L’INTERVENTO Svezia. Immigrazione e criminalità

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L’INTERVENTO Svezia. Immigrazione e criminalità

Judith Bergman – scrittrice svedese, avvocato e opinionista politico, ha pubblicato di recente per la “Gatestone Institut”, un articolo molto interessante, dove afferma tra l’altro: “La Svezia registra il più alto numero di sparatorie mortali per milione di abitanti in Europa, secondo l’ultimo rapporto del Brå (Consiglio nazionale svedese per la prevenzione della criminalità), pubblicato a maggio”. La Svezia, inoltre, è l’unico Paese in Europa in cui le sparatorie letali sono aumentate dal 2005. Già nel 2019, il leader del partito di opposizione Moderaterna, Ulf Kristersson, aveva definito la situazione ‘estrema per un Paese che non è in guerra’, Ancora nel 2017, l’allora ministro della Giustizia, Morgan Johansson, si era opposto alla pubblicazione delle statistiche sull’origine etnica dei criminali in Svezia, affermando che erano irrilevanti, riporta ‘SVT Nyheter’. Per molti anni, qualsiasi discussione pubblica sulle connessioni esistenti fra la migrazione e l’aumento dei livelli di criminalità e di violenza delle bande, è stata considerata un tabù. La pubblicazione delle statistiche sull’argomento si è interrotta bruscamente dopo che il Consiglio nazionale svedese per la prevenzione della criminalità le aveva pubblicate due volte. Nel 2020, 47 persone sono state uccise e 117 ferite in 366 sparatorie. Nel 2021, fino a novembre, sono state uccise 42 persone e hanno avuto luogo 290 sparatorie. Secondo il Brå: “Il livello di omicidi con armi da fuoco in Svezia è molto alto rispetto ad altri Paesi europei, con circa quattro morti per milione di abitanti all’anno. La media per l’Europa è di circa 1,6 morti per milione di abitanti. Nessuno degli altri Paesi inclusi nello studio ha registrato aumenti paragonabili a quelli osservati in Svezia. Piuttosto, nella maggior parte di questi Paesi, sono state rilevate diminuzioni continue sia nei tassi di omicidi totali sia nei tassi di omicidi con armi da fuoco”. Secondo l’ultimo rapporto sulle aree vulnerabili, pubblicato il 3 dicembre dalla Polizia svedese, ci sono 61 enclavi di questo tipo. Alcune di queste aree, secondo la Polizia svedese, sono classificate come “aree particolarmente vulnerabili”, che presentano un livello di problematicità ancora più elevato. In Svezia, che conta circa 10 milioni di abitanti, 556mila persone vivono nelle 61 aree vulnerabili, pari al 5,4 per cento della popolazione svedese, secondo il rapporto “Fatti per il cambiamento – un report sulle 61 aree vulnerabili della Svezia”. Tre abitanti su quattro delle aree vulnerabili hanno origini straniere. I Paesi di nascita più comuni sono Siria, Turchia, Somalia, Polonia e Iraq. “Oggi non è più un segreto che gran parte del problema delle gang e della criminalità organizzata con le sparatorie e le esplosioni sia legato all’immigrazione in Svezia degli ultimi decenni”, ha ammesso il capo della Polizia di Göteborg, Erik Nord (“Göetebros-Posten”).

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