CI di Zara, svolte e colpi di scena

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CI di Zara, svolte e colpi di scena

Doppie elezioni, elenchi elettorali su cui non si è riuscito a trovare un linguaggio comune, battaglie a colpi di carte bollate, ricorsi ai giudici e al Ministero della Pubblica amministrazione, accuse e contro accuse, sparizione di timbri, indagini giudiziarie. No, non stiamo scrivendo della trama di un film “giallo”, ma poco ci manca. Gli ultimi due anni in via Borelli a Zara, sede della locale Comunità degli Italiani, potremmo raffigurarli come un film che vede, utilizziamo il presente perché non è stata posta la parola fine, protagonisti due personaggi alla guida di due “correnti”: una che faceva capo all’ormai ex presidente Rina Villani e l’altra guidata dal presidente in carica Igor Karuc. I due si sono confrontati in campo amministrativo e giudiziario, fino ad arrivare allo scorso 28 maggio, quando c’è stato un primo importante epilogo: il Ministero dell’Amministrazione di Zagabria ha accolto pienamente il ricorso di Igor Karuc e ha imposto all’Ufficio dell’amministrazione statale della Regione zaratina di iscriverlo quale presidente della Comunità, in base alla decisione presa dall’Assemblea il 28/5/2017. L’11 giugno, inoltre, lo stesso Ministero ha rigettato il ricorso di Rina Villani, che aveva impugnato la decisione dell’Ufficio dell’amministrazione statale di negarle l’iscrizione quale persona autorizzata a rappresentare il sodalizio.

Sarà un arrivederci?

Il dicastero ha appurato che Rina Villani ha indetto la consultazione per il rinnovo del suo mandato dopo che questi era già scaduto; inoltre, la riunione è stata convocata in modo illegale e vi sono state manipolazioni per quanto concerne il numero dei soci della CI con diritto di voto. In base al primo elenco, è risultato che la Comunità ha 603 soci, senza che fosse specificata la categoria alla quale appartengono (effettivi, sostenitori e onorari). La seconda volta, Rina Villani ha presentato 701 soci, di cui 547 effettivi. Infine, dal terzo elenco è risultato che il sodalizio aveva 695 soci di cui solamente 107 con diritto di voto. Da tutto ciò si evince – affermano le autorità – che non è stato rispettato lo Statuto, che alle operazioni di voto per l’elezione dei consiglieri dell’Assemblea hanno partecipato 53 soci effettivi, ovvero meno della metà in base a tutti e tre gli elenchi presentati… Pera la prima battaglia, Villani non si dà per vinta. Infatti, a occuparsi della vicenda sarà anche il Tribunale amministrativo di Spalato, al quale si è rivolta chiedendo l’annullamento della delibera del Ministero dell’Amministrazione che ha affidato a Karuc le redini del sodalizio zaratino. Contattata telefonicamente, Rina Villani ha preferito non rilasciare dichiarazioni, ma stando al comunicato stampa diramato a fine giugno, l’ex presidente chiaramente non si dà ancora per vinta ed è decisa pure lei a proseguire con il braccio di ferro giudiziario. Nel comunicato puntualizza che ha impugnato, in data 18 giugno 2019, davanti al Tribunale amministrativo di Spalato, la delibera del Ministero dell’Amministrazione di Zagabria, chiedendo l’annullamento della stessa “per gravi errori e omissioni”. “È stato necessario intentare due cause distinte per l’annullamento della decisione – ha rilevato Rina Villani nel comunicato – in quanto il Ministero ha illegittimamente accorpato due diverse situazioni, creando confusione e sovrapposizione di tesi diverse”. In particolare, fa notare che il “Ministero non ha tenuto conto della denuncia da me presentata prima delle elezioni, in tempi non sospetti, alla Polizia di Zara per il furto dalla Sede del timbro della Comunità che poi è riemerso nelle mani di Igor Karuc che ha dato così parvenza di legittimità ad atti elettorali ed al ‘suo’ elenco di soci per giustificare le ‘sue’ elezioni non tenute nella Sede della CI, ma in un albergo”. La Villani ribadisce nel comunicato che il suo non è un addio alla CI ma un arrivederci.

Mentre Villani ha preferito non commentare la questione, contattato al telefono Igor Karuc come un fiume in piena ci ha raccontato la sua versione dei fatti. “Tutta questa storia è iniziata quando Rina Villani due anni fa, allo scadere del suo mandato (26 aprile del 2017, ndr), ha tentato di organizzare, in gran segreto e senza il rispetto delle regole, le votazioni per eleggere la nuova Assemblea e il presidente della Comunità”, precisa il neopresidente, continuando: “Forte di uno Statuto della Comunità pieno di falle, diverso rispetto a quello degli altri sodalizi della Comunità nazionale italiana in Croazia, non conforme a quanto indicato dell’Unione Italiana, dove scrive testualmente ‘Il Presidente della Comunità viene eletto dall’Assemblea, con voto segreto, a maggioranza assoluta dei membri per il periodo di 4 anni e può essere rieletto più volte di seguito’, mentre gli Statuti dell’UI e di tutte le Comunità prevedono un massimo di due mandati, Villani ha tentato di rieleggersi attraverso una consultazione fasulla”. Karuc afferma di ricordare benissimo il giorno quando Villani riunì l’Assemblea. “Era un venerdì. Noi lo venimmo a sapere e ci presentammo in sede domandando che legittimità avesse la seduta, visto che erano presenti pochi soci. Villani voleva in fretta e furia e indire nuove elezioni per farsi rieleggere presidente. Riuscimmo a fermarla nel suo intento, perché non poteva indire le elezioni dato che i tempi previsti della legge non erano stati rispettati. Le regole prevedono che la convocazione dell’Assemblea per fissare nuove elezioni deve avvenire prima della scadenza del mandato e non quando l’Assemblea di fatto non è più in carica e di conseguenza non può prendere alcuna decisione. Scoperte le intenzioni dell’ ex presidente abbiamo sporto subito denuncia. Le elezioni che lei ha poi promosso sono state illegali, come del resto è stato certificato dal Ministero dell’Amministrazione pubblica.”

Elenchi sballati

Il presidente ci spiega poi come, una volta recatisi presso gli uffici competenti della Contea di Zara, hanno scoperto che, stando alla legge del 2015, nel caso le elezioni non vengono indette secondo le norme indicate dalla legge e dallo Statuto della Comunità, 1/3 dei soci della CI ha la facoltà di chiedere e indire le elezioni. “Abbiamo deciso di procedere in questa direzione, indicando la data del voto. Dalla Regione di Zara abbiamo ricevuto gli elenchi dei soci e siamo rimasti allibiti: l’elenco risalente al 2015, che in realtà sarebbe dovuto essere aggiornato, conteneva gente morta, dati incompleti (oib, indirizzi, contatti, ecc…). In totale siamo riusciti a contare 150 o pochi più soci in regola, parliamo del 2017, mentre Villani aveva l’obbligo per legge di aggiornare l’elenco dei soci già nel 2015. Di questi 150, 107 si sono recati a votare presso l’Hotel Kolovare di Zara il 28 Maggio 2017, hanno eletto l’Assemblea che ha eletto me come presidente. Nello stesso giorno e alla stessa ora in cui si sono tenute le nostre elezioni legali, Villani ha tentato di convocare l’assemblea in Comunità con all’ordine del giorno l’organizzazione delle elezioni.” “Nei giorni successivi saltò fuori – prosegue Karuc – che la stessa ha depositato presso l’Ufficio della Contea di Zara, una documentazione che attesta l’esito del voto tenutosi in data 18 maggio 2017 (10 giorni prima della data di convocazione dell’Assemblea, ndr). La lista dei soci votanti indicata in tale documentazione, conta 53 nomi, di cui ben 39 non risultano nella lista depositata presso la Regione (contenente 500 soci). Questi 39 mi sa che sono stati presi per strada, che gli è stata data la tessera all’ultimo momento per tornaconti personali.
Noi, invece, abbiamo rispettato tutte le leggi nel massimo della trasparenza.” Il presidente aggiunge che i giorni dopo le elezioni è successo di tutto, con Villani che a suo avviso avrebbe continuato a infrangere la legge. “Come succede spesso a chi ha qualcosa da nascondere, a chi mente, al posto di farsi avanti e ammettere i propri errori, le proprie bugie, sceglie di continuare a nascondere e mentire, Villani ha deciso in seguito alle sue elezioni di certificare un documento, firmato insieme alla liquidatrice Dora Quarantanno, nel quale si sostiene che la sua rielezione a presidente è avvenuta nel pieno rispetto delle regole, nonché a produrre un documento relativo agli elenchi, dove erano presenti firme false. A questo proposito sia Villani che Quarantanno sono sotto indagine”, informa Karuc.

Tremul era informato, non ha reagito

Il primo uomo del sodalizio zaratino ci dice che fin da subito ha provveduto a informare dei fatti l’Unione Italiana, ma che nonostante le promesse questa non ha reagito. “Abbiamo chiamato maruizio Tremul, che all’epoca ricopriva il ruolo di presidente della Giunta esecutiva dell’UI. Ci promise che sarebbe venuto o avrebbe mandato qualcuno a presenziare alla tornata elettorale, ma nessuno dell’UI si è poi fatto vedere a Zara. Lo abbiamo chiamato affinché l’Unione prendesse parte come controllore alle nostre elezioni, ma nonostante la sua promessa non si è presentato nessuno. Da parte mia ho certificato le elezioni all’hotel Kolovare con un video, dove si vedono le persone presenti e come si è svolto l’iter elettivo”. Karuc rileva che la (non) presa di posizione dell’UI “ci ha per certi versi messo un ulteriore peso sulle spalle nella nostra battaglia per la legalità e il rispetto delle regole, perché se avesse voluto, avrebbe potuto reagire e agire immediatamente”.

Niente compromessi

Passate le elezioni, sempre come ci racconta Karuc, “Tremul è venuto a Zara chiedendo di trovare una soluzione congiunta con Rina Villani.” “Io, supportato da una delegazione dei soci, ho rifiutato perché c’era di mezzo un processo – racconta il presidente –. Ero sicuro nella nostra vittoria e non volevo fare passi indietro e tantomeno lo voleva Villani. Nel mese gennaio 2018 sono venuti Tremul e Radin (allora presidente in carica dell’UI), chiedendoci di chiudere il discorso in maniera più veloce. Ho dato la mia disponibilità a un accordo che prevedeva nuove elezioni e il ritiro delle parti dei ricorsi e delle denunce depositate presso la Regione. Questo accordo è stato da me rispettato, contrariamente a quanto fatto da Villani, che non ne ha rispettato i termini, di conseguenza non si sono fatte nuove elezioni e abbiamo proseguito nella strada intrapresa”.

A decisione del Ministero presa, che idea si è fatto di tutto l’insieme?

“Io sono una persona chiara che dice le cose che pensa: in tutta questa vicenda il filo conduttore sono stati esclusivamente gli interessi privati di Rina Villani, che ha avuto paura di perdere i privilegi derivanti dalla carica di presidente, sia per lei che per la sua famiglia, marito e figlio. Attualmente sono in corso ancora le denunce per le false firme, per i bilanci finanziari, per la poca trasparenza e i danni recati alla CI”.

C’è una “corrente di pensiero” secondo la quale dietro di lei si celerebbe qualche d’uno, magari la politica o determinati interessi di parte…

“Dietro a me non c’è assolutamente nessuno, tanto meno la politica e tantomeno ci sono secondi fini. Ho sì conoscenze e contatti sia con il mondo politico che con altre sfere della società, ma sono sempre stato indipendente”.

Quando ha deciso di attivarsi in prima persona in Comunità?

“La Comunità è nata nel ’91 con intenti nobili, nei primi anni aiutava gli zaratini, collaborava con la Croce rossa, sai dove ero io in quegli anni? In guerra. Rina Villani è venuta a guerra finita e piano piano ha iniziato a spingere la gente fuori dalla Comunità. Finito il conflitto militare mi sono dedicato al mio business. Una volta per caso, parlando con alcuni attivisti della comunità, mi sono interessato su come andassero le cose, era ed è una comunità a cui io da sempre guardavo con simpatia. Gli stessi soci mi hanno parlato della loro insoddisfazione nei confronti della Villani, chiedendomi di fare un passo in avanti e dare una mano alla Comunità affinché fosse più libera e democratica. Io stesso non conoscevo la Villani se non di vista, credevo che tutto andasse bene, ma mi sbagliavo, ascoltando le storie dei membri storici (fra cui alcuni fondatori) sono rimasto esterrefatto e ho deciso di dare il mio contributo. Ho formato un team di avvocati e così abbiamo iniziato a verificare le cose che mi erano state dette”.

Si dichiara croato con simpatie per la Comunità

Ha contatti nel mondo degli esuli?

“Nessuno in particolare, conosco tanta gente, anche molti esuli ma pur riconoscendo l’importanza della storia passata, la Comunità deve guardare al futuro e soprattutto restar fuori dalla politica”.

Lei si dichiara italiano?

“No, mi dichiaro croato. Io rispetto la cultura italiana, mia madre è nata sotto l’Italia, mi ha fatto sempre piacere sapere che gli zaratini frequentassero la Comunità, guardavo la Comunità e continuo a guardarla con grande simpatia”

Quali saranno i punti cardine del suo mandato, su quali progetti si concentrerà, come se la immagina la “nuova” Comunità?

“Deve essere aperta a tutta la gente, non solo agli italiani, zaratini, ecc…, chiunque vuole partecipare, dare il proprio contributo, al nostro impegno, ai nostri progetti, è più che benvenuto. Resteremo sempre concentrati sulla lingua e sulla cultura italiana, ci focalizzeremo sui progetti economici in particolare per rafforzare i rapporti tra l’economia croata e quella italiana, ci impegneremo a mettere ancora più in contatto questi due mondi. Infine, niente politica e massima trasparenza”.

Marin Corva, presidente della Giunta Esecutiva dell’Unione Italiana

Appoggio dell’UI, ma nel rispetto delle regole

Abbiamo sentito anche il presidente della Giunta Esecutiva dell’Unione Italiana Marin Corva (mentre scriviamo questo articolo siamo nella prima settimana del mese, nda.) che ha la delega ai rapporti con le comunità degli italiani. “Dopo avere appreso la notizia in merito al decreto dell’ufficio predisposto – sottolinea Corva – da subito ci siamo attivati sentendo sia il nuovo presidente Igor Karuc che Rina Villani. Nei prossimi giorni andremo a Zara (la riunione si è tenuta il 10 di giungo), per incontrare Karuc, vedere la situazione dell’asilo (Pinocchio, nda.), se possibile fare visita alla scuola dove l’anno scorso è stato introdotto il modello C per la lingua italiana, vedere e capire in prima persona quale è la situazione. Quello che l’UI farà e dare tutto il sostegno possibile alla nuova dirigenza alla CI degli Italiani di Zara per consentire, agevolare, il rispetto delle norme e regole relative ai finanziamenti che l’UI da al sodalizio zaratino. Dunque ci sarà un monitoraggio della situazione e una messa a disposizione della CI di Zara, nell’ambito delle nostre competenze. Sia Tremul che io abbiamo deciso che è importante andare subito giù, incontrare le persone, capire quali sono le loro aspettative e verificare non solo la situazione finanziaria ma anche quella strutturale della comunità. Ovviamente è nell’interesse dell’UI che ci sia una comunità viva che sappia rappresentare la CNI in quella località nel rispetto di tutte le leggi e le nel rispetto di quello che sono le norme imposte anche dai nostri finanziatori in merito ai finanziamenti che riceviamo.

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