ETICA E SOCIETÀ Lo snobismo non è progressista

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ETICA E SOCIETÀ Lo snobismo non è progressista

Spesso provo un certo fastidio causato da chi scrive su questioni che riguardano temi sociali e che parla con supponenza delle persone che sembrano avere un livello di cultura e istruzione inferiore. In effetti, il livello basso dell’istruzione delle persone sembra creare problemi sociali non indifferenti e questo diviene visibile analizzando le campagne elettorali e i risultati di parecchie elezioni recenti. Le notizie false e le manipolazioni sembrano avere un ruolo importante e un livello dell’istruzione basso diffuso sembra contribuire a questo esito. Le persone che possiedono un’istruzione superiore reagiscono con burle e ironie nei confronti di chi possiede un livello culturale inferiore, come pure dei candidati e rappresentanti politici che si rivolgono a questi cittadini, ma non esibiscono tentativi di comprendere la realtà sociale alla base dei fenomeni politici attuali. In breve, vediamo un deprecabile snobismo, mascherato da liberalismo progressista.
Le risorse per comprendere i fenomeni sociali che orientano la nostra comunità politica non sono eccessivi, ma non sono neppure assenti. L’arte è uno strumento attraverso il quale possiamo apprendere molto e per questo motivo raccomando un film, Sorry We Missed You di Ken Loach, il grande regista inglese.
Il film parla del lavoro precario nella società attuale e degli effimeri tentativi di condurre una vita decente, da parte di molti individui e delle loro famiglie. Una delle forme assunte da questi tentativi è rappresentata nel film. Si descrive la vita delle persone che tentano di superare la disoccupazione, o l’occupazione precaria, cercando di costruire un lavoro autonomo. Più o meno, offrono un servizio a un’azienda. Questa risparmia le spese e la responsabilità che avrebbe nei confronti dei lavoratori dipendenti. Ma i soggetti formalmente autonomi con i quali “coopera” sono vincolati da contratti e rapporti che confermano uno sfruttamento radicale. Con un bisogno disperato di lavorare e soffocato dai debiti, chi ha un lavoro formalmente autonomo è assolutamente condizionato. Si lavora sei giorni su sette, la giornata lavorativa di otto ore, ormai, non è più neppure un sogno lontano e il reddito è bassissimo.
Le conseguenze sono disastrose per la vita in famiglia, dove i contatti sono ridotti alla colazione e a cercare di stare assieme dopo una giornata che provoca una fatica che distrugge. La capacità di educare i figli è quasi nulla. Questi assistono a uno spettacolo deprimente, che frustra le ambizioni di costruire una vita dignitosa. Le condizioni per costruirsi una cultura e formarsi un’istruzione sono ridotte a termini disperati.
Si potrebbe obiettare al messaggio di Ken Loach dicendo che l’arte è una finzione e, quindi, relativizzare gli insegnamenti che il grande regista vuole trasmettere. Si potrebbe descrivere l’autoimpiego come una forma eroica di imprenditoria e di un’espressione caratteriale lodevole. Si potrebbero anche citare esempi di persone che hanno ottenuto successi, in questo modo.
Ma rappresentare solo alcuni esempi non è un modo serio per commentare un fenomeno sociale. I risultati di soggetti particolarmente dotati o fortunati non sono una risorsa sufficiente per comprendere la società. Penso che, al contrario, sia utile un’ampia ricerca condotta da un ricercatore e docente inglese, Robert MacDonald, le cui qualifiche sono descritte su https://theconversation.com/profiles/robert-macdonald-862588
MacDonald afferma che le sue ricerche indicano esattamente quanto rappresentato nel film di Loach. I rapporti sociali lì descritti creano aspettative basse, insicurezza, indebitamento, ansia… Lo si può leggere su https://theconversation.com/ken-loachs-new-film-on-the-gig-economy-tells-exactly-the-same-story-as-our-research-125743
Chi vive in queste condizioni vota con rabbia e segue chi promette di restituire al popolo il controllo della vita. Così come è quasi naturale che non creda a chi parla di libertà e solidarietà con addosso un abito e status symbol costosi. Non soltanto per umanità e solidarietà (le motivazioni più importanti, in questo caso), ma anche per assicurare una società stabile e governata in modo razionale, per tutti, è necessario comprendere questi fenomeni sociali e assicurare una vita dignitosa a tutti.

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