PERCORSI EUROPEI Chi fermerà la guerra in Ucraina?

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PERCORSI EUROPEI Chi fermerà la guerra in Ucraina?

Finalmente l’Unione europea si è fatta viva. Otto giorni fa, era l’8 aprile, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e l’Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza dell’UE, Josep Borrell, si sono recati in Ucraina e hanno presentato al Presidente Zelensky il questionario per accedere all’UE. Infatti, quattro giorni dopo l’inizio dell’invasione russa, il 28 febbraio, l’Ucraina ha inviato una richiesta ufficiale per essere ammessa nell’UE. Ricordiamo le tappe percorse da allora: già il primo di marzo il Parlamento UE, dopo un dibattito seguito all’intervento del Presidente Zelensky in collegamento streaming, si è detto favorevole (637 voti a favore, 13 contrari e 26 astenuti) all’ingresso accelerato dell’Ucraina nell’UE. E questo è un buon segno, in faccia alle altre manchevolezze dell’UE a proposito.

Infatti, sono ancora diverse le domande in attesa di una risposta: perché, dopo aver stanziato i finanziamenti per gli aiuti umanitari all’Ucraina colpita da questa immane tragedia – l’aggressione della Russia senza un movente esplicito –, l’UE non si è fatta coordinatrice anche degli aiuti che i singoli Paesi membri dell’UE mandano in forma di armamenti per la giusta difesa del popolo ucraino? Perché invece di un’azione coordinata ed unitaria, i membri dell’UE si sono disintegrati su questo piano? C’è poi la questione delle iniziative diplomatiche per porre fine alla guerra in atto. Papa Bergoglio ha espresso il suo sdegno per questa inutile carneficina; parole abbastanza simili a quelle usate da Papa Benedetto XV nel bel mezzo della Grande Guerra, provocando delle agguerrite reazioni specialmente in Italia, dove il Capo di Stato Maggiore del Regio esercito aveva perfino, in un balzo d’ira, proposto di impiccare il Papa. Quali sono state, quali sono, e quali saranno le iniziative dell’UE per giungere a un cessate il fuoco se non alla fine della belligeranza tra un aggressore crudele e una nazione europea, dove le maggiori vittime sono gli innocenti, i bambini, le donne e i vecchi e che già conta in milioni il numero dei profughi?

Si, è vero, l’UE ha approvato un catalogo molto lungo di sanzioni nei confronti della Russia di Putin, ma purtroppo le sanzioni, come dimostra la storia, non hanno mai posto fine a una guerra. Caso mai, come in questo caso, danneggiano più quelli che le hanno proclamate che l’aggressore. Naturalmente, questo sta succedendo in un mondo globalizzato, per cui siamo tutti coinvolti anche in questa guerra che vede la Russia disporre di un’arma potente: il gas e il petrolio, dei quali gran parte dei Paesi UE dipendono. Sarà dura e in Europa dovremo pagare anche sul piano individuale i costi del mancato negoziato per congelare, se non porre fine a questa guerra.

L’idea che si possa sconfiggere la Russia è semplicemente fuori da ogni logica. Non dobbiamo dimenticare che questa guerra coinvolge solo poco più di un miliardo di abitanti del pianeta, mentre gli altri sette miliardi se ne stanno a guardare e probabilmente riusciranno ad accaparrarsi il gas russo a un prezzo più basso di quello pagato dagli europei. Ma questo è già un fare i conti senza l’oste. A causa della guerra in corso e del mancato export del grano ucraino e russo anche nelle altre pari del mondo ci saranno carestie e crisi non solo economiche, ma un’inedia generale che si protrarrà per decenni. E poi, c’è la spada di Damocle appesa sulla testa di tutti – le armi nucleari russe –, che in caso di sconfitta militare un regime con le spalle al muro, quello di Putin, potrebbe non esitare a usare, trascinandoci in una catastrofe.

Sono molti gli statisti europei che hanno intrapreso delle iniziative singole, che hanno visitato Mosca e parlato con Putin. L’ultimo in ordine di tempo è stato il cancelliere austriaco Karl Nehammer. Ma è chiaro che Putin vede che l’Europa non è unita in questa iniziativa e che egli vorrebbe come interlocutore qualcuno di più autorevole. Naturalmente, vorrebbe un’intesa con Joe Biden, ma l’Ucraina è una nazione europea e se vuole diventare veramente anche un membro dell’UE, allora l’UE deve fare di tutto per cercare la pace prima che mezza Ucraina venga distrutta e che la popolazione sia trucidata, volens-nolens, dai missili che colpiscono indiscriminatamente i militari e i civili. E perciò ora, dopo aver accettato la richiesta dell’Ucraina di accelerare l’adesione nell’UE, la stessa UE deve finalmente trovare la forza di condurre un negoziato per interrompere questo scellerato macello. È chiaro che non lo può fare da sola, che ci vogliono anche gli altri membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, gli Stati Uniti d’America e la Cina, oltre alla Turchia che è una potenza regionale.

Solo un nuovo “Concerto d’Europa”, allargato all’ONU, può fare qualcosa. E ogni pace è per Putin deleteria, ma questo dobbiamo lasciarlo alla popolazione russa: nel 1917 avevano fatto la rivoluzione per porre fine a una guerra che aveva portato morte e fame, proprio come questa che produrrà gli stessi effetti.

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