IL COMMENTO Lingua e identità

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IL COMMENTO Lingua e identità
Roberto Battelli. Foto Goran Žiković

Identità, cultura, lingua. Tre punti fermi sui quali vanno impostati i meccanismi di tutela di una comunità nazionale minoritaria. Al contempo tre punti fermi di ogni dialogo basato sul rispetto reciproco a tutto vantaggio di una società democratica e della reale attuazione dei valori europei. L’identità, la cultura autoctona e la lingua nella quale si esprimono sono una ricchezza da tutelare e da valorizzare, non si è mai stancato di ripetere Roberto Battelli, il primo connazionale ed essere stato insignito di un’alta onorificenza dello Stato sloveno, l’Ordine al Merito. Un riconoscimento assegnato dal Capo dello Stato Borut Pahor per il contributo dato allo sviluppo della democrazia slovena e per i meriti nell’integrazione e nel mantenimento della Comunità Nazionale Italiana.
Non si può dire di tutelare una minoranza autoctona se viene negata l’autoctonia stessa e il bagaglio delle tradizioni culturali che la minoranza esprime e si porta dietro. Non si può dire di avere una minoranza se non ci sono la lingua e la cultura che la formano. Giornalista e redattore di Radio Capodistria e corrispondente del nostro quotidiano da Capodistria, prima di diventare parlamentare eletto in rappresentanza della CNI nella Camera di Stato (e ad oggi il deputato con il più lungo mandato ininterrotto a Lubiana) e di assumere incarichi di spicco nell’ambito dell’Assemblea parlamentare dell’Osce, Roberto Battelli non ha dubbi riguardo a un obiettivo irrinunciabile: la cura della lingua, appunto. “Chi è costretto a non avere padronanza della lingua finisce con il non sapere più esprimere il proprio pensiero, che è un po’ come smettere di pensare”, ha scritto nel testo dedicato al duplice anniversario della Voce. È muovendo da questo pensiero che ad ogni occasione ha invitato a puntare sulla formazione linguistica. È un punto di partenza sul quale va poi innestato un meccanismo volto a rafforzare la tutela identitaria e culturale, ma anche a sviluppare le tradizioni e il patrimonio culturale. Un meccanismo insomma capace di dare risposte concrete alle questioni iscritte nei cahiers de doleances della minoranza e riguardanti la mancata applicazione delle norme di tutela. Certo, il divario tra la norma e la sua attuazione, nonostante i progressi registrati, non è stato completamente superato. Rimane ancora molto da fare, sia in fatto di percezione sia in fatto di abitudine all’uso dei diritti riconosciuti. La via per completare l’opera è stata tracciata, il contributo dato da Roberto Battelli lo ha sottolineato nel suo discorso a Palazzo presidenziale il Presidente Pahor; ora si tratta di far rispettare le leggi e la Costituzione. Per citare Battelli: “Qualcosa è stato realizzato, qualche segno è stato lasciato, ora è tempo che i giovani prendano le cose in mano e portino la Slovenia a essere degna della propria Costituzione”. Una Costituzione alla cui stesura Battelli ha partecipato in prima persona, svolgendo un ruolo fondamentale nell’impostazione di una giusta tutela legale delle comunità nazionali autoctone.

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