Lingue minoritarie: più spazio

Il Comitato d’esperti del Consiglio d’Europa ha incontrato a Pola i vertici della Comunità Nazionale Italiana e i rappresentanti della municipalità. Al vaglio l’applicazione delle disposizioni in materia di diritti sanciti dai documenti internazionali, Carta europea in primis

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Lingue minoritarie: più spazio

Riunione polese ieri per il Comitato indipendente degli esperti del Consiglio d’Europa finalizzata a esaminare il Sesto rapporto del governo della Repubblica di Croazia sull’attuazione della Carta europea delle Lingue regionali e minoritarie. La scelta della Città dell’Arena per convocare la seduta non sarebbe casuale. Risulta dettata dal fatto di aver riconosciuto Pola quale municipalità che funge da esempio in materia di riconoscimento e attuazione dei diritti minoritari, al di sopra degli standard acquisiti per norma, una realtà che trasmette le proprie esperienze acquisite nel campo dei diritti delle etnie ad altri rappresentanti e autorità regionali e locali. A dialogare con i membri del Comitato, durante un incontro a parte, è stata anche la delegazione della CNI Italiana composta dal presidente dell’Unione Italiana Maurizio Tremul, dal presidente della Giunta esecutiva Marin Corva, dalle consulenti pedagogiche superiori per le Scuole italiane di Croazia, Patrizia Pitacco e Gianfranca Šuran. Presente Tamara Brussich, presidente della Comunità degli Italiani di Pola.
Scuole italiane
Dopo la riunione Maurizio Tremul ci ha dichiarato: “Si è trattato di un incontro tradizionale con il Comitato di esperti del Consiglio d’Europa che si tiene ogni qualvolta la Croazia presenta il rapporto. Il Comitato incontra vari soggetti tra cui pure l’Unione Italiana. All’incontro di circa un’ora farà seguito un nostro articolato documento nel quale illustreremo la reale situazione. Abbiamo altresì parlato dei problemi che riguardano le nostre scuole, dalla riforma curricolare ai programmi scolastici, dalla traduzione dei libri di testo alla formazione dei docenti. Ci siamo soffermati pure sulla questione della maturità di Stato, ovvero sulla necessità che le materie obbligatorie per i nostri allievi siano l’italiano, la matematica e l’inglese. Sempre nell’ambito delle scuole abbiamo fatto presente la nostra necessità di fondi per l’edilizia, ovvero per la Scuola media superiore italiana “Leonardo da Vinci” di Buie, per la sede dell’asilo di Fiume e della Scuola elementare italiana di Cittanova”. All’incontro, ovviamente si è parlato pure dell’applicazione del bilinguismo. “Abbiamo sottolineato la necessità che la lingua italiana venga usata anche nei procedimenti davanti a Tribunali e nei servizi amministrativi.
Radio e TV
Si è parlato pure dei media, soffermandoci sulle redazioni di Radio Pola e Radio Fiume, ovvero sulla necessità che vengano ricostituite le redazioni italiane che necessitano di maggiore autonomia. Abbiamo fatto presente pure il bisogno che venga assicurato il canale digitale terreste per la trasmissione di TV Capodistria in Istria e nel Quarnero, come prevede la Carta europea. Abbiamo posto all’attenzione pure la necessità che Zagabria applichi il piano del governo Plenković, per le minoranze nazionali”, ha concluso Tremul.
Gli onori di casa al Palazzo municipale, invece, sono stati espletati dai rappresentanti cittadini con in testa la vicesindaco Elena Puh Belci e il portavoce dell’Ufficio del sindaco, Aleksandar Matić. Parole di stima e di riconoscenza sono state rivolte ai membri del Comitato da parte del vicesindaco dal momento che gli esperti europei hanno dimostrato di essersi accorti degli sforzi profusi dall’amministrazione cittadina a titolo di affermazione del dialogo con il gruppo etnico italiano, ma anche con altre minoranze presenti sul territorio cittadino, avendo presente l’obiettivo di migliorare il loro posizionamento pubblico-sociale.
L’impegno di Pola
Sempre nel corso del ricevimento riservato agli esperti europei, la vicesindaco ha rilevato che la Città va orgogliosa dei diritti garantiti agli appartenenti della comunità nazionale autoctona, che vivono sul suo territorio, al fine di realizzare piena libertà d’espressione delle loro peculiarità e dei valori identitari. Qui incluso l’obiettivo del mantenimento e dello sviluppo del grado di convivenza raggiunto, l’uso paritetico della lingua italiana, lo sviluppo della cultura, il diritto all’educazione e all’istruzione in lingua italiana, che vengono garantiti dalla Carta costituzionale, dalle leggi, dallo Statuto e da convenzioni internazionali. Riservata a Matić, quindi, l’occasione di evidenziare come la Città si era data il suo primo statuto bilingue nel 1974, varato dall’Assemblea comunale. Allora era stato sancito per norma l’uso paritetico delle lingue croata e italiana in alcuni segmenti del vivere urbano. Matić ha sottolineato di seguito l’orgoglio per la ricchezza multiculturale esistente e riconosciuta anche oltre i confini regionali, vedendo i cittadini di Pola, gli appartenenti alle minoranze e la Città stessa quali meritevoli della buona convivenza e del rispetto dimostrato nei confronti della diversità. Il portavoce ha così asserito che il motto dell’Unione europea “Uniti nella diversità” diventa visibile dall’esempio di tolleranza reciproca dato da Pola.
Attenzione per la CNI
Da quanto reso noto dal comunicato diffuso dalla Città, i membri del Comitato indipendente si sono dimostrati particolarmente interessati all’attenzione specifica riservata ai componenti della minoranza italiana, in quanto comunità autoctona, all’uso e all’impiego pratico della lingua italiana negli uffici dell’amministrazione cittadina, al bilinguismo visivo e orale per le vie, le piazze i luoghi, nella Gazzetta ufficiale, nello Statuto, sulle pagine web cittadine, inclusa la stipulazione dei matrimoni anche in lingua italiana. I rappresentanti della Città di Pola hanno messo al corrente il Comitato degli sforzi profusi dalla municipalità per assicurare la tutela di quelle che sono le peculiarità autoctone, etniche e culturali della Comunità Nazionale Italiana attraverso le sue istituzioni.

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