ETICA E SOCIETÀ Referendum da usare con ponderazione

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ETICA E SOCIETÀ Referendum da usare con ponderazione
Foto: SRECKO NIKETIC/PIXSELL

Il referendum è uno strumento molto apprezzato da molti, poiché è l’espressione più evidente della democrazia. In un referendum possiamo andare tutti a votare. Il voto di ciascuno vale quanto il voto di ogni concittadino. Vince la decisione che ne ha ottenuti di più, dove l’espressione di ciascuno ha la stessa influenza di quella di ogni altro. Sembra essere la forma di decisione politica dove l’uguaglianza è affermata nel modo perfetto. Ma si tratta veramente di uno strumento che dobbiamo apprezzare?

Penso che il referendum sia una risorsa che può essere utile nel contesto di una democrazia liberale, ma è caratterizzato da imperfezioni. Per questo motivo, è uno strumento, tra gli altri, che può essere utile se impiegato nel modo giusto. Ma deve essere bilanciato da altre risorse necessarie al buon funzionamento del sistema democratico.

La domanda è: perché non attribuire un valore incondizionato al referendum, che è, formalmente, l’espressione perfetta della democrazia? Ci sono varie ragioni. La prima è legata al fatto che l’uguaglianza politica (il diritto a un voto che ha uguale peso a quello degli altri) è un valore importante, ma non l’unico. Tra gli altri valori possiamo indicare le libertà individuali (che includono, ad esempio, la possibilità di organizzare la nostra vita privata nel modo che riteniamo più opportuno), i diritti delle minoranze culturali (che implicano vari modi nei quali le minoranze vedono garantito il rispetto della loro cultura, incluso l’uso della lingua), alcuni elementi di equità sociale (ad esempio, il diritto allo studio indipendentemente dalla propria origine e posizione sociale), la parità di genere (che include, ad esempio, una serie di diritti conquistati dalle donne, purtroppo, anche nel mondo occidentale, soltanto da qualche decennio), ecc. Non c’è alcuna garanzia che le decisioni di un referendum rispetteranno questi valori. È importante, allora, che ci siano altre risorse che li proteggono.

In secondo luogo, il referendum non garantisce la possibilità effettiva di influenzare un processo politico, di contro al riconoscimento soltanto formale del diritto di votare come gli altri. In altre parole, lo Stato può riconoscere a tutti il diritto di votare. Ma non assicurare un’uguale educazione. Questa può essere determinante per sviluppare la capacità di comunicare con gli elettori, o anche le qualifiche richieste per svolgere l’incarico per il quale si compete. Oppure, è possibile che non sia assicurata un’uguale possibilità di accesso ai media e, quindi, di trasmettere i propri messaggi a chi vota. In questo caso, il referendum sarà una forma di decisione pubblica che rispetterà l’uguaglianza politica nella forma, ma non nella realizzazione effettiva dei diritti delle persone.

In terzo luogo, il referendum è un processo dove le possibilità di manipolazione sono molto elevate. Ogni epoca storica ha avuto le sue risorse per la manipolazione di massa. Le possibilità attuali sono enormi, poiché una delle principali fonti d’informazione è la Rete, dove le notizie e i dati circolano con una responsabilità personale spesso ridotta. Inoltre, i sistemi della Rete possono essere organizzati in modo tale da rivolgersi a votanti mirati per deviare i loro comportamenti rispetto ai loro interessi reali. Falsità o notizie prive di alcuna prova seria possono essere diffuse. Il risultato è che le persone votano in modo contrario ai loro desideri o interessi, perché disorientate da informazioni false. La Brexit è un esempio tipico di come il referendum possa essere uno strumento di realizzazione di manipolazioni. La campagna referendaria è stata piena di notizie false e le persone sono state stimolate a votare in base a promesse irreali, per le quali anche chi le diffondeva sapeva che non erano distinte da alcun elemento realistico.

Ma, allora, dobbiamo rinunciare al referendum? No, penso che possa essere uno strumento utile in alcuni casi. Precisamente, nelle situazioni quando la classe politica non ascolta e non risponde alle esigenze e alla volontà dei cittadini. Il referendum può essere uno strumento per superare l’inerzia dei rappresentanti politici o la loro attenzione esclusiva a interessi di parte. Usiamolo con ponderazione.

*Professore ordinario di Filosofia Politica

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