ROBE DE MATTEONI Mike, Istra 1961 e Rischiatutto

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ROBE DE MATTEONI Mike, Istra 1961 e Rischiatutto

Allegria! Cominciava sempre così lui. Grande personaggio televisivo con il quale le mie generazioni scoprivano il mondo dei quiz e dello spettacolo dagli anni ‘70 in poi. Per me Mike Bongiorno, con i celebri colleghi Corrado e Raimondo Vianello, era la televisione. Con Mike la maggior parte delle emozioni le vivevo con Rischiatutto. Era dinamico, coinvolgente, con le prime vallette, i soldoni che portavano a casa i concorrenti che raddoppiavano il montepremi alla domanda finale. O ancora il rammarico sul volto di coloro che si azzardavano ad andare al raddoppio con già tanti soldi vinti durante la puntata, e poi perdevano tutto…
Oggi per l’Istra 1961 è il giorno del Rischiatutto! Dopo aver perso a Velika Gorica, i gialloverdi non hanno più scuse. Sono ultimi, a -5 dalla Lokomotiva, -7 dallo Slaven Belupo e -8 dal Varaždin. Con soli 14 punti in classifica e 14 partite ancora da disputare, è giunto il momento di iniziare
a correre. Bisogna giocoforza fare punti per tenere ancora vive le speranze di salvezza. Stasera contro lo Šibenik al Drosina un punto non basta. Serve la vittoria. Ed è proprio per questo che Danijel Jumić deve rischiare il tutto per tutto. Di contro, i ragazzi di Rendulić non si scopriranno. Saranno arroccati in difesa, affidandosi alle ripartenze. Rendulić ha 12 punti in più e una classifica tranquilla. Jumić da parte sua tutto il contrario. O la va o la spacca. Fare calcoli non serve a niente.
Prendiamo l’esempio del Rijeka, che in Coppa ha fatto il colpaccio: Osijek eliminato, semifinale raggiunta ed entusiasmo ritrovato. Curioso il calcio, non è vero? Fino a tre giorni fa si diceva che il Rijeka fosse stanco, spompato e senza allenamenti a disposizione per via delle tante partite ravvicinate. Poi il cambio in panchina e cosa viene fuori? I fiumani, che hanno giocato 11 partite in 43 giorni, ora d’un tratto volano, gli slavoni, i quali ne hanno disputate solamente 8 in 40 giorni, improvvisamente non girano più. Strano? Dipende dai punti vista. Ci sono allenatori
che sulla questione fanno ragionamenti assurdamente cervellotici, altri invece sono più pragmatici. Dopotutto, se vuoi vincere devi rischiare. Un punto non muove più di tanto la classifica, tre invece sì.
In casa Istra c’è stata anche un po’ di confusione prima del Gorica. I baschi hanno capito che è possibile fare, come direbbe il buon Mike, l’en plein. L’Alaves pare spacciato nell’anno del centenario, l’Istra idem ora che sta per spegnere 60 candeline. Sarebbe veramente clamoroso mandare ambedue in seconda divisione. Così hanno pensato che avrebbe avuto più senso cambiare di nuovo allenatore, dopo due partite, e rispedire Jumić nel settore giovanile. Non l’hanno fatto soltanto perché uno dei candidati ha declinato l’offerta (Tomić) e l’altro non li convinceva del tutto (Pamić). Da parte sua Jumić ha vinto a Sebenico la partita di Coppa ed è rimasto in corsa. In quel match ha stravolto la squadra e ha rischiato di più.
Risultato? Passaggio del turno centrato. Stasera al Drosina dovrà dimostrare di avere gli attributi, e tale virtù dovrà trasmetterla ai giocatori. Perché ci sarà da soffrire, la pressione sarà enorme e la paura di sbagliare un pensiero fisso. Una vittoria in questo momento può ribaltare la stagione. Non c’è alternativa: bisogna pensare soltanto ed esclusivamente a come conquistare i tre punti giocandosi il tutto per tutto. O adesso o mai più!
L’unica cosa che può dare almeno un barlume d’ottimismo e speranza è il fatto che il gruppo Vitoria abbia portato a Pola José Antonio Querejeta. In altre parole, i baschi resteranno anche in caso di retrocessione. E non solo. I pessimi risultati ottenuti in questi due anni e mezzo hanno finalmente aperto gli occhi ai proprietari: non è possibile dirigere il settore sportivo dagli uffici di Vitoria. Se per cambiare quest’irragionevole strategia fosse necessaria la retrocessione, allora ben venga. Perché assistere all’ennesima stagione con questo tipo di organizzazione non avrebbe più alcun senso. Nemmeno se ancora in Prima Lega…

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