CEC. Il resoconto per il 2018 di Rijeka 2020 non soddisfa

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CEC. Il resoconto per il 2018 di Rijeka 2020 non soddisfa

FIUME – Non soddisfa il resoconto dell’operato della Società Rijeka 2020 nel 2018, il quale non è stato accolto in sede di Consiglio per la cultura della Città di Fiume, presieduto da Zvonimir Peranić. Sono diversi i punti del resoconto della direttrice della Società Rijeka 2020, Emina Višnić, che non hanno convinto Peranić e per i quali ha chiesto delucidazioni. Uno dei punti riguardava il numero complessivo di spettatori e di partecipanti ai più di 300 programmi realizzati nel corso del 2018, che corrisponde a 45mila. Peranić ha osservato che il numero medio di spettatori per programma ammonta a 150 e ha voluto sapere se la direzione della Società sia soddisfatta del numero di partecipanti ai vari programmi. Emina Višnić ha spiegato che nella cifra complessiva di programmi non rientrano soltanto eventi che attirano un numeroso pubblico, bensì anche laboratori educativi a cuile adesioni sono a volte soltanto una decina.

La direttrice Emina Višnić

Dipendenti e stipendi
“Per poter esprimere un giudizio sul fatto se 45mila spettatori sia una cifra soddisfacente o meno dovremmo comparare il nostro progetto Capitale europea della Cultura con edizioni di altre città. Soltanto questo paragone potrebbe dare una risposta concreta”, ha osservato la direttrice. Peranić si è detto perplesso pure in riguardo all’aumento del numero di dipendenti, pari al 62 per cento, in seno alla Società, il quale è stato, però, accompagnato da un aumento delle spese per stipendi e contributi del 118 p.c. Riguardo a questa discrepanza, Iva Grego, direttrice degli affari generali in seno alla Società Rijeka 2020, ha spiegato che nel 2018, la Società contava 34 dipendenti, mentre un anno prima questo numero era molto più ridotto. “L’aumento della percentuale relativa agli stipendi è in relazione con la struttura dei dipendenti, in quanto nel corso del 2018 sono stati assunti diversi direttori a capo di vari settori e questi, come sappiamo, sono i posti di lavoro più ‘costosi’”, ha concluso Iva Grego.
Programma di volontariato
Peranić ha voluto sapere pure in che modo verrà gestito il programma di volontariato, in quanto chi lo ha gestito finora sta per andarsene. A rispondere è stata Irena Kregar Šegota, direttrice del Settore per lo sviluppo e le partnership strategiche, la quale ha osservato che il responsabile del programma di volontariato se ne va su richiesta personale, per cui a breve verrà bandito un concorso per il nuovo direttore del settore. Ha anche rilevato che difficilmente verrà raggiunta la cifra di 4mila volontari, com’è stato previsto nel libro di candidatura del progetto Fiume CEC 2020, ma che comunque già con 500-700 adesioni verrà messo in atto un nuovo modello di volontariato nel settore della cultura.
Tenere conto delle richieste del pubblico
Nikša Vitković, membro del Consiglio per la cultura, ha fatto un discorso generale osservando che il ruolo di quest’organo non è tanto di occuparsi di numeri e statistiche, bensì di prendere in considerazione l’indice di soddisfazione dei cittadini con i programmi offerti dai vari enti culturali. Ha quindi proposto che nei resoconti ciascun ente presenti pure l’indice di soddisfazione del pubblico. A ribattere è stato il capodipartimento per la Cultura, Ivan Šarar, il quale si è detto in parte d’accordo con Vitković, ma ha osservato che a questo punto anche altri servizi pubblici come le scuole, gli asili, il trasporto e via dicendo dovrebbero sottostare ai medesimi criteri di valorizzazione.
Tre mesi del 2018
Non è stato accolto nemmeno il resoconto della Casa croata di cultura (HKD) di Sušak, presentato da Edvin Liverić, il quale ha spiegato che il documento riguarda soltanto gli ultimi tre mesi del 2018, in quanto l’ente è stato fondato nel mese di ottobre. Peranić ha giudicato incompleto il resoconto, per cui ha annunciato che in sede di Consiglio cittadino, dove verranno nuovamente presentati tutti i resoconti nel settore della cultura, voterà astenuto per il resoconto dell’HKD. Jolanda Todorović, che nel corso del 2018 ha ricoperto la carica di facente funzione di direttrice dell’HKD, ha spiegato che il 2018 è stato un anno movimentato per l’ente, in quanto a quell’epoca era ancora gestito dal TNC “Ivan de Zajc”.
«Zajc»: ancora debiti
Accolti, invece, i resoconti del Teatro dei burattini, dell’Art cinema, della Biblioteca civica, del Museo civico, del Museo di Arte moderna e contemporanea (MMSU), come pure quello del Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc”. Il sovrintendente Marin Blažević ha rilevato che i dati finanziari relativi all’attività del Teatro fiumano riportano un ammanco di 691mila kune, in quanto nel 2018 il governo italiano non aveva versato 118mila euro sul conto del Dramma Italiano. Il versamento è stato effettuato nel mese di marzo di quest’anno.
Blažević ha voluto rispondere pure all’osservazione di Vitković sul fatto che gli enti culturali dovrebbero tenere conto dell’indice di soddisfazione del pubblico. “Il ruolo e la funzione dell’arte seria non è di produrre un pubblico soddisfatto, bensì di rispecchiare la realtà in maniera critica. Il pubblico soddisfatto è un obiettivo dei Teatri commerciali, non della cultura che viene promossa in questa città”, ha rilevato Blažević.
In conclusione, è stata accolta la proposta di discutere l’idea dell’indice di soddisfazione in una delle prossime sedute del Consiglio per la cultura.

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