Il potere esige tristezza dai cittadini

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Il potere esige tristezza dai cittadini

L’uccisione recente di un carabiniere, Mario Rega Cerciello, provoca una forte commozione causata dalla perdita prematura di una vita umana. Il pensiero non può che andare alla vedova e alla famiglia privata della presenza di una persona amata. La solidarietà è ancora più forte, in virtù del fatto che il carabiniere è stato ucciso in servizio, mentre stava sacrificando la propria incolumità personale, per la protezione di tutti noi. Il fatto triste ha assunto una connotazione anche politica che sento il dovere di commentare. Provo imbarazzo a scriverne, quando l’unica reazione dovrebbe essere l’emozione per la perdita umana ed il dolore della famiglia, unita a un pieno appoggio alle istituzioni preposte, affinché svolgano le indagini in modo conforme alle loro competenze professionali e istituzionali. Purtroppo, al contrario, le esternazioni pubbliche che hanno accompagnato l’omicidio esigono riflessioni.
La democrazia liberale, quando funziona, è l’ordinamento che, più di ogni altro, ha garantito un benessere diffuso e la tutela dei diritti e delle libertà fondamentali. Una delle sue colonne portanti è rappresentata dalla cultura della verità, cioè, da un clima sociale nel quale le politiche pubbliche sono fondate sulla conoscenza e il rispetto dei fatti. Al contrario, la democrazia liberale, diviene precaria quando dominano i pregiudizi e la percezione dei fatti è deformata da interessi specifici, soprattutto quando le falsità contribuiscono alla stigmatizzazione di comunità specifiche. Sembra che alcune delle reazioni successive all’uccisione del carabiniere offrano indizi molto seri, per pensare che questi rischi siano presenti in Italia. Tendo a credere che la situazione non sia diversa altrove, ma mi limito a commentare il fenomeno più specifico.
In vari modi si è diffusa la notizia per cui la provenienza degli assassini sarebbe africana. L’informazione si è rivelata quanto meno non provata. L’evidenza sembra indicare che le indagini si orientino su due cittadini degli USA, anzi, uno dei due avrebbe ammesso il crimine. Lo si può leggere, ad esempio, in https://www.lastampa.it/cronaca/2019/07/26/news/roma-carabiniere-ucciso-a-coltellate-mentre-era-in-servizio-1.37190327.
Quando ciascuno può diffondere notizie a un pubblico virtualmente infinito, l’obbligo di non trasmettere informazioni non confermate coinvolge tutti, ma aumenta in modo proporzionale al ruolo sociale del o della protagonista. Preoccupa che un atteggiamento, chiamiamolo così, rilassato nei confronti della conoscenza e diffusione della verità sia praticato anche da influenti rappresentanti politici. https://www.lasicilia.it/video/video-dalla-rete/266920/roma-il-carabiniere-ucciso-per-un-cavallo-di-ritorno-salvini-prenderemo-quei-due-bastardi-il-prima-possibile.html comunica che la divulgazione della notizia falsa che colpevolizza due persone provenienti dall’Africa settentrionale sarebbe stata compiuta anche da Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia.
Poco tempo fa, anche il ministro Matteo Salvini ha presentato pubblicamente un’affermazione seria non confermata da prove, riguardante un presunto attentato che degli stranieri avrebbero pianificato nei suoi confronti. Le istituzioni competenti, al contrario, non indicano riscontri, come si può vedere in https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/19_luglio_17/verificate-frasidella-spia-dell-este-un-attentato-non-ci-sono-indizi-2325a14c-a80e-11e9-87b1-16eba1cb2125.shtml e https://www.lastampa.it/politica/2019/07/16/news/salvini-neonazi-volevano-la-mia-morte-gli-investigatori-nessun-riscontro-1.37053353.
Nei giorni scorsi, You Tube mi ha portato a un concerto di Vasco Rossi. All’inizio dell’esibizione, il musicista ha citato Spinoza, il quale “diceva che chi detiene il potere ha bisogno che le persone siano affette da tristezza”. Il pensiero del filosofo è più complesso rispetto a quanto si possa descrivere in poche parole. Alcune note sono offerte in http://www.fogliospinoziano.it/spinoza-e-vasco-rossi-2/. Ma credo che possiamo usare l’espressione riportata da Vasco, anche in relazione all’attualità. Forse proprio l’idea per cui “chi detiene il potere ha bisogno che le persone siano affette da tristezza” (e, aggiungo, da paura) rappresenta una chiave di lettura che ci aiuta a comprendere il comportamento dei rappresentati politici e a orientarci nei nostri giudizi e comportamenti.

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