
Gli investimenti immobiliari in Croazia ora saranno meno convenienti, con l’avvento della nuova tassa su case e appartamenti presentata ufficialmente dal Governo. Se si considera che i cittadini croati consideravano finora il mattone un bene rifugio, un modo per difendere i soldi all’inflazione, siamo in presenza di qualcosa che si potrebbe definire come una rivoluzione copernicana del Paese nel campo delle finanze. Almeno questo è l’auspicio delle autorità che ammettono apertamente di voler arrivare a un cambio di mentalità tra la popolazione, ovvero fare in modo che i capitali non vengano più investiti nell’acquisto di immobili.
L’imposta sugli immobili, che varierà da 0,6 a 8 euro al metro quadrato – l’importo preciso sarà definito dalle autonomie locali – colpirà innanzitutto le case e gli appartamenti vuoti, in cui non vive nessuno, nonché gli alloggi affittati ai turisti. Saranno esenti dal balzello la prima casa, gli immobili con contratti di locazione a lunga scadenza (almeno dieci mesi all’anno), nonché le abitazioni inagibili, diroccate. I ruderi in altre parole.
Gli affittacamere privati saranno i più colpiti da questa “rivoluzione fiscale”: oltre all’imposta sugli immobili dovranno fare i conti con l’aumento fino a 300 euro, a seconda delle zone, della tassa forfettaria che va pagata per ogni posto letto. Tanto per fare un po’ di conti l’onere fiscale complessivo per chi affitta quattro letti ai turisti in un appartamento di 50 metri quadrati in una località d’élite pagherà circa 1.400 euro di tasse all’anno, mentre chi concede in locazione a lungo termine lo stesso alloggio dovrà corrispondere circa 600 euro di imposta.
La nuova tornata della riforma fiscale ha incontrato l’approvazione delle parti sociali, ovvero dei datori di lavoro e dei sindacati che vedono di buon occhio in particolare gli sgravi sugli stipendi che però gioveranno soprattutto a coloro che hanno le retribuzioni più alte. Sono ben viste anche le misure a favore degli emigrati croati che vogliono rimpatriare: coloro che hanno trascorso almeno due anni all’estero non pagheranno una parte dei contributi sui salari per un minimo di cinque anni.
A salutare le nuove tasse su immobili e affitti brevi sono anche diverse formazioni dell’opposizione a cominciare da quelle della sinistra, con Možemo! in testa. Scettico appare, per il momento, solo uno degli schieramenti di destra, il Most. Perplessità tra gli analisti suscita anche il fatto che la tassa sugli immobili si pagherà non in base al valore di case e appartamenti, ma sulla base della superficie degli stessi. Infatti non è la stessa cosa essere proprietari di un alloggio vista mare o di uno in una zona periferica. Alla fine c’è chi teme che la mannaia del fisco colpirà soprattutto i piccoli proprietari, mentre alla lunga lascerà indenni o quasi i pesci grossi. Ma questa forse non sarà una novità, tanto più che gli sgravi fiscali sulle retribuzioni avvantaggeranno pure chi ha già le paghe maggiori. Secondo alcuni alla fine la montagna partorirà il classico topolino, secondo altri nulla sarà più come prima. E secondo i terzi Zagabria si è solo piegata ai criteri richiesti per entrare nell’OCSE…
Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.
L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.