Istria 6 da Oscar

Dal concorso londinese i produttori istriani escono a testa alta, portando a casa un risultato straordinario e si confermano nella veste di leader a livello nazionale e oltre all'enorme crescita concretizzata in campo internazionale sia all'International Wine Challenge (IWC) sia ai DWWA

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Istria 6 da Oscar

And the winner is… ai Decanter World Wine Awards (DWWA), il più grande e prestigioso concorso vinicolo al mondo, vincono un po’ tutti, l’importante è avere un prodotto di qualità. La kermesse di Londra che ogni anno riunisce i più autorevoli esperti e professionisti del “wine business” (siamo alla 16.esima edizione) per premiare i migliori vini è ritenuta un concorso sulla falsariga dei Premi Oscar del vino. Nel corso di due settimane, 280 dei maggiori esperti mondiali di 30 Nazioni (fra i quali anche Mario Meštrović e Siniša Lasan) hanno assaggiato circa 17.000 vini. Il wine-show è culminato con la distribuzione di 50 medaglie “Best in Show”, il massimo riconoscimento, 148 medaglie di platino, 480 d’oro, 4.164 d’argento e 7.376 bronzi.
Le bottiglie selezionate sono state registrate, classificate e codificate in base al Paese d’ origine, alla regione di provenienza e alla fascia di prezzo. La degustazione e la valutazione è strettamente legata alla categoria di appartenenza in modo che ci sia un confronto tra vini dello stesso tipo.
Tra i vini in lizza, a rappresentare una delle diverse regioni vitivinicole della Croazia, l’Istria esce a testa alta e porta a casa un risultato straordinario confermando il suo ruolo di leader a livello nazionale e l’enorme crescita concretizzata in campo internazionale sia all’International Wine Challenge (IWC) sia ai DWWA: è come una ciliegiona su una grande torta da dedicare a tutti coloro impegnati nel settore del vino.
L’Istria porta a casa la bellezza di sei medaglie d’oro tra vini bianchi e rossi a iniziare dal Gran teran ATC – Coronica, il Clemente “blanc Damjanić”, una cuvée di tre varietà di uve bianche, la malvasia firmata Marko Fakin (personalmente una delle più piacevoli gustate ultimamente), quella con l’autografo della famiglia Rossi, la malvasia prodotta dalla pisinese Anđelini (rappresenta un’autentica sorpresa) poi la malvasia della Vini Laguna – Festigia Visinada; a difendere l’onore della Dalmazia c’è il Plavac Mali “Vron Bod” del 2012 del veterano Tonči Marijan di Lesina (Hvar). Il Plavac Mali è una varietà di vitigno nella cui famiglia stando a ricerche troverebbero spazio anche i più famosi Zinfandel e Primitivo.
Damjanić e Fakin

Platino sfiorato

L’autorevole giuria dei DWWA ha assegnato a tutti 95 punti eccezion fatta per Damjanić e Fakin che si sono visti appioppare un punteggio pari a 96, a un passo dalla medaglia di platino e dal riconoscimento “Best in show”. Secondo Milan Budinski, enologo responsabile della Laguna Vini, la malvasia Visinada reserve 2015 è “la classica espressione del terroir (territorio) di questa varietà d’uva. Non ha passato né il processo di macerazione né quello in barrique. Il successo della malvasia Visinada dimostra che ha tutte le caratteristiche per diventare un vino da invecchiamento”.
In quanto al Plavac Mali “Vron Bod” è il primo oro per questo cultivar nella storia dei premi Decanter. Il Plavac Mali, varietà di vino rosso possente e morbido al tempo stesso, tannico, al top in Dalmazia, ha una storia lunga e radicata nelle vene di tutti gli amanti del vino nella regione dalmata. Sull’isola di Lesina il Plavac Mali fa un bagno di sole per gran parte della stagione. I vigneti vengono distribuiti lungo il mare sicché il sole si possa riflettere dalla superficie d’acqua. Tutti quei riflessi d’oro catturati da ricchi grappoli d’uva danno a ogni singola bacca un potere immenso.
Tonči Marijan è un piccolo produttore di vini di Pitve (a 3 chilometri da Jelsa) sull’isola di Lesina, che realizza una serie limitata di circa 1.000 bottiglie per etichetta. È molto appassionato al Plavac Mali e il suo approccio è molto rigoroso tantoché lo porta alla creazione di versioni “estreme” di Plavac Mali. Ad esempio il vino premiato a Londra, datato 2012, ha una percentuale alcolica del 15,4%. Marijan, lo ha ripetuto più volte, non venderà i suoi vini a chi non li capisce o non ne sa apprezzare l’essenza, l’espressione.
Vron Bod è una micro-locazione nella posizione del vigneto Ivan Dolac, come si dice in gergo il suo “Grand cru” (le uve migliori). A seconda dell’annata, i vini di questa micro-ubicazione vanno dal 14,5 al 16,7% di alcol e fino a 20-30 grammi di zuccheri residui. Come ritiene Tonči Marijan il Plavac Mali ha le carte in regola per diventare un vino affascinante e indimenticabile a tutte le latitudini.
Ribolla Simčič

97 e lode

Tuttavia in un primo momento sembrava che la Croazia potesse fregiarsi di 14 medaglie d’oro. Alla fine sono risultate 7 (di cui 6 istriane), più 55 argenti e 77 i bronzi. In totale 139 allori anche se rispetto all’anno scorso gli allori aurei sono cinque in meno, ma considerata la vendemmia problematica del 2017 si tratta di un risultato eccellente a livello di Paese, senza dimenticare che molti vinificatori non hanno inviato i loro campioni a Londra, scelta tanto discutibile, quanto incomprensibile. Il made in Croatia del vino a Londra era presente con più di 200 campioni: un quarto di loro torna a vasa portando al collo l’oro oppure l’argento.
Delle altre etichette presenti sul mercato croato una citazione a parte la merita l’eccellente ribolla Opoka del 2013 dello sloveno Marjan Simčič (Goriška Brda): vino geniale che si è meritato la bellezza di 97 punti e la medaglia di platino ai DWWA. È un vino dal color oro intenso, riflessi minerali, limpido nonostante venga unicamente decantato e non filtrato prima dell’imbottigliamento. Alla prova dell’olfatto è un vino pieno e ha una piacevole nota minerale, in bocca è fresco con un buon equilibrio tra alcol e acidità. Aroma e gusto risultano persistenti e molto complessi. Secondo Simčič ha un potenziale d’invecchiamento di oltre 15 anni.

Francia al top

Anche quest’anno la Francia ha dominato i DWWA con una qualità straordinaria proveniente dalla Borgogna, dallo Champagne, dal Rodano e dalla Provenza. I vini francesi hanno vinto 13 delle 50 medaglie Best in Show, in particolare si è messa in luce la regione della Borgogna, vincendo quattro importanti riconoscimenti, Château de Meursault, Les Charmes Dessus (2017), Château de Meursault, Clos des Epenots (2017). Christian Moreau Pére et Fils, Le Clos (2017), Domaine de la Vougeraie (2016).
Subito dietro la Spagna che ha ottenuto un totale di otto medaglie Best in Show. L’Australia si è piazzata al terzo posto dietro la Spagna con sei medaglie “Best in Show”. Lo Shiraz ha goduto di un altro buon anno, con la metà degli apprezzamenti per Brokenwood, Graveyard Vineyard Shiraz, Hunter Valley, Nuovo Galles del Sud, Australia (2017), Woodlands, “Margaret”, Margaret River, Australia occidentale, (2016), Eileen Hardy, Chardonnay, Cross-Regional Blend(2016).
I vini portoghesi hanno collezionato sei impressionanti medaglie “Best in Show”, tre delle quali sono andate agli unici vini fortificati di Porto e Madeira. I colori italiani esaltano la Campania e la Cenatiempo Kalimera di Ischia, un unico vitigno prodotto con l’uva autoctona Biancolella che è stata premiata come Best in Show per l’annata 2017. Il Kalimera 2017 è un vino con “i piedi per terra”: nasce da viticoltura biologica su terrazzamenti dell’omonima collina, a 450 metri sul livello del mare. È un vino che narra del lungo lavoro in vigna di Pasquale Cenatiempo, un artigiano del vino di qualità, la cui convinzione è sempre e solo una: la natura va rispettata.

Altre nazioni

Il Messico si è inserito sulla mappa enologica del mondo con il suo anno di maggior successo. I vini messicani hanno portato a casa due medaglie d’oro, rispetto a nessuna nel 2018, una delle quali è stata premiata per un’insolita miscela di Nebbiolo.
La Nuova Zelanda ha vinto tre medaglie Best in Show. Gli Stati Uniti hanno collezionato due medaglie Best in Show, una in più rispetto al 2018. La California ha regnato di nuovo suprema con tutti i migliori vincitori della medaglia provenienti dallo stato d’oro.
La Luz del Vino dall’Argentina ha vinto un Best in Show per il suo Vinos de la Luz Single Vineyard Malbec (2017). La Georgia ha conquistato un Best in Show per un Kisi dalla valle di Teliani Glekhuri Qveri Kisi (2017). Un blend Assyrtiko Sémillon ha vinto il Best in Show per la Grecia. Il Sudafrica ha guadagnato sei medaglie di platino che includevano un vino spumante. La Cina non mostra segni di rallentamento nella sua ricerca di produrre vini pregiati per il mercato globale. Ciò è dimostrato dal successo del Paese di quest’anno, sette medaglie d’oro. Suntory ha vinto una medaglia di platino per il Giappone con il suo Tomi No Oka Koshu (2017).

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