Gabriel Boric: da Ugliano a la Moneda

Chi è il millennial che governerà il Cile. «È cominciata una stagione di cambiamenti e di giustizia sociale», ha annunciato il neopresidente di origini croate. Rappresenta la sinistra con la coalizione Apruebo Dignidad. Per vederlo all’opera bisognerà attendere ancora qualche mese: entrerà in carica il 22 marzo

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Gabriel Boric: da Ugliano a la Moneda

Quando nell’ormai lontano 1897 – dopo che la peronospora aveva distrutto gran parte dei vitigni e la fonte principale di reddito della zona –, Ive Borić abbandonò la sua isola dalmata e intraprese un lungo e incerto viaggio verso il Sud America che lo portò a Punta Arenas in Cile, assieme alla moglie Božica Crnošija, al figlio di un anno Ivan e al fratello minore Šime, mai avrebbe potuto immaginare che 124 anni dopo suo pronipote avrebbe preso casa al Palacio de la Moneda. A soli 35 anni, Gabriel Boric si è laureato capo dello Stato, raccogliendo l’eredità del movimento di piazza del 2019 contro il presidente uscente Sebastián Piñera, di cui abbandonerà la politica fortemente liberista. Per vederlo all’opera dovremo attendere ancora un po’: entrerà in carica il 22 marzo.

 

Un millennial con barba folta e capelli spettinati (alla Che Guevara), che rappresenta la sinistra con la coalizione Apruebo Dignidad. È anche uno sguardo giovane al futuro. In Sud America, è il più giovane dei presidenti e quello che ha ottenuto il maggior numero di voti nella storia del Cile. Con oltre il 56% dei consensi al ballottaggio, ha battuto José Antonio Kast, del Frente Social Cristiano, esponente dell’estrema destra, origine tedesche, padre membro del partito nazista, ammiratore dichiarato di Pinochet. “Sarò il presidente di tutti i cileni e non governerò solo tra quattro mura”, ha anticipato Boric. E ai suoi sostenitori per le strade di Santiago ha detto: “È cominciata una stagione di cambiamenti e di giustizia sociale. Con noi, la gente entra a La Moneda”. Sa comunque di dover affrontare tempi difficili nel post pandemia e promette di farlo a piccoli passi. Certamente ci sarà maggiore attenzione alle questioni climatiche e dello sfruttamento del pianeta che qui è soprattutto collegata alle miniere di rame, di cui il Cile è il maggiore produttore al mondo. Boric promette un nuovo welfare di stato. Fra i temi della sua campagna elettorale: donne, pensioni, orario di lavoro, salute e scuola.

Radici dalmate e catalane

Nato a Punta Arenas l’11 febbraio 1986, è figlio della terza generazione di emigrati da Ugliano (Ugljan), una delle isole più grandi dell’arcipelago zaratino. Suo nonno Luis – che a Punta Arenas sposò Magdalena Scarpa Martinić, discendente di immigrati dall’isola di Brazza (Brač) –, era il settimo figlio (di undici) di Ive e Božica. Il padre del neopresidente, Luis Javier Borić Scarpa sposerà una cilena di origini catalane, Soledad Font Aguillera. I rapporti con i parenti rimasti a Ugliano, persi negli anni ‘50, sono ripresi casualmente nel 2007, complice una fotografia pubblicata sul sito Ugljan.org, in cui, in un gruppo di partigiani ritratti a Lissa nel 1943, c’era anche Ive Borić. Il primo contatto l’ha instaurato lo zio Patricio Borić, dal Cile, chiedendo se l’uomo nella foto poteva essere l’Ive emigrato. Gabriel ha visitato l’isola nel 2010.

Il futuro inquilino di La Moneda è laureato in giurisprudenza. La passione per la politica risale agli anni universitari, quando divenne leader della protesta studentesca, ecologista, femminista, sostenitore del rispetto dei diritti umani. Appena ventenne, entra al Congresso nazionale come legislatore della Camera dei Deputati, in rappresentanza della regione di Magallanes. Ha vinto le elezioni cilene promettendo cambiamenti strutturali, per traghettare il Cile verso una “società del benessere”. La sfida non sarà semplice. Per sostenere i programmi che ha delineato – istruzione universitaria gratuita, miglioramento dei servizi sanitari, sistema pensionistico pubblico universale (e non privato), investimenti “verdi”, aumento del salario minimo, riduzione della durata della giornata lavorativa, promozione delle piccole e medie imprese… –, dice che aumenterà le royalties minerarie, aumenterà gli sforzi contro l’evasione fiscale e imporrà una “tassa verde”. Vuole davvero porre le basi per indicare una strada nuova per il paese, che vada oltre le dinamiche dei governi conservatori.

Gabriel Boric (nella foto di Rodrigo Garrido/Reuters) si rivolge alla stampa per la prima volta dal Palacio La Moneda, sede presidenziale a santiago del Cile. La politica è entrata nella sua vita mentre studiava giurisprudenza. È stato eletto deputato nel 2014 nel partito Convergencia Social. Ha lavorato alla stesura della nuova Costituzione

Mobilitazione permanente

Ce la farà? “Dobbiamo tutti impegnarci al massimo nel processo costituzionale, indipendentemente dalle nostre differenze politiche”, ha ribadito. “Soltanto con la coesione sociale potremo parlare di un vero sviluppo, con la difesa della democrazia durante tutti i giorni del nostro governo”. Traspare l’idea di coinvolgerle tutti in una mobilitazione permanente, a partire dall’Assemblea costituente già insediata e in cui sono preponderanti non i delegati di partito bensì le personalità indipendenti, fino ai luoghi di lavoro, alle università, alla strada. A gennaio, il neopresidente dovrà decidere come allargare l’alleanza. Con un Parlamento in cui il blocco di governo non avrà una sua maggioranza e un Senato diviso quasi equamente tra centrodestra e centrosinistra, la costruzione di un ampio blocco progressista sarà la chiave per il futuro governo. Ad ogni modo, la distanza contro Kast (56% a 44%) dà a Boric una forte legittimità. Lo stesso vale per la simpatia che genera nell’arena internazionale, dove la gran parte dei media, dei leader politici e dell’opinione pubblica ha guardato con favore al giovane di origine croata che si è battuto contro un candidato ultra-conservatore che ancora una volta ha diviso il Paese in relazione al passato dittatoriale.

Anche al di là di Boric, il Paese sta assistendo a un impressionante rinnovamento generazionale e a una forte ondata femminista; lo si può notare, ad esempio, nei sindaci dei comuni principali. Alle elezioni regionali del maggio 2021, Jorge Sharp è stato eletto sindaco per la seconda volta a Valparaíso a 36 anni; Macarena Ripamonti, sindaco di Viña del Mar, a 29 anni; Tomás Vodanovic, sindaco di Maipú, a 30 anni; Irací Hassler, sindaco di Santiago centrale, a 30 anni; Emilia Ríos, sindaco di Nuñoa, a 32 anni. Allo stesso tempo, c’è un’affinità generazionale tra i leader del Frente Amplio e la nuova generazione di leader del Pc sotto i 35 anni (Camila Vallejos, Karol Cariola, Irací Hassler), esteticamente e ideologicamente diversi dai vecchi comunisti che ancora occupano posizioni decisionali nel partito.

Una volta entrato in carica, a marzo, il nuovo presidente dovrà affrontare la sfida di evitare una delusione simile a quella che seguì il secondo mandato di Michelle Bachelet (2014-2018), al quale partecipò il Partito comunista. Allo stesso tempo, dovrà contribuire alla ratifica del nuovo testo costituzionale. Perché il nuovo presidente introduce aria fresca in un progressismo latinoamericano che, a forza di rimpiangere gli anni di successo della “marea rosa” e i suoi “grandi leader”, si è rivolto più al passato che al futuro.

Almeno al momento, non avrà una first lady. Boric frequenta la fidanzata, la politologa e militante femminista Irina Karamanos, che rende “la vita leggera anche con le nuvole”. Come recita il messaggio d’amore che le ha dedicato via Instagram. Fa.S.

Boric è fidanzato con, la politologa e militante femminista Irina Karamanos. L’abbraccio dopo l’esito del voto delle presidenziali

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