TACKLE Una decisione senza senso

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TACKLE Una decisione senza senso
L'ormai ex tecnico del Rijeka, Željko Sopić. Foto Goran Žiković

Tutti gli intenditori di pallone sanno che, quando la squadra va male, il primo a farne le spese è l’allenatore. Il perché è molto semplice: cambiare tecnico è molto più semplice ed economico che cambiare giocatori. Detto questo diventa incomprensibile e di difficile lettura la decisionepresa dal Rijeka, cioè dal presidente Damir Mišković, di esonerare Željko Sopić alla vigilia della trasferta svedese in Europa League. E lo stesso tecnico zagabrese, una volta informato dell’esonero, è rimasto spiazzato. È una decisione del presidente, ha detto, e il club è di sua proprietà. C’è poco da commentare, non so cosa dire. Comunque lascio a testa alta. In questo avvio di stagione – cinque impegni tra campionato ed Europa – i biancocrociati non hanno perso, quindi parlare di risultati scarsi non ha proprio senso. Questa la nota ufficiale – scarna e senza alcuna motivazione – rilasciata dal club più o meno due ore dopo la conferenza stampa in vista del match di giovedì con l’Elfsborg, alla quale è intervenuto lo stesso Sopić, ignaro che stava per diventare un ex: “Il Rijeka comunica di aver sollevato Željko Sopić dall’incarico di allenatore responsabile della prima squadra. Al tecnico i ringraziamenti per la professionalità dimostrata e il lavoro svolto, a lui i migliori auguri per il prosieguo di carriera. La squadra è stata affidata al vice Radomir Đalović”. Per oggi, giorno della partenza per la Svezia, è stato convocato un secondo incontro con i media al quale interverranno il neoallenatore montenegrino, ma soprattutto il direttore sportivo Darko Raić Sudar che dovrà spiegare il perché dell’improvviso siluramento di Sopić. Almeno si spera che sarà così.
Ma che cosa è successo? Forse lo sapremo oggi, ma il tifoso deve sapere e capire che la situazione a Rujevica è difficile, soprattutto a livello economico. La programmazione sportiva viene dettata dalla situazione finanziaria e quindi si (s)vende il vendibile (Pjaca, Labrović, Mitrović, Dilaver…) o si cerca di farlo a tutti i costi (Pašalić, Obregon…) e poi si chiedono miracoli all’allenatore di turno.

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