TACKLE La camomilla è servita

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TACKLE La camomilla è servita
Foto Roni Brmalj

Un derby dell’Adriatico da dimenticare quanto prima per la qualità (eufemismo) di gioco espressa dalle due squadre: zero emozioni, zero occasioni e di riflesso zero gol, come non accadeva dal febbraio del 2019. Eppure le premesse erano ben altre, con in campo due team – Rijeka e Hajduk – relativamente in buona salute dopo un periodo di malessere dovuto agli smacchi europei e alle vicissitudini societarie più (spalatini) o meno (fiumani) gravi. Che l’alta posta in palio abbia condizionato le due capoliste ex-aequo, tagliando le gambe ai giocatori e influendo sulle scelte tecnico-tattiche di Đalović e di Gattuso? Oppure che abbia vinto la paura di perdere, perché un punto in un derby è sempre un punto? Non è dato a sapere e non lo sapremo mai. O forse qualche piccolo indizio arriverà nel prosieguo del torneo o magari
già nella prossima settimana, con lo Šibenik al Poljud e il Rijeka a Koprivnica. Se vincono
entrambe tutto come prima… Resta il fatto che a Rujevica ha vinto soltanto la Dinamo,
che rischiava di finire a -4 dalla vincente e ora si trova a -2 dalla “coppia adriatica”; per intenderci, la squadra del Maksimir, assorbito il doppio colpo Bayern-Slaven Belupo, resta strafavorita per conquistare l’ennesimo titolo. Quattro punti da recuperare in un’autentica maratona è cosa di poco conto per una squadra tosta come quella zagabrese, ma un’eventuale mini-fuga di biancocrociati o “bili” avrebbe dato un po’ di pepe a un campionato da anni senza condimento. Senza pensarci troppo, anzi senza pensarci proprio, le due contendenti hanno evitato di assumere l’iniziativa e prendere determinati rischi per cercare di vincere la partita. Ai tifosi sembrava di bere una tisana durante la giornata e non assistere a un match che prometteva fulmini e saette: invece soltanto quiete e della tempesta nemmeno l’ombra. La nota positiva è che nel derby non si sono registrati incidenti sugli spalti e nel dopopartita, grazie anche al comportamento impeccabile dei giocatori in campo, soprattutto di Rakitić quando non ha reagito a uno sputo (!?) immortalato dalla telecamera di un bambino-tifoso: un gesto inspiegabile. Tornando ai “grandi”, quella che dovrebbe essere la
normalità purtroppo diventa quasi quasi una notizia da prima pagina. Per alimentare quella già degradata società senza arte e senza parte che si definisce “mondo ultrà” ci ha comunque pensato un gruppo di una cinquantina, c’è chi dice un centinaio, di appartenenti alla Torcida
– difficilissimo che si tratti dello zoccolo duro di Spalato – che ha cercato “un’esibizione eversiva”, una specie di “marcia su Fiume”, radunandosi nella tarda mattina nel quartiere di Cantrida e dirigendosi in corteo presumibilmente verso il centro cittadino. Il pronto intervento degli agenti di Polizia ha scongiurato il peggio e il contatto diretto con l’Armada, che strada facendo avrebbe sicuramente incrociato.

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