INSEGNANDO S’IMPARA Fantasmi & Co.

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INSEGNANDO S’IMPARA Fantasmi & Co.
Foto Shutterstock

Recentemente in classe abbiamo letto un vecchio articolo (2009) in cui un restauratore voleva fare causa a quello che gli aveva venduto il locale perché non lo aveva informato che la proprietà era infestata da un fantasma. In sua difesa il venditore (di professione “mago”), non negava la presenza dello spettro, ma sosteneva che questi aleggiava nel locale da molto prima che lui ne fosse diventato proprietario, per cui lo aveva “ereditato” a sua volta. Dunque, non si prendeva la responsabilità del caso, ma tutt’al più, come segno di cortesia, si rendeva disponibile ad eseguire un esorcismo gratis. Non si sa se la lite sia mai arrivata in tribunale, ma sarebbe stato divertente vedere la faccia del giudice a sentir parlare di fantasmi ed esorcismi.

Adesso arriva la domanda da un milione di dollari: secondo voi, in che città si è svolta la diatriba? Per quelli di voi che hanno detto Napoli, bravi, risposta logica, ma basata su uno stereotipo logoro e scontato. In realtà il fatto si è svolto nell’austera e circospetta Genova del XXI secolo.

La vera sorpresa però è stata che, indagando più a fondo, risulta che questa non è la prima volta che qualcuno si è rivolto alla giustizia per i danni sostenuti da una casa infestata dai fantasmi. Per esempio nel 1785 a Napoli (stereotipo anche logoro, ma sempre valido!) un tale Pasquale D’Acunzo andò in causa con il suo padrone di casa sostenendo che non era obbligato a dargli i 27 ducati di affitto arretrato in quanto il suo “quartino” era infestato. Nonostante il coinvolgimento di un bravissimo avvocato, Giovanni Cinque, D’Acunzo perse la causa, ma ostinatamente fece ricorso andando in appello e questa volta l’avvocato andò alla carica con una valanga di argomentazioni di tutti i tipi, tanto che l’orazione di difesa è rimasta negli annali della giurisprudenza. Purtroppo negli annali non è rimasta la sentenza dell’appello, per cui non sappiamo come sia andata a finire.

Chi si è preoccupato di raccogliere insieme questo sottobosco di materiale giuridico è stato il prof. Raffaele Caterina di Torino, nel suo libro del 2011 “Storie di locazioni e di fantasmi”, da cui risulta che il fenomeno risale già ai tempi dell’antica Roma, ma si è ripetuto varie volte nel corso dei secoli con diversi casi tra il 1500 e il 1600, per poi riapparire in tempi più recenti.

Un altro illustre testimone del fenomeno è l’opuscolo, datato 1928, “Case infestate da spiriti e diritto dell’inquilino alla risoluzione del contratto” firmato nientepopodimeno che da Giovanni Leone (futuro Presidente della Repubblica italiana 1971-78). In questo scritto, l’allora giovane avvocato analizzava una sentenza in cui il giudice aveva dato ragione all’inquilino della casa infestata, considerando il proprietario dei locali “inadempiente”, in quanto prima di affittarli non aveva fatto scacciare i fantasmi. Ergo, il contratto si poteva rescindere.

Il nocciolo di tutte queste cause è proprio questo, cioè la richiesta della parte lesa di annullare il contratto o di essere esentati dal pagamento del canone d’affitto in virtù dei danni subiti dalla “convivenza” con entità ultraterrene. C’è da chiedersi se la vera questione siano i fantasmi o il vantaggio finanziario che da questi può derivare. È veramente paura o è un caso di o la va o la spacca?

Che i fantasmi siano oggi “big business” non ci vuole molto a capirlo. Da qualche tempo anche gli spettri si sono sdoganati e, da presenze indesiderabili, sono diventati opportunità di guadagno sui circuiti del “turismo del mistero” che si sta diffondendo un po’ in tutt’Italia.

Torniamo a Genova che nel gennaio 2020 aveva lanciato “Miti, leggende, Genova”, una tour map che prevede anche un ghost tour, mentre il Comune aveva già pensato agli eventi del Mystery week in programma per quell’autunno. Ci tengo a precisare che tutti gli inglesismi sono presi dalla promozione originale. Sappiamo che poi c’è stato il Covid, per cui non sa se l’iniziativa abbia preso piede o no, ma a titolo di curiosità riportiamo che al lancio dell’evento era presente in costume, anche il famoso “mago” del paragrafo iniziale.

Per non essere da meno, anche Milano ha la sua guida “Un itinerario …da paura” (Yes Milano) che offre anch’essa il ghost tour che copre dieci storie da brivido tra siti diversi e opere d’arte famose. Più sotto geograficamente, c’è il circuito dei Castelli del Ducato che conta una sessantina di siti (tutti infestati) nel triangolo Parma, Piacenza, Pontremoli.

Napoli sulla materia è all’avanguardia e i suoi percorsi sono garantiti da ectoplasmi al 100 p.c.. Dopotutto in città con i fantasmi si convive da secoli. Basta vedere la familiarità con cui trattano il munaciello o la Bella ‘Mbriana, a cui Pino Daniele aveva dedicato una canzone. Anche il grande Eduardo su questo soggetto aveva scritto nel 1945 la sua commedia “Questi fantasmi!”.

Va precisato che tutti gli itinerari menzionati sono patrocinati, oltre che da sponsor, anche da istituzioni ufficiali, quali i vari Comuni, Camere di commercio, Enti e Assessorati per il Turismo.

Parallelamente ci sono numerose guide organizzate da altri gruppi. Ne citiamo un paio solo a scopo dimostrativo (ma ce ne sono a bizzeffe), “Le 13 case più infestate dai fantasmi in Italia” di TripAdvisor oppure “Scopri i 10 luoghi infestati in Italia per un’esperienza da brivido” di Visititaly.

Altre sfaccettature del business sono i libri (es. “Guida ai fantasmi d’Italia. Dove cercarli e trovarli” di AnnaMaria Ghedina, (ma ovviamente non è l’unico) e i vari gruppi di Ghost Hunters (un po’ come i Ghostbusters del film) che girano nei suddetti luoghi infestati per rilevare, a loro dire, le prove scientifiche della presenza di entità soprasensibili.

Concludendo, una volta bastava solo una diceria per rovinare le prospettive di vendita di un immobile, ma oggi avere un fantasma in casa sembra produrre un valore aggiunto. Va a finire che è sempre solo questione di tempo e di marketing.

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