Croazia e Slovenia alla conquista dello spazio

La sonda prodotta a Zagabria è volata in orbita a bordo del Falcon 9 di Elon Musk il 21 dicembre scorso per trasmettere versi di poesie e raccogliere dati scientifici. La Slovenia era riuscita nell'impresa alcuni anni fa

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Croazia e Slovenia alla conquista dello spazio
Daniela Jović posa con il modellino del primo satellite croato. Foto Igor Soban/PIXSELL

«Uomo, fa’ attenzione a non camminare piccolo sotto le stelle! Croatia is in space!». Il verso iniziale (la prima delle due frasi del virgolettato) della poesia “Ammonimento” (Opomena) di Antun Branko Šimić (Drinovci, 1898 – Zagabria, 1925) è il primo messaggio inviato dallo spazio sulla terra da un satellite artificiale realizzato in Croazia: il CroCube. Tecnicamente parlando si tratta di un nanosatellite, o più specificatamente di un CubeSat.

Un primo piano del CroCube. Foto Igor Soban/PIXSELL
Un primo piano del CroCube. Foto Igor Soban/PIXSELL

La sonda – volata nello spazio a bordo del Falcon 9 della Space X di Elon Musk il 21 dicembre scorso dalla Vandenberg Space Force Base situata in California (USA) – ha una massa di 1,1 chilogrammi e le sue dimensioni sono di 10x10x10 centimetri. La sua livrea è caratterizzata dai colori rosso e bianco (argento) in omaggio allo stemma nazionale (la Šahovnica o Scacchiera). Una replica del CroCube può essere ammirata al Museo della tecnica di Zagabria. Il CroCube orbiterà a un’altezza di 510 chilometri sopra l’equatore. È stato progettato per rimanere operativo per 12-24 mesi. Una volta concluso il ciclo vitale s’avvicinerà sempre di più alla Terra per rimanere infine incenerito al contatto con l’atmosfera, tra circa 60 mesi. Realizzato nei laboratori della Facoltà di Scienze naturali e di calcolo (PMF) dell’Università di Zagabria, è il vettore del progetto “AstroTron 1000” della società Pulsar Labs di Zagabria, diretta da Ante Medić, uno degli ingegneri che hanno collaborato alla realizzazione del rover lunare creato nell’ambito del programma Stellar. Dotato di fotocamere e vari sensori nel corso del suo viaggio scatterà istantanee del globo terrestre e compirà una serie di misurazioni.

Il satellite costruito a Zagabria nella sua teca protettiva. Foto Zeljko Hladika/PIXSELL
Il satellite costruito a Zagabria nella sua teca protettiva. Foto Zeljko Hladika/PIXSELL

Reazioni ed entusiasmo

La notizia della riuscita dell’operazione di lancio del CroCube è stata accolta con estrema soddisfazione dall’astronomo Ante Radonić. “La Croazia si trova sulla buona strada per essere accolta nell’Agenzia spaziale europea (ESA). Questo è un ulteriore passo avanti in questa direzione”, ha detto lo scienziato, puntualizzando che ci spalancherà alle imprese croate le porte del mercato legato ai programmi spaziali. Radonić ha osservato che in Croazia esistono le potenzialità per entrare della partita. “Nella sfera della progettazione dei software vantiamo società ai vertici mondiali e giovani di grande talento”, ha affermato.

La scheda elettronica del CroCube. Foto Zeljko Hladika/PIXSELL
La scheda elettronica del CroCube. Foto Zeljko Hladika/PIXSELL

“Il lancio è solo l’inizio. Ora tutti sono invitati a includersi nei progetti spaziali che plasmeranno il nostro futuro”, ha sottolineato la responsabile del progetto, l’imprenditrice slovacca di nascita, ma croata d’adozione (nel 2010 si è stabilita a Pola e successivamente, nel 2015, a Zagabria), Daniela Jović, direttrice operativa della società Spacemanic con sede a Bratislava (specializzata nella progettazione di nanosatelliti). Daniela Jović ha notato che in base ai pronostici il mercato dell’industria spaziale potrebbe arrivare a fatturare entro il 2030 un giro d’affari di 100 miliardi di dollari. “Alcune società croate partner del progetto sono già riuscite ad avviare progetti commerciali”, ha rilevato.
Il lancio del CroCube rappresenta il coronamento degli sforzi profusi negli ultimi tre anni da una trentina di volontari che si sono avvalsi del sostegno della Spacemanic oltre che della Società per l’educazione fuori dagli schemi (EVO-Društvo za edukaciju izvan okvira). Il progetto CroCube si è avvalso di una campagna di crowdfunding (ancora in corso) attraverso il sito Crocube.hr, sul quale è possibile aggiornarsi sugli sviluppi dell’operazione, conoscere le persone che hanno gestito l’impresa, documentarsi sui partner e sui finanziatori e persino seguire la telemetria del primo satellite artificiale croato.

La presentazione del primo satellite croato. Foto Zeljko Hladika/PIXSELL
La presentazione del primo satellite croato. Foto Zeljko Hladika/PIXSELL
Foto Zeljko Hladika/PIXSELL
Foto Zeljko Hladika/PIXSELL
Ante Radonić. Foto Zeljko Hladika/PIXSELL
Ante Radonić. Foto Zeljko Hladika/PIXSELL

La storia del Tristar sloveno

La Slovenia ha compiuto negli ultimi anni significativi progressi nel settore spaziale, grazie all’impegno dell’Università di Maribor. In particolare, il progetto TRISAT ha portato al lancio del primo nanosatellite sloveno, interamente progettato, prodotto e assemblato nel Paese. Il TRISAT è un satellite di piccole dimensioni sviluppato in collaborazione con l’azienda slovena SkyLabs. Questo satellite è stato lanciato il 3 settembre 2020 dalla base spaziale di Kourou, nella Guyana Francese, utilizzando un razzo Vega. La missione principale del TRISAT era l’osservazione della Terra e la sperimentazione di nuove tecnologie nello spazio. Il successo del progetto ha evidenziato le capacità tecnologiche e innovative dell’Ateneo di Maribor e dei suoi partner industriali. Il TRISAT ha operato in orbita per circa quattro anni, superando le aspettative iniziali, prima di concludere la sua missione nel settembre 2024.
Il lancio del TRISAT ha rappresentato un passo importante per la Slovenia nel campo delle tecnologie spaziali, dimostrando la capacità del Paese di contribuire attivamente a missioni spaziali internazionali. Questo risultato ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra istituzioni accademiche e industria per lo sviluppo di tecnologie avanzate. L’Università di Maribor continua a investire in ricerca e sviluppo nel settore spaziale, con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente la posizione della Slovenia nell’arena internazionale delle tecnologie aerospaziali. Progetti come il TRISAT evidenziano il potenziale del Paese nel contribuire a future missioni spaziali e nello sviluppo di tecnologie innovative. Oltre alla Slovenia e alla Croazia, nessun altro Paese dell’ex Jugoslavia ha finora lanciato propri satelliti artificiali nello spazio.

La copia in scala 1:1 del Tristar, il satellite lanciato in orbita dalla Slovenia nel 2020. Foto Željko Jerneić
La copia in scala 1:1 del Tristar, il satellite lanciato in orbita dalla Slovenia nel 2020. Foto Željko Jerneić

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