Volontari. Gli angeli custodi di Fiume CEC

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Volontari. Gli angeli custodi di Fiume CEC

Sempre presenti, ma discreti e indispensabili. Sono così i volontari del progetto Fiume Capitale europea della Cultura senza il cui impegno e disponibilità sarebbe molto più difficile, se non impossibile, portare avanti i programmi previsti, soprattutto ai tempi della pandemia quando è necessario seguire le raccomandazioni antiepidemiche dell’Unità di Protezione civile. Soltanto nel mese di luglio, 128 volontari hanno dato una mano a 13 eventi e investito circa 600 ore del proprio tempo libero, il che equivale a ben 15 settimane lavorative. Soltanto al Festival dell’infanzia Tobogan, che si è articolato in otto giorni e ha compreso l’inaugurazione e la chiusura della rassegna, i laboratori per i bambini e il programma Circus toboganius nei rioni di Fiume, hanno preso parte 78 volontari che hanno donato ben 420 ore di lavoro, ossia 10 e mezzo settimane.
Tutte le fasce d’età
I volontari appartengono a diverse generazioni e comprendono studenti delle medie superiori, persone che hanno un lavoro e disoccupati, studenti universitari e pensionati di tutte le fasce d’età. Sono in prevalenza le donne quelle che decidono di donare il proprio tempo a favore della vita culturale di Fiume: l’80 p.c. contro il 20 p.c. degli uomini. In questo momento sono 333 i volontari attivi. All’inaugurazione del progetto Fiume CEC hanno partecipato più di 300 volontari che hanno donato ben 1.960 ore di lavoro. Nei primi sette mesi del 2020 i volontari hanno donato ben 3.200 ore di lavoro.
In un piacevole colloquio con Asja Brusić e le volontarie Mirna Greblo-Čop, Tina Fabijančić, Amra Ramić e Dejana Tepić, abbiamo appreso le motivazioni che spingono persone di diverse generazioni a dedicarsi al volontariato, il senso d’arricchimento che provano donando il proprio tempo e il valore delle amicizie che nascono in questo contesto. Innanzitutto, abbiamo voluto sapere in che misura i volontari culturali differiscono da quelli in altri ambienti.
Appassionati di cultura
Asja Brusić: “La differenza principale è che i volontari culturali sono in primo luogo appassionati di cultura e sono al suo servizio. La cultura migliora la qualità della vita e ci dona un’energia positiva perché ci permette di arricchirci interiormente e di creare una comunità interessante e variegata. Da noi il volontariato culturale esisteva anche prima che Fiume ottenesse il titolo di CEC, anche se non in numeri così importanti. Nel momento in cui Fiume ha ottenuto il titolo si è presentata la necessità d’istituire un programma di volontariato che viene portato avanti dalla Casa croata di Cultura (HKD). Un dato interessante è che nel 2019 si contavano circa 190 volontari, mentre nell’arco di un anno siamo riusciti a raddoppiarne il numero”.
Come mai avete deciso di dedicarvi al volontariato?
Dejana Tepić: “Ho iniziato a fare volontariato nel dicembre del 2018 e partecipando a diverse manifestazioni culturali ho capito che le persone che come me hanno deciso di donare il proprio tempo alla nostra città e alla promozione della cultura, sono la più grande ricchezza di Fiume. L’energia positiva, il lavoro di squadra e il desiderio di dare una mano alla realizzazione del progetto Fiume CEC è ciò che caratterizza la nostra attività. Qui sono nate numerose amicizie, come quella tra Tina e me. Credo che il programma di volontariato culturale dovrebbe proseguire anche al termine del progetto CEC perché si tratta di un modo bellissimo di contribuire alla vita culturale della nostra città e ad arricchire sé stessi”.
Amra Ramić si occupa di volontariato da diversi anni ed è pure presidente dell’Unità territoriale dei giovani della Croce rossa. “Mi occupo di volontariato da parecchio tempo. Sono un tipo sportivo, per cui finora facevo spesso volontariato a manifestazioni sportive come ‘Homo si teć e altre’. Il volontariato culturale non mi attirava particolarmente, ma un giorno ho visto per caso un annuncio che invitava i cittadini ad aderire al programma di volontariato di Fiume CEC. Trattandosi di un’occasione unica per la nostra città e dal momento che ero interessata a conoscere nuove persone, avevo deciso di entrare nel programma di volontariato di Fiume CEC. Con il tempo ho sviluppato un interesse anche per gli eventi culturali come mostre e spettacoli. La cultura ha il potere di portare speranza e di incoraggiare le persone e di ciò abbiamo bisogno. Il progetto CEC ha un ruolo importante in questo contesto in quanto ha portato un’energia positiva in città. Noi volontari che interagiamo sui social contribuiamo alla diffusione di quest’energia positiva e con i nostri post invogliamo altre persone a diventare volontari. Molti sono consapevoli dell’esistenza di associazioni che si occupano di volontariato, ma queste spesso non sono visibili. Sono tantissimi i giovani che si sono uniti a noi seguendo i social”.
Tina Fabijančić: “Sono entrata nel programma di volontariato di Fiume CEC l’anno scorso dopo aver vissuto in Italia per quattro anni. Il ritorno nella mia città è stato per me uno shock, anche perché le cose erano cambiate nella mia vita privata. Avendo studiato storia dell’arte, per me è stato motivo di grande gioia apprendere la notizia che Fiume è stata insignita del titolo di CEC. Ho voluto dare il mio appoggio al programma culturale della mia città, socializzare con i miei concittadini e contribuire allo svolgimento di questo progetto. Il volontariato mi dà molte soddisfazioni perché mi arricchisce interiormente, mi ha fatto conoscere tantissime persone e mi dà tanta energia positiva. È bellissimo il fatto che di volontariato si occupino persone di tutte le fasce d’età. Tutti noi abbiamo in comune il desiderio di contribuire a migliorare la nostra città e a promuovere i suoi valori. Vorrei anche aggiungere che il team del progetto CEC si prende cura di noi e abbiamo un bellissimo rapporto. Spesso ci ringraziano per il nostro impegno con biglietti gratuiti per i vari eventi culturali, oppure con dei regali. Le amicizie, le conoscenze e l’arricchimento interiore sono i valori più preziosi che rimmarranno una volta concluso il progetto CEC.
Vorrei anche aggiungere che del programma CEC mi piace il fatto che volge molta attenzione ai bambini, soprattutto in virtù della Casa dell’Infanzia che verrà inaugurata tra qualche mese, e credo che questo sia un lascito importante per il futuro della nostra città. Sono poche le città in Croazia che offrono così tanti contenuti per i bambini”.
Mirna Greblo-Čop: “Sono pensionata e ho tanti interessi. Ero molto felice per Fiume quando è stata insignita del titolo di CEC e ho partecipato a diversi laboratori organizzati da vari enti culturali, tra cui anche l’Art cinema. L’esperienza all’Art cinema mi ha spronata a seguire con maggiore attenzione le attività proposte nell’ambito del progetto CEC. Ad un certo punto ho creato un profilo Facebook dove un giorno mi è giunto l’invito a prendere parte al Consiglio dei cittadini nel RiHub e dopo averci pensato un po’ ho deciso di aderirvi. Come membro del Consiglio avevo l’occasione di valutare delle idee e proposte di progetti davvero straordinarie. Dopo la cerimonia d’apertura del progetto Fiume CEC in febbraio e dopo aver partecipato a innumerevoli laboratori e corsi mi sono resa conto di avere ottenuto tanto dalla città e che era giunto il momento di ricambiare il favore. Così ho deciso di dedicarmi al volontariato. Quest’attività è stata la ciliegina sulla torta e sono davvero entusiasta del modo in cui Asja porta avanti il programma di volontariato e dei tantissimi giovani e persone di tutte le età che donano il loro tempo per dare una mano nello svolgimento di Fiume CEC. Una delle esperienze più belle, che mi ha portato tanta gioia, è stato il Festival Tobogan.”
Asja: “Abbiamo un gran numero di volontari di terza età che, purtroppo, in questa pandemia hanno dovuto rinunciare a questa attività perché rientrano nella categoria a rischio. Nonostante ciò, molti hanno deciso di sfidare il virus e prendere parte al Festival Tobogan perché semplicemente non vi potevano mancare. Per quanto riguarda il mio percorso nel volontariato, avevo iniziato nel progetto CEC, dopodiché sono stata assunta dalla società Rijeka 2020 e all’inizio di quest’anno sono giunta all’HKD per gestire il programma di volontariato. Per me questa è un’esperienza inestimabile. L’energia, l’apertura mentale, la voglia di collaborare e l’impegno che queste persone dimostrano è davvero contagiante e straordinaria. Non è mai successo, nemmeno ai tempi del lockdown, che qualcuno di loro si rifiutasse di partecipare a qualche attività. Devo dire che vado fiera della nostra città e dei nostri cittadini che hanno dimostrato ancora una volta che questa è una città aperta e che facciamo insieme qualcosa di positivo”.
Una decina d’anni fa il volontariato non era un’attività così diffusa in Croazia. Nel frattempo le cose sembrano essere cambiate?
Asja: “Le cose sono cambiate, anche se i cittadini della Croazia non sono ancora così propensi a occuparsi di volontariato. In altri Paesi, come in Germania, il volontariato è molto diffuso e i volontari possono usufruire di numerosi benefici. Vorrei che a Fiume venga riconosciuta la sua importanza per la vita culturale cittadina. Nel capoluogo quarnerino, infatti, opera l’Accademia di Arti applicate che educa i giovani professionisti, ma ci sono anche i cittadini ordinari che così hanno l’opportunità di venire a contatto con la cultura. In questo modo questa diventa accessibile a tutti e permette alle persone di allargare i loro orizzonti. Il volontariato culturale offre la possibilità di imparare cose nuove. Questo è un ambiente appagante che riesce a tirare fuori il meglio dalle persone. I volontari fanno parte di un meccanismo più grande e senza di loro molte cose non funzionerebbero. Vorrei anche rilevare che durante i due mesi di quarantena noi non se ne stavamo con le mani in mano, ma eravamo attivi su diversi fronti. I nostri volontari non avevano paura del coronavirus e durante la quarantena erano impegnati nella distribuzione del materiale necessario per la stampa 3D alle ditte fiumane che stampavano le visiere e quindi trasportavano le visiere confezionate al Campus di Tersatto dove gli studenti le assemblavano. Organizzavamo inoltre azioni di donazione di sangue”.
Vi è mai successo che amici e conoscenti vi chiedano perché vi occupate di volontariato se non siete pagati per farlo?
Dejana: “Mi è successo più volte, ma posso dire soltanto che nessuna somma di denaro può rimpiazzare le esperienze e le amicizie che si creano occupandosi di volontariato”.
Tina: “Quando me lo sento chiedere, invito questa persona a provare e a trascorrere qualche ora da volontario. Le spiego che tutto si fa su base volontaria, appunto, e che ognuno sceglie quando e per quanto tempo presterà il suo servizio. Non ci sono obblighi”.
Come viene organizzato il lavoro?
Asja: “Gli organizzatori di un evento mi contattano se hanno bisogno di volontari, io mi segno la data e l’ora in cui l’evento avrà luogo e in quali posizioni c’è bisogno d’assistenza. Trovo informazioni più dettagliate sull’evento e scrivo una e-mail con la quale cerco di attirare i volontari a prendere parte all’evento. Spedisco l’e-mail ai volontari e loro rispondono se possono partecipare all’evento o no. In seguito stilo una lista di volontari e la scaletta delle attività”.
Qual è l’evento del progetto Fiume CEC che vi ha dato più soddisfazioni e che preferite tra tutti quelli ai quali avete presenziato?
Amra: “Sono stati numerosi gli eventi ai quali ho partecipato, ma il mio preferito è senza dubbio Global Game Jam che si è tenuto nel RiHub, la tre giorni di creazione di videogiochi. All’evento hanno preso parte giovani giunti da tutte le parti del mondo. È stata un’esperienza davvero speciale perché ho capito che la cultura non sono soltanto i concerti e il teatro, ma tutto ciò che ci circonda. Ho visto come funzionano le cose ‘dietro le quinte’ e quanto lavoro richiede la creazione di un videogioco e l’atmosfera era fantastica”.
Dejana: “La mia manifestazione preferita è stata la cerimonia di chiusura del Festival Tobogan. La mia posizione era accanto la nave Uragan in Molo longo e allora ho capito in che misura siamo un team affiatato che funziona come un meccanismo perfetto”.
Mirna: “Anche per me la chiusura del Festival Tobogan è stata l’esperienza più bella e ha superato tutte le mie aspettative. Vedere i visi sorridenti dei bambini è stato davvero appagante”.
Asja: “L’evento più bello per me è stata la cerimonia d’apertura di Fiume CEC perché, oltre che a includere il maggior numero di volontari, era anche la prima attività che ho gestito in veste di responsabile. Tutti i volontari hanno fatto un ottimo lavoro: erano visibili, informati, a disposizione dei visitatori e dei turisti stranieri durante tutto il giorno. Rafforzando il senso di comunità possiamo fare molte cose e sono compiaciuta per il fatto che nonostante tutto siamo ancora qui e siamo riusciti a concludere con un ricco programma la prima parte dell’anno in cui Fiume è Capitale europea della Cultura.”
In conclusione, avete qualche messaggio per i potenziali volontari?
Tina: “Il volontariato è un’attività perfetta per coloro che amano questa città e desiderano conoscerla meglio”.
Amra: “Coloro che hanno numerosi hobby e credono di non avere tempo per dedicarsi al volontariato sbagliano a pensare così. Infatti, è possibile collegare gli hobby con il volontariato seguendo eventi che rientrano nel nostro interesse”.
Dejana: “Il volontariato è il modo più bello per dimostrare l’amore verso la nostra città e per migliorare la nostra comunità”.
Mirna: “Invito tutti i cittadini a diventare volontari e a vedere come si può trascorrere in allegria il tempo libero”.
Chi volesse diventare parte di questa grande famiglia di persone che amano la propria città e desiderano donare il proprio tempo libero per renderla più accogliente può compilare la scheda in Rete o contattare la responsabile del programma di volontariato di Fiume CEC, Asja Brusić, all’indirizzo elettronico [email protected].

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