LA RIFLESSIONE Fiume e la Regione davanti a un bivio morale

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LA RIFLESSIONE Fiume e la Regione davanti a un bivio morale
FOTO PIXSELL

Fiume e l’intera Regione litoraneo-montana si trovano di fronte a un bivio morale. Gli sversamenti di petrolio in mare nei pressi della raffineria INA a Urinj hanno ormai raggiunto livelli tragici, mettendo a rischio non solo l’ecosistema marino, ma anche la nostra salute, il nostro turismo e l’intera economia della zona. E mentre le acque del Quarnero portano con sé le tracce nere della negligenza, i responsabili continuano indisturbati a trarre profitto.
La storia ci ha già insegnato che i cittadini, quando uniti, possono far tremare persino le più potenti industrie petrolifere. In Nigeria, la Shell è stata boicottata per le devastazioni ambientali nel delta del Niger e per il coinvolgimento indiretto nella repressione degli attivisti locali. Negli Stati Uniti, la BP ha subito il rifiuto di milioni di automobilisti dopo il disastro della Deepwater Horizon, mentre in Canada la ExxonMobil è stata duramente contestata per il suo sfruttamento delle sabbie bituminose in Alberta. In Francia, cittadini e attivisti hanno preso di mira TotalEnergies per i suoi progetti in Africa, e in Ecuador le popolazioni indigene combattono ancora contro Chevron per i danni irreversibili causati alla foresta amazzonica.
Ora la questione si pone a noi, cittadini di Fiume e della Regione litoraneo-montana.
Se altrove il popolo si è sollevato, scegliendo di non dare più un centesimo ai responsabili della devastazione ambientale, perché noi dovremmo essere diversi? La nostra economia dipende dal mare, il nostro benessere dipende dalla sua salute. Oggi abbiamo la possibilità di farci sentire, di prendere posizione, di dire NO!.
Proprio in questo periodo, in Croazia, si stanno diffondendo sempre di più iniziative di boicottaggio e azioni organizzate con la speranza che la popolazione reagisca. Tuttavia, fino a questo momento, i cittadini non hanno aderito in modo totale, anche se alcuni piccoli segnali di cambiamento si sono già visti. Siamo pronti a dare peso alla nostra voce? Siamo pronti a far capire che le cose non possono continuare così?
Oltre al danno ambientale irreparabile, un grande sversamento di petrolio nel Quarnero avrebbe conseguenze devastanti anche sul nostro tessuto economico e sociale. Siamo una Regione che si regge sul turismo: le nostre spiagge, il nostro mare limpido, la nostra natura incontaminata sono il nostro biglietto da visita. Ma cosa accadrebbe se tutto questo venisse compromesso?
Le case e gli appartamenti che oggi vengono valutati sempre di più grazie all’attrattività della nostra costa vedrebbero il loro valore precipitare. Chi vorrebbe investire in un’area segnata da un disastro ambientale? Chi affitterebbe stanze ai turisti se il mare diventasse inospitale e inquinato? Possiamo davvero illuderci di rimanere una destinazione ricercata se le nostre acque diventassero sinonimo di catastrofe ambientale?
E poi ci sono i pescatori, il cui lavoro dipende dalla salute del mare. Noi stessi, che consumiamo il pescato locale, potremmo continuare a fidarci della sicurezza alimentare dopo un evento del genere? Il rischio di contaminazione della catena alimentare sarebbe altissimo, con effetti diretti sulla nostra salute e sul nostro stile di vita.
Il boicottaggio è una forma di protesta pacifica, ma potente. È uno strumento che colpisce dove fa più male: nei profitti. È il momento di chiederci se possiamo ancora guardarci allo specchio e accettare questa realtà senza fare nulla. Fino a quando saremo complici? Fino a quando chiuderemo gli occhi?
Nel frattempo, il colosso petrolifero INA continua a restare in silenzio, evitando qualsiasi dichiarazione ufficiale. E mentre loro tacciono, Mlaka rimane perennemente inquinata dall’attività dell’INA nei decenni passati. Non sembrano avere alcuna intenzione di sanare la zona, lasciando che il problema si trascini nel tempo senza alcuna soluzione concreta.
Oggi, cari concittadini, sta a noi decidere se vogliamo essere parte del problema o parte della soluzione. Proviamoci!

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