Fari puntati su finanza immobili e industria

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Fari puntati su finanza immobili e industria

Nel 2000 l’Italia aveva raggiunto la prima posizione quale primo partner commerciale della Croazia, che ha conservato fino al 2014, per cedere successivamente tale posizione alla Germania, arretrando al secondo posto. Nel 2017 il valore dell’interscambio bilaterale ha superato i 4,7 miliardi di € (il 13% del totale dell’interscambio commerciale croato, con un incremento del 13%).

L’Italia rimane tutt’ora il principale mercato di sbocco dell’export croato (con un valore delle esportazioni croate verso il Bel paese di 1,9 miliardi di €) ma resta il secondo fornitore, anche se nel 2017 le importazioni dall’Italia hanno avuto un aumento di oltre il 13,2%, raggiungendo i 2,8 miliardi di €.
L’Italia è il terzo investitore straniero (dopo Paesi Bassi e Austria), con circa 3,4 miliardi di euro ovvero il 10,4% del totale degli IDE in Croazia, investiti tra il 1993 e il 2017. Occorre considerare che numerose imprese italiane hanno effettuato investimenti in Croazia attraverso triangolazioni finanziarie per cui gli investimenti sono transitati da Paesi terzi come nel caso delle acquisizioni in campo bancario (es. Lussemburgo, Austria e Paesi Bassi).
Quanto ai settori di investimento, gli IDE italiani hanno riguardato le attività bancarie e finanziarie (in totale 2,4 miliardi di euro, ovvero il 72% del totale, grazie soprattutto agli investimenti realizzati nel 2016), le attività immobiliari, compresi gli investimenti azionari in beni immobili (in totale 294 milioni di euro; 8,6%), le attività commerciali (in totale 153,4 milioni di euro; 4,5%), servizi alberghieri/alloggi (ca.127 milioni di euro; 4%), produzione macchine e apparecchi (103,5 milioni di €; 3%).

Partecipazioni nel settore bancario

Nel settore bancario – nella quasi totalità nelle mani di azionisti stranieri – l’Italia ha consistenti partecipazioni nella Zagrebačka Banka (Gruppo Unicredit 84,47% del capitale) e nella Privredna Banka Zagreb (Gruppo Intesa-San Paolo, 97,47% del capitale), le due principali banche del Paese, che complessivamente detengono una quota di mercato di oltre il 43%. Dal 2004 è operativa Assicurazioni Generali, con la controllata ‘Generali Osiguranje’, che nel Paese detiene una quota di mercato del 4% circa.
Le altre principali società italiane presenti in Croazia sono: Eni, Saipem, Edison e Sol nel settore energetico; Calzedonia, Benetton e Aquafil in quello tessile; Florian Legno nel legno arredo; Same Deutz Fahr e Gruppo Tang in quello delle macchine agricole; Danieli, Wam, Isoclima e Bisol nella meccanica; Adriatica nel settore chimico; Ducati Energia nel settore dell’elettronica; Gruppo Policentro e Oviesse nella grande distribuzione.
Dai dati del 2017, il saldo degli IDE italiani ammonta a 65,26 milioni di euro. Maggiori investimenti si registrano nelle attività di servizi finanziari (95,01 milioni di euro), mentre i più significativi disinvestimenti si sono avuti per attività nei servizi d’informazione e altri servizi informatici (-36,56 milioni di euro).

Bilancia commerciale

Nell’esaminare gli scambi commerciali va tenuto presente che a seguito dell’adesione della Croazia all’Unione europea (1° luglio 2013) la rilevazione dei flussi commerciali in entrata viene effettuata per paese fornitore mentre prima del 1° luglio 2013 era per paese produttore.
Dai dati preliminari dell’Ufficio Nazionale di Statistica croato relativi all’anno 2017 risulta che l’interscambio commerciale è stato pari a 35,790 miliardi di € (+12% rispetto al 2016), le esportazioni raggiungono i 13,983 miliardi di € (+14%) e le importazioni i 21,807 miliardi di € (+11%).
Gli scambi commerciali della Croazia riguardano prevalentemente i Paesi europei, specialmente quelli dell’Unione europea: infatti nell’anno 2017 l’interscambio Croazia-Ue è stato pari a 26,063 miliardi di € (il 73,8% del totale mondo, +11,4%). Oltre la metà (51,3%) degli scambi commerciali croati si è realizzata con soli cinque Paesi: Germania (5,1 miliardi di €; 14,5% del totale), Italia (4,7 miliardi di €; 13% del totale), Slovenia (3,8 miliardi di €; 10,7%), Austria (2,5 miliardi di €; 7,1%) e Ungheria (2,1 miliardi di €; 5,9%).
Premesso che il valore complessivo delle importazioni realizzate nel 2017 è aumentato del 10,6% rispetto all’import realizzato nel 2016, l’aumento (in termini di valore) si è verificato in quasi tutti i comparti. Gli aumenti più significativi si sono verificati nelle importazioni di prodotti appartenenti alle sezioni: macchine e mezzi di trasporto (25,5% del valore dell’import), manufatti classificati secondo il materiale d’origine (17,9%), vari prodotti finiti (14,6%), prodotti chimici (13,9%) e combustibili minerali e lubrificanti (13,4%).
I prodotti più importati in Croazia nel 2017 sono stati (in ordine decrescente): petrolio e derivati, veicoli stradali e loro parti, medicinali e farmaci, macchine/apparecchi/dispositivi elettrici, abbigliamento, macchine utensili di uso generale, altri prodotti metallici, ferro e acciaio.
Nel 2017 le esportazioni sono aumentate del 13,5% rispetto al 2016, l’industria di trasformazione ha partecipato per l’89% al totale delle esportazioni croate. In termini di valore, il contributo più grande è rappresentato dalle macchine e mezzi di trasporto (23,25% del valore dell’export) e dai manufatti classificati secondo l’origine del materiale (16,2%) e prodotti chimici (14,2%).
I principali prodotti esportati nel 2017 sono stati: medicinali e farmaci, petrolio e derivati, macchine/apparecchi/dispositivi elettrici, abbigliamento, prodotti di metallo, sughero e legno e veicoli stradali.

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