attività culturali amatoriali (16.886.675,23 kune). Infine, per quanto riguarda le Manifestazioni culturali le richieste pervenute sono 476 per un totale di 12.498.397,97 kune. L’importo complessivo richiesto dalle minoranze ammonta a 50.653.703,57 e supera di oltre 14 milioni di kune la disponibilità iscritta a Bilancio (36.460.157 kune). Da sottolineare che 15 sono le nuove associazioni che per la prima volta hanno inviato i propri programmi al Consiglio. “Siamo soddisfatti perché vediamo che i progetti tendono a migliorare in qualità, ma purtroppo non abbiamo un importo tale da potere realizzare tutti quelli pervenuti, perché sono stati chiesti 14 milioni di kune in più rispetto di quello che abbiamo in piano per il 2019”, ha commentato Tolanuer che non si è voluto sbilanciare sulla possibilità che continui a guidare il Consiglio anche nel prossimo mandato perché “non dipende da me, ma dipende dalla mia minoranza se deciderà di candidarmi per il Consiglio o meno”.

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