Fare successo in Croazia: ecco come

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Fare successo in Croazia: ecco come

Surf’n’Fries, Auro Domus e Cammeo sono tre aziende che condividono lo stesso destino: il successo. Il modello di business usato per ottenere questo successo è, però, molto diverso nei tre casi, che se raccontati tutti insieme possono rendere bene l’idea di quale sia il potenziale di sviluppo di un’azienda. È per questo che Tomislav Lesinger, direttore del Centro per le innovazioni nel turismo Hubbazia, ha invitato i rispettivi rappresentanti a parlare delle loro esperienze. È così che Andrija Čolak, Loris Dessardo e Ivan Starčević si sono ritrovati ad Abbazia, dove per due ore hanno raccontato le loro esperienze di sviluppo aziendale, rispondendo a numerose domande di chi nel pubblico spera di poter replicare il loro successo. Il tema della serata era il franchising, noto anche come affiliazione commerciale. In parole povere si tratta di una formula di collaborazione tra imprenditori per la produzione o distribuzione di servizi o beni, indicata per chi vuole avviare una nuova impresa, ma non vuole partire da zero e preferisce affiliare la propria impresa a un marchio già affermato. Come spiegato da Čolak, che usando questa tecnica ha ottenuto un successo incredibile, il franchising “è un investimento sicuro per chi ha un capitale e del tempo da dedicare allo sviluppo dell’attività. In Croazia il franchising viene usato ancora molto poco, ma il mercato si sta sviluppando in fretta e bisogna essere bravi a colmare le attuali lacune prima che lo faccia qualcun altro”, ha spiegato Čolak. È della stessa idea anche Dessardo, che ha provato più volte a usare il franchising, sia per lo sviluppo della sua principale creazione, l’Auro Domus, sia per altri progetti ai quali sta lavorando, senza però essere in grado di replicare lo stesso successo di Čolak. “Noi abbiamo iniziato a svilupparci molto rapidamente nel 2010, in un momento di forte crisi economica nel quale, però, il prezzo dell’oro era in ascesa. Nel nostro caso il franchising si è rivelato troppo lento, perché con esso non eravamo in grado di aprire dei nuovi negozi con la stessa velocità con la quale lo facevamo attraverso la casa madre”, ha affermato Dessardo. Cammeo, manco a dirlo, ha seguito una via di mezzo. L’azienda si è sviluppata per anni con dipendenti propri gestendo tutte le risorse in modo centralizzato. Quando poi c’è stata una modifica di legge che ha permesso l’abolizione di alcuni monopoli e la legalizzazione del mercato dei trasporti, Cammeo ha capito che il modello da seguire era quello del franchising, con molti dipendenti che hanno deciso di firmare questo nuovo contratto di collaborazione. Čolak, che data la sua vasta esperienza in materia si occupa anche di consulenza, ha spiegato come questo modello porti a dei guadagni per tutti, con affiliati che arrivano a guadagnare fino al 30 per cento in più rispetto a quanto percepivano come dipendenti. A suo dire non si tratta, però, soltanto di una questione di bontà del contratto offerto, bensì le nuove entrate derivano da un cambio di mentalità dovuto a una presa di responsabilità. Starčević ha spiegato come ci siano anche degli aspetti negativi legati al fenomeno. “Nel mondo dei tassì noi dobbiamo offrire un servizio di 24 ore tutti i giorni, ma con il franchising non abbiamo la possibilità di garantire questo, perché capita che alcuni affiliati decidano di non lavorare di notte o la domenica. Guadagnano abbastanza e siccome l’azienda è loro, hanno tutto il diritto di gestire il proprio orario di lavoro”, ha raccontato Starčević. I tre, oltre a parlare delle loro esperienze dirette e a dare consigli a chi volesse diventare affiliato o concedere un’affiliazione, hanno parlato anche di quelle che pensano possano essere le più grandi opportunità per la Croazia nel prossimo futuro. Dessardo ha spiegato come sia assurdo che la Croazia non abbia un marchio nazionale per alberghi e ristoranti di qualità. Una specie di sigillo di garanzia, che possa venir esportato in giro per il mondo, proprio con il metodo del franchising. Un’altra idea, avanzata da Starčević, riguarda la possibilità di fondare una specie di accademia per la formazione dei camerieri, che verrebbero poi impiegati in locali e ristoranti con un modello di franchising, che sarebbe da un lato una garanzia per chi andrebbe ad assumere queste persone e dall’altro un grosso vantaggio per i camerieri, che sarebbero sicuri di poter trovare un lavoro adeguatamente retribuito.

I partecipanti all’incontro di Abbazia.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

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