SECONDO ME La ruggine riemerge sempre

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SECONDO ME La ruggine riemerge sempre

Ci sono matrimoni che zoppicano fin dall’uscita dal Municipio, tanto che qualcuno tra gli invitati si chiede se era proprio il caso di spendere i soldi per un regalo importante. Poi, zoppicando un po’ con la destra, un po’ con la sinistra, la coppia arriva magari alle nozze d’oro. Cinquant’anni. E magari la coppia che sembrava solidissima, a prova di tutte le prove che la vita mette davanti, scoppia. I casi della vita.

La foto di matrimonio tra Indipendenti Zoričić, Možemo ed SDP – questa volta per entrare in Municipio e non all’uscita – era sgranata fin da subito. A dieci mesi dalle elezioni qualche screzio ha messo un po’ di polvere sui sorrisi. E certamente non ha aiutato il fatto che, a conti fatti, si trattava e si tratta di un menage a trois, proverbialmente scivoloso da gestire.

Non la si potrebbe nemmeno definire più storia recente: a dieci mesi dalle elezioni la composizione della maggioranza dovrebbe essere storia finita (ma non dimenticata) e si dovrebbe pensare ad altro. Vale la pena tenere a mente la genesi della maggioranza, perché è in questo che si leggono le sue debolezze. Alle elezioni, la DDI aveva guadagnato 8 seggi, la piattaforma Možemo 4, la Lista Indipendente Filip Zoričić 4, l’SDP 3 e l’Accadizeta 2. Poi, nella tornata supplementare, un seggio era andato alla minoranza serba, che non aveva alcun rappresentante in Consiglio, per cui, con l’aggiunta, da 21 i seggi consiliari sono diventati 22.

Come comporre la maggioranza? Zoričić, diventato sindaco, ne era andato a caccia. La DDI era rimasta fuori dalle porte perché a conti fatti non avrebbe potuto coalizzare con nessuno. Infatti, il leit motiv di tutte le altre liste in corsa era stato “mandiamo a casa la DDI”. L’Accadizeta è partito diametrale da subitissimo, dai primi anni Novanta; l’SDP, nel tempo, è stato un po’ fraschetta, amante (capricciosa) della DDI quando era servito, acerrimo nemico quando era conveniente. La piattaforma Možemo e la Lista Indipendente FZ sono nate e venute su con il fermo intento di spazzare via la Dieta e gestire la Città in maniera diversa. La capra quindi non avrebbe potuto fare l’occhiolino a nessuno: ne avrebbe guadagnato una blefarite, ma non un compagno di viaggio attraverso il mandato.

Solitamente ci si sposa per amore: un matrimonio nato sul non amore verso terzi, dà qualche garanzia di solidità? In questa fragilissima disposizione di forze, la maggioranza si ritrova con 11 consiglieri. E ne ha di fronte altrettanti. Con qualche variazione, dipendentemente dalla materia da trattare.

L’opposizione non ha dovuto nemmeno picconare più di tanto: la maggioranza è riuscita a erodersi le fondamenta da sola. Che poi solidissime, le fondamenta, non erano. Si era partiti, dopo lunghe trattative e tiraemmolla, con un’agenda – proposta sostanzialmente dalla piattaforma Možemo – che si sarebbe potuta definire una point of view e non già qualcosa di pratico e operativo. Una cornice per contenere quattro anni che invece sarebbero dovuti essere operativi al massimo. Tra sgambetti e rallentamenti, Pola è quanto mai letargica. E polemica.

Per un po’ di tempo si era giurato, mettendo a garanzia di scottatura la mano, che tutto procedesse nel migliore dei modi e a dirla tutta, tra news e fake news bisognava fare un po’ d’attenzione nel leggere la quotidianità. Ma la vernice non basta a fermare la ruggine: quest’ultima emerge sempre. Potrebbe essere colpa della salsedine, ma l’ultima macchia è Valcane, dove al posto del rigoglioso verde potrebbe sorgere un albergo infinito. Sembra che ognuno vada per conto proprio, fornendo dati e cifre spesso poco aderenti alla realtà. Ci vorrebbe una presa di posizione comune; in questa come in altre questioni. Si ha quasi l’impressione che prima di dire o fare una qualsiasi cosa, il sindaco debba mettere pace in famiglia. Quattro anni così sono improponibili e soprattutto non portano da nessuna parte. Un grande dispendio di parole e di energie ma nulla più.

Che Zoričić sarebbe stato tirato ora per una ora per l’altra manica dalle compagne di coalizione, Dušica Radojčić (Možemo) e Sanja Radolović (SDP), che tra l’altro dovrebbero dividersi l’incarico di presidente del Consiglio, era già stato preventivato, ma succede talmente spesso che o le maniche si allungheranno o si scuciranno. Probabilmente ne avrà piene le tasche, se giorni fa ha ventilato la possibilità di sciogliere la coalizione e andare alle elezioni anticipate. Aveva anche annunciato un incontro con i partner di coalizione, ma al momento del dunque l’incontro è saltato in quanto il sindaco è stato “impedito da impegni improrogabili”.

Un parlare a suocera perché nuora intenda? Uno stratagemma per fare rientrare nei ranghi i partner di coalizione? Forse. Probabilmente nessuna opzione ha voglia di arrendersi e rimettersi in discussione con un esito abbastanza incerto. ammesso e non concesso che si vada alle urne con abbondante anticipo, quale potrebbe essere la colorazione del Consiglio? Ci vorrebbe Nostradamus (anche se ci sembra che le sue quartine vengano interpretate con il poi e non prima). La DDI più che debole è anemica, l’SDP avrebbe a sua volta bisogno di un ricostituente, la piattaforma Možemo più che potere è un non potere, le liste indipendenti sono un comprare a scatola chiusa. Non se ne abbia a male nessuno, ma di nomi a prova di bomba o di voto, se preferite, sull’orizzonte politico cittadino noi non ne vediamo. Altri tre anni e due mesi di altalena e capricci politici? Potrebbe essere. Ma valla a capire la politica!

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