IL COMMENTO Conterà soprattutto la volontà politica

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IL COMMENTO Conterà soprattutto la volontà politica
Il primo ministro Andrej Plenković

Appare quasi superfluo ribadirlo. Il Programma operativo per la Comunità Nazionale Italiana, messo a punto congiuntamente dal vicepresidente del Sabor e deputato della CNI Furio Radin e dai competenti Dicasteri, assume anche in questa legislatura e stavolta forse più che mai, un’importanza che potremmo definire storica. Siamo in presenza nell’insieme di una serie di misure e di impegni di straordinario rilievo che, se attuati, potrebbero risolvere molti dei problemi della CNI che si trascinano da lunghissimo tempo, dal bilinguismo, all’equipollenza delle lauree, dalla maturità di Stato all’insegnamento dell’italiano nelle scuole croate nelle località a Statuto bilingue, per citarne soltanto alcuni. Senza dimenticare l’importanza degli impegni a tutela del patrimonio cimiteriale della CNI – un argomento questo che sta a cuore eccome anche al mondo della diaspora – della conservazione dei dialetti, del sostegno alle istituzioni dell’etnia, della soluzione dell’annoso problema delle redazioni italiane di Radio Fiume e Pola. Ma c’è anche dell’altro, e di tutt’altro che irrilevante, nel Programma operativo predisposto dall’esecutivo assieme all’On. Furio Radin. A iniziare dalla disponibilità a istituire un tavolo di lavoro misto per attuare compiutamente il Trattato italo-croato, firmato nel 1996 dai ministri degli Esteri, Mate Granić e Lamberto Dini. In cui si parla pure dell’estensione al più alto livello dei diritti della CNI a tutto il territorio d’insediamento storico dell’etnia. Non manca però un accenno significativo, sempre nell’ambito del Trattato, all’unitarietà dell’etnia e al ruolo dell’Unione Italiana quale sua massima rappresentante in Croazia e Slovenia. Come sempre conterà la volontà politica di attuare gli impegni assunti. Il clima d’amicizia e collaborazione tra i due Paesi favorisce tutto questo. La presenza nella maggioranza di governo di cinque parlamentari delle etnie, con la riconferma di Furio Radin quale vicepresidente del Sabor, dimostra ancora una volta l’importanza delle etnie quale fattore di stabilità politica e favorisce indubbiamente l’attuazione di quanto concordato. Non va dimenticato, però, in questo contesto che ci sono sempre difficoltà in agguato, come il dopo Censimento, ossia la Legge sul registro della popolazione che dovrà affrontare la seconda lettura al Sabor e che senza opportune modifiche in merito alla dichiarazione d’appartenenza nazionale, potrebbe nascondere serie insidie per le etnie. E sì, perché al di là di tutte le belle parole, la conta numerica con tutti i suoi possibili andamenti altalenanti, è pur sempre presente dietro alle quinte, con il rischio di vanificare tutti gli impegni assunti in pompa magna. Ecco perché le sfide non finiscono mai per la CNI e l’attuazione reale di questo Programma operativo è sicuramente una di queste.

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