Un nuovo caso di presunta corruzione in Croazia. Dico presunta, perché penso che sia un obbligo qualificare in questo modo i possibili atti penali, fino a quando non ci sono le necessarie condanne giudiziarie. Indipendentemente dal caso specifico, la storia di episodi di corruzione confermati dal sistema giudiziario suggerisce la necessità di riflettere in modo serio sulla genesi, la realtà e la via d’uscita.
Il primo suggerimento che esprimerei è una presa di coscienza generale nella popolazione. Il consiglio, cioè, di rivolgere un grande impegno civico nella lotta contro la corruzione. Questo non equivale a un’indignazione generale che si manifesta in condanne generiche al bar (pratica antica) o sulle reti (pratica contemporanea). L’impegno civico nella lotta contro la corruzione si manifesta, in primo luogo, nel sostegno alle forze che sono preposte a combatterla. Faccio riferimento alla polizia e ai tribunali. Questo nel mondo attuale non è scontato.
La fiducia in questi organi negli ordinamenti liberali democratici è aggredita da forze politiche populiste, che negano la rilevanza o l’affidabilità dell’ordinamento giuridico. O, per dirla in modo più semplice, di polizia e tribunali. A volte, la strategia primaria è quella di sminuirne l’affidabilità. In breve, si vuole mostrare che, ad esempio, i tribunali non sono competenti o sono di parte. Tralascio gli slogan reali usati in questi casi, per buona educazione e rispetto nei confronti delle mete. Troppe persone, cittadini e cittadine, sono propense ad accogliere simili messaggi senza che siano esibite prove verosimili e convincenti.
In altri casi, non si pone in dubbio la competenza del sistema giudiziario, ma la sua autorità. In questi casi, ad esempio, si sottolinea l’assenza di legittimità democratica dei tribunali e si contestano in questo modo le loro decisioni quando si oppongono alla volontà di chi ricopre cariche politiche. E così, abbiamo sentito esponenti di forze politiche dire “Io, non i tribunali, sono stato eletto dal popolo”. Cosa, peraltro, vera, ma priva di significato. Non c’è alcun motivo affinché i tribunali siano distinti da legittimità democratica. La loro caratteristica primaria deve essere la competenza e l’imparzialità. I tribunali sono, tra l’altro, correttivi dei processi democratici. Troppo spesso non si ha presente il fatto che una società bene ordinata non è distinta soltanto dal sostegno democratico goduto da chi governa. C’è anche la necessità di istituzioni indipendenti dai processi politici, compresi quelli democratici. I tribunali sono tra queste istituzioni.
Comunque, gli attacchi populisti ai tribunali sono un tratto caratteristico delle democrazie evolute. In queste, il potere giudiziario esiste quale forza indipendente. Gli attacchi populisti sono una caratteristica delle nuove forze politiche, o forze politiche prima marginali, che assumono o sono candidati seri ad assumere il potere. L’intenzione è quella di destabilizzare l’indipendenza del sistema giudiziario. Nelle democrazie fragili o di più recente genesi i tribunali e gli organi inquirenti (polizia, in parole semplici) non godono dell’indipendenza necessaria.
In questi casi, i sospetti che riguardano l’imparzialità sono legittimi. Ma che cosa può fare la popolazione che desidera un sistema giudiziario imparziale ed efficiente? In primo luogo, direi, informarsi su quali sono le soluzioni istituzionali che tutelano l’indipendenza del sistema giudiziario e tutelarle. In altre parole, su come organizzare le istituzioni, per favorire l’autonomia dei giudici. È una cosa che i cittadini e le cittadine possono fare difficilmente da sole e soli. Ma possono essere aiutate e aiutati da attivisti e attiviste e organizzazioni della società civile che organizzano dibattiti educativi. La popolazione, in cambio, può supportarle facendo pressione sulle istituzioni politiche affinché sostengano questa rete di attivismo, ad esempio, con mezzi finanziari o logistici.
La cosa più diretta che i cittadini e le cittadine possono fare in opposizione alla corruzione è punire esercitando il diritto al voto le forze politiche che l’hanno praticata. Purtroppo, in alcuni ordinamenti parlamentari si pratica più frequentemente il sostegno ideologico a prescindere, oppure si favorisce un connubio democratico clientelare.
*Professore ordinario di Filosofia Politica
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