Jessica Acquavita: «Vorrei una Cni unita nelle sue istituzioni e negli intenti

Intervista alla vicepresidente della Regione istriana in quota CNI

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Jessica Acquavita: «Vorrei una Cni unita nelle sue istituzioni e negli intenti
Foto: Srecko Niketic/PIXSELL

L’incognita del futuro che si presenta innanzi alla Comunità Nazionale Italiana dell’Istria alle porte delle ormai prossime amministrative, l’indubbia buona collaborazione tra Regione e istituzioni CNI, ma anche i rischi di mancata unitarietà all’interno della medesima, i significativi e grandi passi avanti compiuti in fatto di sostegno regionale a progetti, programmi, iniziative importanti per l’etnia, nonché di affermazione del bilinguismo sul territorio e i progressi ancora da fare: questi e altri gli argomenti e i nodi che abbiamo affrontato con Jessica Acquavita, vicepresidente della Regione Istriana in quota CNI. Indubbiamente non andava sorvolata la domanda d’obbligo proiettata al venturo 2025.

Ha intenzione di ricandidarsi alle prossime amministrative quale vicepresidente della Regione Istriana in rappresentanza della CNI?
I mesi che ci separano dalle prossime amministrative passeranno in fretta ma le dirò che c’è ancora del tempo per valutare un eventuale candidatura alla vicepresidenza della Regione.

Questi 3 anni e mezzo sono letteralmente volati ed è stata per me un’esperienza importante, dal punto di vista umano e professionale. Se dovessi indicare quale sia stata la parte migliore, direi senza alcun dubbio: le persone. Ho incontrato persone meravigliose, all’interno dell’amministrazione regionale, nel mondo associativo, scolastico, economico, nel campo della cultura… persone appassionate nel lavoro, che vogliono bene a questa realtà e che cercano di dare un loro contributo disinteressato per renderla migliore. Ci sono stati ovviamente anche ostacoli, e diverse sfide.

Sicuramente, dovendo riassumere quest’ultimo anno, lo descriverei come l’anno della consapevolezza in cui si sono cristallizzate diverse cose, diverse sensazioni iniziali hanno avuto conferma, altre sono state smentite. Sono diventati chiari determinati equilibri, relazioni, ingranaggi e procedimenti che – soprattutto in politica – è fondamentale conoscere. Sono convinta che consapevolezza ed esperienza vadano di pari passo, e ce ne vorrà di tempo per acquisirne ma posso dire che, dopo 3 anni di mandato, mi affaccio al 2025 più serena, più matura e oserei credere anche più saggia. E questo sicuramente mi aiuterà a decidere se scendere in campo un’altra volta.

È soddisfatta di come è riuscita a raggiungere i propri obiettivi programmatici – bilinguismo, pariteticità della lingua italiana, tutela dei diritti acquisiti, unitarietà tra istituzioni CNI, affermazione di ruolo delle istituzioni, valorizzazione delle tradizioni, investimento nelle scuole e nelle giovani generazioni CNI? Ci faccia un bilancio del (quasi)quadriennale mandato.
Senza esitazione dirò che sì, sono soddisfatta del lavoro svolto. Quando mi sono decisa alla candidatura, l’ho fatto innanzitutto con la volontà di dimostrare che esiste una Comunità nazionale italiana competente e capace, e anche giovane. Sono convinta che la nostra sia una comunità nazionale che dà e può continuare a dare un contributo prezioso al territorio intero, con connazionali capaci di grandi cose – anche fuori dalla cornice CNI. Una comunità che rappresenta in maniera dignitosa la nostra Regione. E credo di averlo dimostrato anche attraverso il mio lavoro. Qui devo ringraziare il presidente della Regione Boris Miletić per la fiducia che mi ha riservato.

In questo mandato, i progetti più importanti sono stati senza dubbio la conclusione del rinnovo della sede della Scuola media superiore “Leonardo da Vinci” di Buie, e l’avvio dei lavori di costruzione del nuovo edificio per la Scuola elementare in lingua italiana di Cittanova. Si tratta di progetti capitali, di quelli che rimarranno per il futuro.

Molte altre iniziative vicine agli italiani dell’Istria vengono realizzati dai nostri assessorati – in particolare quello alla Cultura e territorialità e quello preposto alle questioni delle minoranze e dei giovani. La Regione sostiene il Festival dell’istroveneto, dell’istrioto, il “Leron” dignanese. Anche sul bilinguismo abbiamo lavorato e continuiamo a lavorare, poiché siamo consapevoli che c’è ancora molto da fare. Una delle iniziative importanti che abbiamo fatto partire proprio quest’anno riguarda la segnaletica stradale nei comuni e città bilingui. In collaborazione con l’ente regionale per le strade abbiamo commissionato un elaborato per inquadrare lo stato delle cose e che permetterà poi di andare a modificare le tabelle e i segnali stradali laddove questi non siano bilingui. Per questo progetto, da realizzarsi in tre anni, abbiamo previsto importanti risorse finanziarie e reputo sia un ‘ulteriore dimostrazione dell’attenzione che questa amministrazione regionale dà alla questione del bilinguismo.

Abbiamo avuto la soddisfazione di apprendere che la Regione è riuscita a far approdare il bilinguismo visivo verso ulteriori realtà istituzionali…
È vero. Un altro passo importante riguarda l’uniformazione dei nomi, con l’aggiunta della dicitura italiana, per le istituzioni di cui la Regione è fondatore e che hanno sede nei comuni e nelle città bilingui: dalle case per gli anziani, alle autorità portuali regionali. Abbiamo fatto partire un’iniziativa per la modifica del nome anche verso le scuole croate di cui siamo fondatori e che hanno sede nei comuni o città bilingui. I comitati scolastici di 11 istituzioni su 15 hanno accolto la nostra richiesta, modificando il loro statuto. Modifiche che sono state approvate all’unanimità dall’Assemblea regionale nell’ultima seduta svoltasi il 10 dicembre. Ora attendiamo l’avvallo del Ministero all’Istruzione, prima di poter aggiungere concretamente la traduzione in italiano al nome delle suddette scuole. È forse un piccolo passo, ma dal grande significato simbolico e quello che mi rende particolarmente orgogliosa è poter constatare come pure nelle istituzioni della maggioranza vi sia sensibilità sul tema del bilinguismo e consapevolezza che esso rappresenti una ricchezza per tutto il territorio.

Come è stata la collaborazione con l’Unione Italiana, il parlamentale On. Furio Radin, le Città ed i Comuni della penisola?
Anche in questo mandato abbiamo coltivato una bella collaborazione con le amministrazioni locali e le istituzioni della CNI. Pensiamo solamente ai due progetti sopracitati delle scuole di Buie e Cittanova: se siamo riusciti a portarli in porto è proprio grazie al lavoro sinergico tra Regione, Unione italiana, amministrazioni locali (Buie e Cittanova) e grazie anche al grande supporto del parlamentare Radin che, oltre a esserci stato vicino istituzionalmente ha lavorato per assicurare importanti risorse finanziarie.

La cooperazione tra Regione e amministrazioni locali è stata ribadita anche dalla firma a maggio del nuovo accordo di collaborazione, di durata triennale, con cui le città e i comuni bilingui e la Regione si impegnano a promuovere la lingua italiana sul territorio. Con le risorse finanziarie messe in campo continueremo a realizzare i corsi di lingua italiana per i dipendenti degli enti pubblici, i notiziari in lingua italiana sulle emittenti radiofoniche locali, i laboratori di lingua italiana per i gruppi prescolari degli asili croati – un progetto questo particolarmente ben accettato dalle istituzioni, dai bambini e dalle famiglie che è nostra intenzione allargare a quante più istituzioni e gruppi possibile. Oltre al prezioso contributo finanziario delle città e dei comuni reputo che l’importanza maggiore di questa collaborazione sia il messaggio politico che mandiamo, ovvero di realtà che ci tengono e sostengono una delle specificità più rilevanti della nostra regione: il bilinguismo.

Oltre a queste collaborazioni formali devo dire che – almeno per quanto abbia percepito io – si è creato un bel clima di cooperazione generale. Svolgiamo spesso i coordinamenti con i vicesindaci italiani della Regione in cui si parla apertamente delle sfide che ci troviamo di fronte nelle amministrazioni locali e regionale. Da parte mia ho sempre cercato di essere aperta al dialogo, presente e disponibile. Supportiamo l’Unione italiana su diversi progetti e anche con il Consiglio regionale della minoranza italiana si è creata una relazione di rispetto e dialogo, nonostante posizioni che a volte non coincidono.

Quali, secondo lei, saranno i punti salienti e gli obiettivi da inserire entro un futuro programma elettorale che sia in grado di andare incontro alle necessità più strategiche della CNI in Istria? Ci indichi su che aspetti va posto l’accento?
Premettendo che c’è ancora del lavoro da fare soprattutto per quanto riguarda il rispetto del bilinguismo, credo che in questo momento, quello che più serve alla CNI è l’unità. Ecco, se dovessi esprimere ciò che vorrei per il futuro, vorrei una Comunità nazionale unita nelle sue istituzioni e negli intenti; una comunità che sappia e voglia individuare i suoi punti deboli, i punti di forza ma soprattutto le sue priorità e le operazioni necessarie per lavorarci su. Dal mio punto di vista, la priorità assoluta dovrebbero essere le nostre scuole. Dovremmo convogliare tutte le nostre energie alle istituzioni prescolari e scolastiche, al far recuperare loro quella qualità che da sempre le ha rese riconoscibili e rispettabili. Per farlo occorre però una strategia chiara e ben definita, basata su un’analisi delle esigenze e delle richieste dei giovani e volta a migliorare l’offerta formativa con l’inclusione di programmi più accattivanti e consoni al territorio. Sforzi comuni vanno profusi inoltre nel fronteggiare la carenza dei quadri e il perenne problema dei libri di testo. Bisogna fare un lavoro corale, perché sono questioni che non si possono risolvere solo a livello di Unione, di Città o di Regione. Ma credo che ognuno di noi possa dare il suo contributo per fare i piccoli passi necessari al cambiamento. Ripeto però: ci vuole una strategia chiara e un’unità d’intenti che al momento manca. Ed è un peccato non focalizzarci su queste questioni proprio ora, quando la nostra CNI vive un momento di stabilità anche dal punto di vista delle risorse.

Un augurio da formulare ai cittadini in occasione delle feste 2024…
Il mio augurio per tutti è che queste feste trascorrano in salute e in serenità e che ci portino a un 2025 in cui avremo la volontà, la forza e la capacità di essere laboriosi, aperti, attivi e propositivi. Perché sono convinta che per cambiare la società dobbiamo partire da noi stessi, essere d’esempio. Ecco, mi auguro un 2025 in cui ciascuno di noi saprà essere e dare l’esempio migliore.

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