ROBE DE MATTEONI Un altro anno se ne va

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ROBE DE MATTEONI Un altro anno se ne va

Siamo arrivati alle battute finali del 2021. Un altro anno di difficile convivenza con la pandemia, che ci ha radicalmente cambiato il vivere quotidiano. Anche l’Istra 1961 sta contando le ultime ore di un’annata che i dirigenti baschi hanno proclamato come il 60º anniversario di fondazione. Che non c’entra proprio nulla con il vecchio club Istra, nato dalla fusione del Pula e dell’Uljanik nel 1961. Il club che attualmente milita in Prima Lega è nato sulle ceneri dell’Uljanik, che nel 2007 aveva cambiato nome, colori e stemma per avvicinarsi ai tifosi e all’amministrazione cittadina. Per chi non vive a Pola resta difficile capire la questione.
L’Istra 1961 ha finito l’anno così come lo aveva iniziato. Anzi meglio. Infatti, lo scorso gennaio alla ripresa del campionato i polesi erano il fanalino di coda. Il prossimo 28 gennaio apriranno invece il girone di ritorno come noni in classifica, con lo stesso avversario, il Gorica. Coincidenze che mi portano a pensare che l’Istra 1961 vivrà un girone di ritorno con il solito stress derivante dalla sindrome del nono posto. Fino all’ultimo secondo della scorsa stagione i gialloverdi erano a un passo dalla retrocessione. Per fortuna un aiuto determinante lo aveva dato lo Slaven Belupo, completamente rilassato nell’ultima partita con il Varaždin. Finì 1-0 per i locali e il Varaždin retrocesse.
Cos’è cambiato da giugno ad oggi? Nulla in particolare. Ho rivisto i dati delle ultime due sessioni del mercato estivo e ho capito ancora una volta che tutti i problemi al Drosina “fioriscono” in quel periodo. Mi spiego meglio. Nell’estate del 2020, dopo che l’Istra aveva raggiunto la salvezza (come nono, naturalmente), i dirigenti della sezione sportiva Alaves/Basconia mi dissero che avevano capito la lezione. Volevano dire che avrebbero selezionato una squadra più competitiva. In tal senso hanno portato a Pola la bellezza di 31 giocatori e nel contempo 30 elementi della prima squadra hanno lasciato il Drosina. Naturalmente è cambiato anche l’allenatore. Dopo Budicin e Jumić ecco che è scoccata l’ora dell’uruguaiano Gonzalo Garcia. La proprietà non ha cambiato abitudini, tant’è che nella sessione estiva del mercato ha nuovamente rivoluzionato la rosa. Se ne sono andati 22 giocatori e ne sono arrivati 16. Come traguardi siamo sempre lì: la squadra non riesce proprio a schiodarsi dal penultimo posto, anche se a un certo punto del girone d’andata sembrava che la quinta/sesta piazza fosse un obiettivo raggiungibile. Però dopo i primi infortuni dei titolari è arrivata la conferma che il lavoro svolto dalla direzione sportiva nella sessione estiva è stato deficitario. Sembra la trama del mitico film “Ricomincio da capo”, con protagonisti il comico Bill Murray e la bellissima Andy McDowell. Ogni giorno comincia, prosegue e finisce in modo identico…
Allora il 2021 come lo ricorderò? Rileggendo i miei appunti mi sembra quasi impossibile credere quante cose siano accadute da gennaio. È proprio vero quello che dicono i più anziani: ogni anno che passa perdi la concezione del tempo e le cose vissute in dodici mesi appaiono come se fossero accadute molto prima. Nella già menzionata prima partita del 2021 l’allenatore era Fausto Budicin. Quasi quasi non ci credevo perché anche il suo successore, Danijel Jumić, mi sembra il testimone di una storia lontana. Jumić, dopo aver allenato i polesi dall’11 febbraio fino all’11 giugno, è da mesi il responsabile della scuola calcio Osijek e Fausto Budicin svolge lo stesso ruolo al Rijeka. A Pola c’è già chi, tanto per dire, è stanco di Garcia. Mi ha sorpreso anche la “scoperta” che la più importante operazione di mercato nella storia dell’Istra (e del calcio polese in generale) sia stata il trasferimento del 16.enne Rocco Žiković. Personalmente pensavo fosse passato qualche anno dagli articoli che analizzavano i 2-3 milioni di euro che il Salisburgo si è obbligato a versare nella casse del club. Žiković oggi gioca nella formazione juniores degli austriaci. Più passa il tempo e più noto colleghi giornalisti che scrivono come la crescita di questo talento sia merito di tutti tranne che dell’Istra. Come dire, anche i giovani d’oggi hanno la sindrome dei più anziani e perdono la percezione del tempo trascorso. Per noi con qualche capello bianco in più si può anche capire, ma per i (più) giovani è un fatto preoccupante. O invecchiano molto velocemente, o sono incompetenti oppure sono in malafede. Non so quale delle tre opzioni sia la più desolante…
Siccome noto che lo spettro del fallimento aleggia nuovamente tra i vari club di Prima Lega (Šibenik, Hrvatski dragovoljac) il bilancio sul 2021 per quanto riguarda l’Istra lo finisco con note positive. La società, che era simbolo di mancanza di liquidità e indebitamento, adesso funziona stabilmente e paga regolarmente i suoi giocatori, allenatori e dipendenti anche prima del giorno dovuto. Per Pola è come essere in Europa League.
Diranno i tifosi, OK, tutto bene in tal senso, ma quando saremo finalmente tanto forti per aspirare all’Europa? Beh, cosa volete che vi dica. Bisogna sempre nutrire la speranza, così come faccio io anche prima di questo nuovo anno. Nuovo? Vediamo se sarà un’altra giornata identica a quella di Murray e della McDowell, oppure se il 2022 sarà l’anno buono per fare un salto di qualità. Due opzioni che fanno un po’ sorridere, ma il bello è che adesso non si può sapere che cosa accadrà e quindi viva la speranza. Per il 2022 tanti auguri a tutti…

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