ROBE DE MATTEONI Le nuvole (nere) sopra il Drosina

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ROBE DE MATTEONI Le nuvole (nere) sopra il Drosina

Le nuvole del… (non dico cosa) nel cielo sopra il Drosina. È stato il mio primo pensiero nel momento in cui lo Slaven Belupo ha segnato il secondo gol contro l’Istra 1961. Eravamo al 31’ quando una dormita collettiva della retroguardia polese ha propiziato il primo centro in carriera di Hadžić in Prima Lega. Chi legge questa rubrica ricorderà che avevo previsto problemi in arrivo per la squadra di Garcia. Dopo la sosta per le nazionali i giocatori sono calati vistosamente sul piano atletico, oltre che su quello nervoso. C’è chi dice che una flessione non abbia senso dopo la pausa del campionato, io invece sostengo il contrario. E vi spiego perché.
Il primo stop a settembre era arrivato al momento giusto perché i gialloverdi avevano appena completato i ranghi dopo il mercato estivo. Due settimane di lavoro ed ecco che arriva la sconfitta casalinga con l’Hajduk (1-3), ma dopo raccolgono un buon punto in casa dello Slaven, vincono in Coppa a Vukovar e infine si prendono i tre punti nella trasferta di Zagabria col Dragovoljac. Atmosfera positiva, fiducia e punti in classifica. Anche se la partita prima della seconda sosta, a inizio ottobre, l’Istra la perde per 6-3 contro il Rijeka. Il break però fa bene ai polesi che si gasano e alla ripresa girano che è una meraviglia. Pareggiano nella doppia trasferta con il Gorica e poi con la Dinamo, vincono in Coppa ad Albona e in campionato con la Lokomotiva. Prima della pausa di novembre cadono però a Osijek mostrando i primi segni di cedimento. Pareva anche qui il giusto timing per la sosta…
Ma il vero problema non era tanto la condizione fisica quanto piuttosto la stanchezza mentale, un aspetto ben più difficile da gestire. Ma come sarebbero diventati stanchi psicologicamente questi giovani calciatori? In primis perché Garcia gioca le partite sempre con gli stessi 13-14 elementi. In secondo luogo perché 5-6 giocatori sono anche nazionali e dunque hanno trascorso la sosta in campo. Alcuni due, altri tre partite. Quando poi i vari Bandé, Daničić, Lisica e Perković sono rientrati, hanno pagato le fatiche e accusato un calo di forma. Il ragazzo prodigio, ovvero Mahmoud Abdallahi, non è arrivato in tempo dalla Mauritania. È rarissimo che un giocatore per ben due volte di seguito si ritrovi ad avere problemi legati al visto. Abdallahi ha saltato due partite, ma anche quando è rientrato pareva non esserci. Ha giocato poco non soltanto per motivi tecnici, ma pure disciplinari. E quando era in campo giocava male…
Ed è così che l’Istra è arrivato al finale del girone d’andata in debito d’ossigeno. Ha perso sfortunatamente a Sebenico (4-3), è stato massacrato dall’Hajduk (4-0), poi la battaglia (120 minuti) e l’eliminazione in Coppa ai rigori per mano del Gorica. Lunedì scorso con lo Slaven Belupo la squadra era spompata. Ed è arrivata una sconfitta dolorosa perché in caso di vittoria poteva esserci la fuga a +5 proprio sui “farmacisti” e addirittura a +11 sul Dragovoljac. Adesso invece contro il fanalino i polesi sono attesi da una partita delicatissima. Se stasera dovessero vincere al Drosina, allora tornerebbero all’ottavo posto e praticamente condannerebbero alla retrocessione gli zagabresi, il che significherebbe una seconda parte di stagione finalmente priva di paure per la salvezza, oltre che un’occasione per far crescere i giovani e infine iniziare anche a programmare la prossima stagione. In caso di sconfitta, si aprirebbe invece una profonda crisi.
Tornando però alle nuvole sopra il Drosina, il vero problema è l’ormai cronica atmosfera di negatività che aleggia attorno al club. Finché i risultati arrivavano, c’era positività sugli spalti, sui media, sui social. Ma non appena c’è stato il calo di forma, ecco che di colpo è tornato tutto nero. Sinceramente mai capirò coloro che vengono allo stadio e dopo cinque minuti e qualche passaggio sbagliato cominciano a insultare i giocatori. E lo stesso accade sui social. Fatico a comprendere questo comportamento verso la propria squadra del cuore (di cuore poi mica tanto…). In tutta onestà speravo in un Natale finalmente diverso per il calcio polese, ma mi pare evidente che saremo nuovamente testimoni di una crisi dalle parti del Drosina. A meno che oggi non si vinca col Dragovoljac…

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