
È morto a 91 anni Michail Gorbaciov, l’uomo che ha cambiato la storia. Molti pensano che la fine dell’Unione Sovietica fosse inevitabile. Oggi ci sono anche quelli, che riflettendo sul tema, la pensano diversamente. Il ruolo di Gorbaciov fu significativo per due eventi epocali: la fine della Guerra fredda e la dissoluzione dell’URSS. Nel marzo del 1985, Gorbaciov fu eletto segretario generale del Comitato centrale del PCUS. Subito dopo l’Unione Sovietica subito proclamò una politica di “glasnost” (trasparenza) e “perestrojka” (ricostruzione), nonché un “nuovo pensiero” in politica estera. Oggi molti valutano in modo difforme le conseguenze delle riforme di Gorbaciov, riporta “Ria Novosti”. Nel 1989 ebbe luogo uno storico incontro tra Michail Gorbaciov e George W. Bush. I leader dell’URSS e degli Stati Uniti annunciarono che stavano ponendo fine alla Guerra fredda. Decenni dopo, Gorbaciov ammise tuttavia che, nonostante le buone intenzioni, lo scontro e la minaccia militare non erano scomparsi. Gli oppositori consideravano le iniziative di Gorbaciov come concessioni all’Occidente. Gli venne rimproverato il fatto che, avendo ricevuto garanzie verbali sulla non espansione della NATO a est, non avesse formalizzato queste promesse. Wang Yiwei, direttore dell’Istituto per gli Affari Internazionali dell’Università di Pechino, è convinto che ”Michail Gorbaciov sia stato una figura tragica che ha soddisfatto le necessità degli USA e dell’Occidente, commettendo gravi errori nel valutare la situazione internazionale” (“Global Times”). Nel 1990 si tenne nel Paese un referendum sulla conservazione dell’URSS come Stato unico. La maggioranza della popolazione votò per questa opzione; però improvisamnte si aprì uno nuovo scenario con “il diritto sovrano all’autodeterminazione”, che in pratica significava l’uscita dall’URSS. “Il più grande risultato non intenzionale fu la disintegrazione dell’URSS”, disse Archie Brown, professore emerito di politica all’Università di Oxford. Per la rivista tedesca “Der Spiegel”, Gorbaciov ha indicato chi ha provocato il crollo dell’URSS: “I responsabili della fine della perestrojka e del crollo dell’URSS furono coloro che organizzarono il colpo di Stato nell’agosto 1991”. Nel 1990 ottenne il Premio Nobel per la pace. Gorbaciov rimase deluso dall’evolversi della situazione in Russia sotto Vladimir Putin. Quando si candidò alla presidenza nel giugno 1996 ottenne meno dell’1 p.c. dei voti. In Russia, un sondaggio pubblicato nel marzo 2010 rilevò che il 76 p.c. degli intervistati era ostile o indifferente a Gorbaciov. Contemporaneamente il 45 p.c. voleva un ritorno all’era sovietica prima della “perestrojka”. Possiamo dire liberamente che Gorbaciov era un leader più rispettato in altri Paesi che in patria. In Russia venne insultato da alcuni per aver distrutto l’impero sovietico. “Gorbaciov ha sempre pensato che le sue riforme fossero minacciate dai conservatori all’interno dell’apparato sovietico. Furono tuttavia i democratici guidati da Eltsin a distruggerlo”, spiega Alexander Titov, docente di storia dell’Europa moderna alla “Queen’s University Belfast”. In Occidente, invece, Gorbaciov rimane il vincitore del Nobel per la pace che ha contribuito a porre fine alla Guerra fredda.
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