IL COMMENTO Violenza gratuita: l’Armada non può rappresentare Fiume

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IL COMMENTO Violenza gratuita: l’Armada non può rappresentare Fiume
Un bengala lanciato dall'Armada nella tribuna VIP. Foto: Roni Brmalj

Dopo le scene da Far West in autostrada a seguito di Dinamo-Hajduk giovedì nella finale di Coppa a dare dimostrazione del peggio di sé è stata l’Armada, il tifo organizzato del RIjeka. Lanciando bengala e bottigliette verso la tribuna VIP o nel tentativo di superarla e colpire i fan dell’Hajduk. A prescindere. È un atteggiamento con il quale gli pseudotifosi fiumani gettano giù la maschera e dimostrano di non essere tanto diversi dalle altre tifoserie. Soltanto un branco di teppisti accomunati sotto i colori di una società calcistica che spesso e volentieri si sono arrogati il diritto di rappresentare la città, anzi di esserne uno dei simboli perché, a turno, questo o quel partito ci hanno flirtato per motivi elettorali (tristissimo).
Voi non rappresentate la mia città né mai lo farete finché sarà la violenza a condurre il vostro modus vivendi. Amore per il Rijeka OK, amore per Fiume va bene. Qualsiasi tipo di estremismo no, grazie.
Se non frequento Rujevica da quando è stata costruita, voi dell’Armada siete uno dei motivi. Certi atteggiamenti, come lancio di bengala o cori, sono lontani anni luce rispetto al mio bagaglio culturale e non ne intendo fare parte per alcun motivo né in futuro né mai.
In Europa, esclusi altri Paesi ex socialisti come Polonia o quelli nati dall’ex Jugoslavia, certi atteggiamenti non fanno più parte di addobbi calcistici di natura violenta.
Giovedì all’idiota di turno è venuta la malaugurata idea di partire col lancio di bengala e bottigliette verso la tribuna VIP. Nella psicosi da branco tipica da pseudotifosi: basta il gesto di “uno” per far partire la valanga di violenza e gli altri lo seguono a ruota. Poi se si tratta del capobranco ancora peggio.
Nel lancio degno di un attacco russo su Mariupol un bengala ha colpito Snježana Mišković, moglie del presidente Damir, e Sandra Nešić, impiegata di lunga data della società di Rujevica, ex Cantrida. Nessun danno per la salute, un po’ di bruciacchiature su quanto indossavano, ma certamente la ferita nel morale è molto più profonda. Mi viene da chiedere di che cosa staremmo a parlare se tutto fosse finito in tragedia…
Mi fa sorridere che i gruppi di tifosi siano così vicini alla tribuna VIP, commenta il presidentissimo del Rijeka. Non importa da dove abbia avuto inizio il lancio di bengala, mi sono passati sopra la testa. Non uno, ma due. Non sono né l’organizzatore né posso gestire la cosa. Non mi piace questo tipo di tifo.
Ci sono regole UEFA che devono essere applicate. La partita è stata segnata da un errore decisivo dell’arbitro, dice il presidente del Rijeka Mišković riferendosi all’espulsione di Smolčić. È difficile giocare 45 minuti in inferiorità numerica, senza un apparente motivo.
In una partita a Cantrida, sempre tra Rijeka e Hajduk, a cavallo degli Anni Novanta, il fotoreporter del Novi list, Petar Ćućo Grabovac, rischiò di venir ucciso da un razzo. Colpito alla gola rimase ferito e vivo per miracolo, mentre l’allora calciatore dell’Orijent, Stevo Pipunić, venne colpito da un razzo alla mano sollevata per proteggersi il volto.
Che cosa va fatto ora? In primis ogni tentativo di impersonificazione con la città e con la sua storia va tagliata agli inizi. È giunto il momento di dire basta. I politici pensino a guadagnarsi i loro posti ben remunerati con programmi seri, senza mettere in mezzo gente di dubbia moralità per avere uno o due voti in più.
Intanto la Polizia di Spalato nel suo resoconto post-partita afferma di aver arrestato soltanto 29 persone per violazioni ai sensi della Legge sulla prevenzione dei disordini nelle competizioni sportive e della Legge sulle violazioni dell’ordine pubblico. “Durante, ma anche prima e dopo il raduno pubblico (come viene definita in gergo la partita), abbiamo adottato una serie di misure operative e azioni all’interno della nostra giurisdizione per raggiungere le condizioni di sicurezza per il regolare svolgimento del raduno pubblico. Ieri sera e oggi per tutto il giorno siamo stati intensamente presenti nel centro della città e nei luoghi in cui i fan si sono riuniti, e non abbiamo registrato violazioni dell’ordine pubblico su larga scala mantenendo la situazione della sicurezza a un buon livello “, ha riferito la Polizia del capoluogo della Dalmazia, che non specifica la provenienza dei fermati.

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