
Tra i due contendenti il terzo… non gode. Potremmo parafrasare così i risultati della seconda tornata delle elezioni amministrative in Croazia. A uscire con le ossa rotte dalla contesa sono quelle forze e quei candidati indipendenti che negli ultimi anni hanno inseguito vanamente una terza via tra le due forze politiche storiche, l’HDZ e l’SDP. Unica eccezione di fatto Iva Rinčić a Fiume, a cui toccherà il non facile compito di smentire le previsioni degli analisti secondo cui ormaile carte sulla scena politica sono state distribuite da tempo e a parte sporadiche fiammate non c’è troppo posto per terzi.
Ora resta da vedere se da questi risultati emergeranno conseguenze politiche a Zagabria. Il DP indebolito difficilmente potrà condizionare ulteriormente la maggioranza, com’è successo ad esempio con l’esclusione dei deputati della minoranza serba dal novero della coalizione di Governo all’inizio della legislatura. E c’è chi non esclude che Plenković possa cercare alternative al Movimento patriottico o magari cercare di allargare la maggioranza verso il centrosinistra, eventualmente verso i regionalisti. Del resto non manca a destra chi definisce di sinistra la politica dell’attuale Governo, visto l’interventismo statale per spegnere i focolai di crisi o la “caccia ai rentier” in campo turistico, come vengono definiti quanti si occupano di affitti brevi. La stretta in questo ambito non ha avuto effetti politici negativi per l’HDZ, ma d’altronde nessun’altra forza politica ha saputo o voluto cavalcare il malcontento di determinate categorie, come gli affittacamere. Tutti coloro o quasi che si sono presentati come alternative si sono accontentati di acrobazie dialettiche, alla lunga dimostratesi sterili in chiave elettorale. Resta da vedere quanto sia fattibile l’idea di un avvicinamento della DDI alla maggioranza. Certo il leader storico Ivan Jakovčić ha lasciato intendere tra le righe che l’attuale HDZ di Andrej Plenković non è più quello di una volta per cui chiusure aprioristiche di fatto non sono giustificabili. Non è detto che ciò porti a un’inclusione nella maggioranza dei due deputati dietini al Sabor, ma a un ulteriore disgelo tra Zagabria e l’Istria certamente sì, grazie anche ai cospicui investimenti statali nell’Alto Adriatico.
La CNI, in questa tornata elettorale, ha visto eletti diversi consiglieri cittadini e regionali appartenenti alla minoranza sia in istria che nel Quarnero, per cui non saranno necessarie elezioni suppletive. Sul fronte dei vicesindaci in quota CNI vi sono sia novità che continuità, come nel caso della vicepresidente della Regione istriana. L’impegno per tutti dovrebbe essere quello di proseguire sulla strada dell’affermazione dei diritti della CNI, della difesa della presenza lunguistica e culturale italiana sul territorio.
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