
È tutto pronto per l’evento che vuole racchiudere l’interesse e la volontà di costruire progettualità concrete a Fertilia, Sardegna (frazione del comune di Alghero), in quella borgata “che è nata come Città di Fondazione e che ha tutte le carte in regola per far crescere il suo aspetto urbanistico puntando su innovazione e sui giovani”, come premette una nota dell’agenzia Murales, a nome degli organizzatori. Una tre giorni intensa, che vedrà anche la partecipazione dei vertici dell’Unione italiana, la massima associazione rappresentativa degli italiani autoctoni, rimasti in Croazia e Slovenia. Un luogo di riconciliazione e di memoria, Fertilia: sorta ufficialmente l’8 marzo 1936, con la posa della prima pietra della chiesa parrocchiale, a opera dell’Ente Ferrarese di Colonizzazione per dare una risposta alla popolazione in eccesso della Provincia di Ferrara, furono proprio gli istriani che dopo la Seconda guerra mondiale abbanonarono la patria delle origini, a dare un importante contributo, con il loro lavoro, alla nascita vera e propria del borgo.
L’approdo nel 1949
Approdato in Sardegna, un primo nucleo di 53 famiglie istriane, che avevano mandato in avanscoperta il sacerdote don Francesco Dapiran, figura centrale per gli esuli di Fertilia (decisero di dedicare la nuova chiesa a San Marco) che dopo aver visto il sito in abbandono tornò a riva e disse “Fioi, stanote se dormi in barca”. Sull’approdo degli istriani in Sardegna nel 1949 l’Istituto Luce realizzò il reportage “Fertilia dei Giuliani”. A ricordare l’odissea, lo scorso anno, con un viaggio all’incontrario, il progetto “Ritorno alla terra dei padri”, pensato dall’Ecomuseo “Egea” di Fertilia e sostenuto dalla Camera e dal Senato della Repubblica Italiana, dalla Regione Sardegna, dalla Regione Lazio, dal Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, vari Comuni, dal Corpo delle Capitanerie di Porto italiane, dalla Rai, dall’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), dal Centro di Documentazione Multimediale della Cultura giuliana, istriana, fiumana e dalmata e da tanti altri enti ed istituzioni pubbliche e private. L’iniziativa ha visto il pieno coinvolgimento dell’Unione italiana. Il docufilm di quest’esperienza è stato proposto recentemente alla Mostra del Cinema di Venezia.
Memoria e rigenerazione
Ora si pone un altro tassello. “Fertilia. Città di fondazione. Tra memoria e rigenerazione”, questo il titolo dell’appuntamento, che oggi sarà incentrato sulla riqualificazione della cittadina, i cui contenuti saranno illustrati dal Dipartimento di Architettura dell’Università di Sassari, che lo porterà avanti insieme ai professionisti e ai borsisti. Non saranno semplici interventi che ripercorrono il progetto originario di riqualificazione: Fertilia ha una storia troppo importante per non far conto della sua nascita e del suo vissuto. Fertilia è l’incontro tra popoli che hanno fuso in una sola comunità cultura, tradizioni, anime e storie: su questo aspetto umanistico e sulla ricerca della sua connotazione sociale Fertilia costruisce la vocazione di Città inclusiva, aperta al cambiamento e pronta per costruire su di sé un progetto condiviso e partecipato. E soprattutto: Fertilia non è una borgata nella quale inserire servizi di prossimità ma una realtà ben collocata che ha bisogno di trovare la sua centralità.
Questo concetto verrà rafforzato nel dibattito del pomeriggio “Fertilia e il territorio: strumenti, innovazione e prospettive.” dove le autorità e la politica, oltre che ai professionisti coinvolti nel progetto, comunicheranno al pubblico, prospettando tutti gli scenari possibili, che non devono restare sulla carta. Sarà l’occasione anche per fare un focus sugli strumenti individuati, sulle reali possibilità operative, e sulle risorse economiche disponibili affinchè la rigenerazione urbana possa diventare reale. La serata proseguirà con gli interventi di ospiti illustri “Sulle rotte del leone”, che si faranno portavoce del profondo legame identitario tra Sardegna Istria e Triveneto. In chiusura l’esibizione sul palco allestito in piazza San Marco dei gruppi musicali Coro Sacro Cuore di Gesù e San Marco di Fertilia, Coro Baratz di Alghero, Coro polifonico di Santa Cecilia di Arborea, Gruppo Folkloristico della Comunità degli italiani di Dignano e la band Caffè Havana Sambuca e Lambrusco di Ferrara.
Scambio di opinioni
Domani, sabato, si terrà invece la conferenza “Un futuro senza confini. Uniti verso un nuovo Protocollo di Zagabria”, che – come ci anticipa il presidente della Federazione delle Associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati, Renzo Codarin – dovrebbe vedere anche la presenza del presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, del presidente dell’Assemblea dell’UI, Paolo Demarin, e, a nome suo e del presidente dell’Esecutivo, Marin Corva, il “giuntino” Gaetano Benčić, titolare del Settore Istituzioni della CNI e collaborazione transfrontaliera. Sarà un’occasione di riflessione e scambio di opinioni e proposte su come rinsaldare e incrementare le reciproche relazioni. Tra i promotori, oltre alla FederEsuli, anche l’Ecomuseo “Egea”, l’ANVGD, l’Associazione delle Comunità istriane di Trieste, l’Associazione Fiumani Italiani nel Mondo/Libero Comune di Fiume in esilio e l’Associazione Italiani di Pola e Istria – Libero Comune di Pola in esilio. Prevista l’assegnazione della cittadinanza onoraria di Alghero alla “bambina giuliana con la valigia” – diventata l’immagine simbolo della tragedia dell’esodo –, Egea Heffer, costretta a scappare da Pola quando non aveva 4 anni (oggi ne ha 82). Sarà inoltre presentato – e vedrà la sua prima proiezione pubblica in Italia – il film “Rotta 230º – Ritorno alla terra dei padri” e il libro, che riassume quest’esperienza a parole, scritto da Mauro Manca, direttore organizzativo dell’Ecomuseo “Egea” e membro dell’equipaggio del “Klizia”, che un anno fa dalla Sardegna, navigando lungo la costa italiana, approdò anche in Istria.
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