Il rispetto della memoria

La celebrazione del Giorno del Ricordo, promosso dalla locale Comunità degli Italiani e dalla Famiglia umaghese, si è tenuta davanti alla chiesa dove è posta la targa commemorativa in onore degli umaghesi sepolti lontano dalla terra d’origine

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Il rispetto della memoria

La celebrazione del Giorno del Ricordo davanti alla chiesa dove è posta la targa commemorativa degli umaghesi morti lontano dalla loro terra, o inghiottiti dalle foibe, è un momento di estrema riflessione, ma anche di speranza. Alla fine della Seconda guerra mondiale, praticamente a liberazione già avvenuta, si apriva la tragedia dell’esodo e delle foibe che ha diviso le famiglie, svuotato le campagne e fatto piangere moltissime persone. Ricordi che ritornano e che oggi sono celebrati ufficialmente sia in Italia che in Croazia.
Umago è stata la città apripista, quella che ha posto una targa commemorativa dove ogni anno, a partire del 2004 esuli e rimasti si ricongiungono per ricordare i loro cari. E così è stato anche ieri, quando al cimitero la vicesindaco di Umago, Floriana Bassanese Radin, il parroco Josip Grbac e a nome della Famiglia umaghese Mariella Manzutto e Silvio Delbello, hanno ricordato la tragedia degli umaghesi.

Mariella Manzutto, Silvana Gulin e Floriana Bassanese Radin

“Oggi la nostra Comunità degli Italiani ‘Fulvio Tomizza’, condivide assieme alla Famiglia umaghese il Giorno del Ricordo – così la vicesindaco Floriana Bassanese Radin –. L’esodo, drammatico, ha spopolato paesi e città, anche l’anima del territorio se n’è andata, anni difficili per tutti, perché chi è andato via si è trovato in un ambiente spesso ostile, idem per chi è rimasto. Mille difficoltà da entrambe le parti e per tutti, mille lacrime di infinita sofferenza, perché le ferite non sono mai state rimarginate. Un capitolo buio della nostra storia, nazionale e internazionale, che causò lutti, sofferenze e lo spargimento di sangue innocente. Vi furono persone, come i tre fratelli Gulin di Umago, vittime di un odio che era ideologico, etnico e sociale, vi furono molte persone che nulla avevano a che fare con il fascismo e le sue persecuzioni. Il solo fatto di essere italiani, era motivo di persecuzione. Il drammatico esodo è stato uno stillicidio durato un decennio“
Come detto da Silvio Delbello si tratta di una celebrazione importante. “Il 10 febbraio celebriamo il Giorno del Ricordo, istituito nel 2004 per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. Come sancito dalla legge, numerose iniziative sono state programmate per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado, unitamente ad altre per la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende”.

Il discorso di Silvio Delbello

“La condivisione della memoria è un processo che richiede tempo ed è difficile da conseguire, devono maturare nuovi sentimenti e si deve chiudere con il risentimento reciproco – ha continuato Delbello –. Intanto possiamo praticare il rispetto della memoria, con atti di pietà e ricordo per chi ha perso il dono prezioso della vita, dando ai loro resti decorosa sepoltura, quando ciò è possibile. Allo scopo, avvalendoci delle norme della Croazia che il 4 marzo del 2011 ha emanato la legge sulla Ricerca, marcatura e manutenzione delle fosse delle vittime dei crimini comunisti dopo la Seconda guerra mondiale, e con il supporto delle Comunità degli Italiani e dei Consolati in loco, la celebrazione del Giorno del Ricordo acquisterà un valore ancora più significativo. L’episodio più eclatante è quello dei fratelli Gulin, Ferdinando, Giovanni e Germano, mugnai di Umago, noti in paese per la loro onestà e generosità, che il 29 novembre del 1946 uscirono di casa per non ritornarvi mai più”.
Il parroco Josip Grbac ha detto che bisogna assolutamente ricordarsi dei morti, e che il Giorno del Ricordo, celebrato congiuntamente dagli umaghesi rimasti e partiti è un gesto lodevole e moralmente dovuto. E di pagine molto dolorose ha parlato anche Mariella Manzutto vicepredidente della Famiglia umaghese, perché è fondamentale conoscere la tragedia del popolo istriano. In serata c’è stata invece la rappresentazione nel teatro della CI del dramma “Giulia” a cura del Teatro Inpiria di Verona.

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