L’INTERVENTO Cento miliardi elargiti a Kiev

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L’INTERVENTO Cento miliardi elargiti a Kiev

Il 17 febbraio 2023 “The Washington Times” ha pubblicato un commento molto interessante, successivamente ripreso da altri mass media. A scriverlo è stato Andrew P. Napolitano, ex giudice della Corte superiore del New Jersey, analista di “Fox News Channel” ed ex professore alla “Brooklyn Law School”. Partendo da una prospettiva sobria, animato da una visione patriottica, Andrew P. Napolitano, ha messo a nudo la dilagante doppiezza politica, assumendo un punto di vista chiaro e legalmente fondato su come siamo arrivati ​​a questo punto. Napolitano ha pubblicato alcuni libri molto importanti sulla Costituzione degli USA. Ad esempio, nel suo libro “Patto suicida/The Suicide Pact”, ha descritto in dettaglio la lunga e sordida storia delle violazioni governative e soprattutto presidenziali, delle libertà, messe in atto in nome della protezione dell’America, ma che minano la sicurezza nazionale ed erodono le libertà fondamentali.

Per quanto riguarda la guerra in Ucraina, Napolitano ha sottolineato: “Qual è l’obiettivo di spendere 100 miliardi di dollari in Ucraina? È l’espulsione di truppe e cittadini russi dalla Crimea e dall’Ucraina orientale oppure è l’esonero del Presidente russo Vladimir Putin? Entrambe le circostanze influenzano o minacciano la sicurezza nazionale statunitense? No. Il Presidente può legalmente utilizzare la violenza in un altro Paese, sia esso alleato o avversario, senza una chiara necessità militare? In una parola, no. Il Congresso non può finanziare una guerra che coinvolga gli Stati Uniti e che non è dichiarata, come dice chiaramente la Costituzione. Inoltre, le forze di terra russe stanno per aumentare di numero di circa 300.000-500.000 unità. Quelle truppe non potranno che sopraffare le forze ucraine e i loro istruttori statunitensi, indipendentemente dall’equipaggiamento fornito e gestito dagli USA.

Secondo la Costituzione degli Stati Uniti, ha evidenziato ancora Napolitano, “soltanto il Congresso può dichiarare guerra. Secondo i trattati di cui gli USA sono parte, dev’esserci una base morale e legale per farlo – una minaccia militare credibile da parte di un esercito straniero – che in questo caso non esiste. La Casa Bianca non può o non vuole essere precisa su questo punto, perché nessuno dei due obiettivi è militarmente raggiungibile, morale o costituzionale.

E poi si pone il quesito: “Che cosa è più distruttivo per la libertà personale: un governo che si impegna in atti segreti di guerra, oppure un pubblico e dei mass media che sono indifferenti a questo? Adesso il Presidente Joe Biden potrà sostenere che si è trattato di un’operazione di intelligence. Lui vuole davvero una guerra per rafforzare la sua debole gestione presidenziale. Ma se la stampa è intimidita o è in combutta con il governo, chi denuncerà il governo quando combatte guerre segrete? Dove sono i membri del Congresso? Dov’è l’indignazione dell’opinione pubblica?

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