Il primo esperimento nelle acque del Quieto Il motore grippato fece fallire il tentativo

0
Il primo esperimento nelle acque del Quieto Il motore grippato fece fallire il tentativo

“Il più bello dei mari è quello che non navigammo”…dice il poeta. In questo spazio sospeso tutto è possibile, immaginare e costruire, recuperare il passato proiettandolo nel futuro, chiusa una pagina, aprirne una seconda per raggiungere sempre nuove mete. Un’ispirazione che è modello per molti, anche nel mondo dell’associazionismo. Nasceva con questo spirito, curioso e innovativo, anche il Circolo Istria di Trieste, che in più di trent’anni non si è mai fermato ai risultati immediati, ma continua con forza a spingere verso nuovi traguardi. Si è appena chiuso un altro convegno a Trieste, dedicato a una profonda riflessione su ciò che significò per questa nostra area l’impegno di menti illuminate, come quella di Josef Ludwig Franz Ressel, inventore prolifico, noto soprattutto per l’applicazione dell’elica ai motori marini.

“Quest’appuntamento – spiega Livio Dorigo, presidente del Circolo di cultura istroveneta Istria – rientra nel progetto del Circolo intitolato ‘Scriviamo noi la nostra storia’, svoltosi all’Auditorium Wartsila Italia Spa, a Bagnoli della Rosandra, sede della fabbrica, il 6 dicembre scorso. La storia è stata costruita intorno a noi e noi dobbiamo cercare di capirla, di scomporla, per ritrovare il bandolo dei momenti più significativi”.

Perché Ressel?

“Perché parlare di Ressel significa affrontare un periodo importante della nostra storia, del tempo delle idee e delle innovazioni tecnologiche, scientifiche ma anche del pensiero. Non si può ragionare di Ressel senza citare i suoi contemporanei, il loro ruolo nell’evoluzione dei commerci, della navigazione marittima e dei rapporti nuovi con l’Oriente e l’Estremo oriente. Primeggia tra questi la figura del barone Revoltella, al quale si devono in gran parte le azioni che hanno condotto al taglio del Canale di Suez e dello sviluppo imponente del porto di Trieste, che da zona periferica diventa centrale nei commerci delle zone chiave dell’epoca. Tanto da riuscire a emarginare il ruolo egemone fino ad allora esclusiva della Gran Bretagna”.

L’inventore, il geniale ingegnere forestale, sposò una montonese e la cittadina, infatti, gli dedica una targa ricordo. Ma perché è così importante per voi, in questo momento, da diventare il focus di un convegno?

“Le ragioni sono molteplici: prima, sottolineare il ruolo di un’eccellenza. Josef Ressel, geniale e multiforme inventore oltreché grande forestale, sperimentò nel porto di Trieste l’elica navale che rivoluzionò la navigazione. Con questo convegno il Circolo Istria vuole ricordare la sua grande figura e proporre delle iniziative che facciano onore a lui e al territorio a cui appartenne e apparteniamo. Walter Macovac ha illustrato proprio i cambiamenti ai quali si pervenne in quel tempo, spiegando il personaggio Ressel, attingendo alla sua lunga esperienza di docente al Nautico di Trieste, riuscendo quindi a essere chiaro ma profondo allo stesso tempo”.

Da Ressel a Suez. A parlarne è stato il prof. Giulio Mellinato, prof. di storia economica all’Università di Milano-Bicocca, molto vicino al Circolo…

“Il prof. Giulio Mellinato è autore di volumi di grande prestigio del nostro Circolo. In questo caso ha creato quella premessa, affrontando il discorso della navigazione meccanica e i commerci all’alba della globalizzazione, che continueremo ad approfondire insieme, in un secondo incontro, che si svolgerà a gennaio. Abbiamo incaricato, come Circolo Istria, il prof. Gaetano Dato di effettuare una ricerca presso la Camera di Commercio di Trieste, durata ben due anni, proprio sull’evoluzione economica di Trieste dopo il taglio del Canale di Suez e fino allo scoppio della Prima guerra mondiale. Già dal momento dell’incarico, progettavamo un convegno conclusivo, che in questi anni abbiamo sognato e desiderato e che lo vedrà ora protagonista con i dati definitivi di questa ricerca”.

Cosa verrà svelato?

“Si dirà del ruolo del Canale di Suez, che aprì non solo i commerci, ma anche la veicolazione di una nuova cultura di scambi e di commerci che portò a grandi cambiamenti in tutto il bacino del Mediterraneo. Sorse una nuova cultura, la conoscenza di nuovi popoli e così via, come è stato sottolineato nel convegno alla Wartsila dai vari relatori. Nello stesso tempo a nord, cresceva la potenza della flotta mercantile germanica, che si sarebbe confrontata ben presto con l’egemonia britannica e che, alla fine, sarebbe stata in grado di mettere in difficoltà”.

Ma alla Camera di Commercio quale verità è custodita?

“Il prof. Dato ha seguito due filoni: l’incremento delle assicurazioni Generali, del Lloyd adriatico, prima anche Lloyd austriaco, e il lavoro di una Commissione inglese in loco per seguire l’andamento del Porto di Trieste. L’idea era di collegare con una linea ferroviaria il mare del Nord a Brindisi per accedere al Canale di Suez nel modo più veloce possibile. Incredibilmente, tutto ciò creò le premesse economiche dello scoppio della prima guerra mondiale. E sarà tema del prossimo incontro. Direi che si stia preparando una vera chicca per il gennaio del 2019. Sarà un incontro dedicato a Marino Vocci, a un anno dalla scomparsa, che fu per lungo tempo presidente del nostro Circolo, sempre nell’ambito del ciclo ‘Scriviamo noi la nostra storia’, ma con il titolo ‘Alla ricerca della verità’. Ecco perché Ressel è importante, insieme ad altri, primo fra tutti il barone Revoltella di cui ci parlerà il noto giornalista Pierluigi Sabatti, che ha preparato una splendida analisi per non dimenticare il ruolo di Von Bruck e di altri nel sogno di Suez. L’Alto Adriatico, da regione marginale, diventava la più importante del Mediterraneo”.

Al convegno tenutosi alla Wartsila è stata approvata anche una mozione…

“Ed è l’ennesimo significato di quest’appuntamento che abbiamo organizzato anche in collaborazione con l’associazione Triestebella, rappresentata dall’arch. Roberto Barocchi, che si è soffermato sul Ressel forestale. Non a caso una delle passeggiate più belle del Carso è a lui dedicata, tra l’altro creata per rendere possibile l’accesso anche ai non vedenti, con appositi segnalatori elettronici. Ma Triestebella vuole di più. Insieme proponiamo che la città dedichi a Ressel un monumento in un luogo ben visibile, perché ne ha determinato, in vario modo, lo sviluppo. Ressel è anche futuro, come ha specificato l’ing. Francesco Degano illustrando l’evoluzione dell’elica da Ressel a oggi. L’aveva già disegnata Archimede, ha aggiunto il nostro socio Franco Colombo, l’aveva perfezionata Leonardo da Vinci, ma si deve a Ressel l’applicazione ad un motore marino. A dire il vero, il primo esperimento era stato fatto sul fiume Quieto, in Istria, sotto Montona, ma fallì, non a causa dell’elica ma del motore che grippò”. (Motor istrian iera…ndr).
E tra il serio e il faceto si chiude ancora una fatica del Circolo Istria, con il contributo di Franco Crevatin, macchina organizzativa del convegno e del Comune di San Dorligo, nel quale ha sede la Wartsila. Anche quest’industria del Nord ha scelto Trieste per la sua attività, come aveva fatto Ressel: l’inventore nacque il 29 giugno del 1793 a Churdium, nella Repubblica ceca, e studiò in Austria, frequentando il liceo di Linz e l’Università di Vienna. Quindi si iscrisse all’Accademia forestale, fino a diventare, nel 1817, responsabile di un distretto austriaco. Nel 1821 Ressel si trasferì a Trieste, dove rimase per 36 anni, con spostamenti lavorativi in altre città. Morì di malaria a Lubiana il 9 ottobre 1857. Nella sua vita Ressel realizzò più di 30 invenzioni tecniche e ottenne il riconoscimento di 10 brevetti. Tra queste vi furono, ad esempio, i cuscinetti a sfera senza oliatura, una pressa per la produzione di vino e olio, un laminatoio e una macchina a vapore con raffreddamento ad aria, la posta pneumatica e un metodo per la produzione di sapone. Il primo progetto di elica di Ressel risale al 1812. Ma solo nel 1825 venne condotto positivamente l’esperimento. Un anno dopo, il 28 febbraio 1826, Ressel ricevette un brevetto per il progetto di una “vite archimedica per la propulsione navale”, e il 3 aprile 1827 ne ottenne un altro che gli conferiva il permesso di navigazione a vapore con l’elica, in mare e in tutti i fiumi e laghi austriaci. Allora cominciò la costruzione del piroscafo “Civetta”, dotato di un’elica di 1,57 metri. Quest’elica fu alla base dell’esperimento definitivo; tra giugno e ottobre del 1829, il “Civetta” navigò per 5 miglia, raggiungendo la velocità di 6 miglia orarie.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display