ETICA E SOCIETÀ Far sentire la voce della scienza

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ETICA E SOCIETÀ Far sentire la voce della scienza

Nuovamente in Germania, anche quest’anno nella Ruhr, a Dortmund per due settimane. Mi sto trovando benissimo. Grande ospitalità, grande cortesia, dinamismo, varietà… Sono cosciente di essere un docente universitario ospite e, probabilmente, la mia percezione è diversa rispetto a chi ci viene per altri motivi. Nella metropolitana ho avuto una conversazione con uno studente universitario. Proveniente dalla Siria, da dove è venuto quand’era bambino. Gli ho chiesto come si trovi in Germania. Mi ha detto che è meglio che vivere in Siria, ma, come ha proseguito, non vivere a casa è non vivere a casa.
Dicevo della varietà. Proprio questo concetto sembra particolarmente importante. Quando sono stato a rivisitare l’Università di Bochum che mi ha ospitato lo scorso anno ho visto una dichiarazione sulla libertà e la diversità.
A Dortmund, invece, nell’atrio della Facoltà che mi sta ospitando, c’è una mostra intitolata “Siamo parte della cultura”, dedicata a grandi persone che hanno dato importanti contributi all’umanità. Ci sono ritratti di Leonardo da Vinci, Oscar Wilde, Virginia Wolff, John Maynard Keynes, Greta Garbo, Federico Garcia Lorca, Thomas Mann, Josephine Baker, Marlene Dietrich, Florence Nightingale e altre. Quest’ultima è presentata come la persona che ha creato la concezione contemporanea della professione e della vocazione di infermiera. Sono persone distinte da identità o orientamenti sessuali atipici o minoritari. Vedere l’attenzione rivolta alla varietà mi ha fatto piacere, perché recentemente ho scritto anch’io dell’importanza del rispetto della diversità.
Un tema molto sentito in Germania sono i cambiamenti climatici. Lo si vede anche nel sostegno alle abitudini gastronomiche basate esclusivamente su vegetali. È facile trovare ristoranti con cucina esclusivamente vegetale che offrono ricette fantasiose e gustose. Nella prima settimana del mio soggiorno ne ho frequentati alcuni, adeguandomi alla mia compagna di viaggio e di soggiorno, mia collega e amica.
In effetti, dove viviamo, in Croazia, le diete basate su cibo vegetale sono quasi un’eccentricità. Non sono né un nutrizionista, né un climatologo e sicuramente non mi permetterò di dare consigli in questo senso. Ma, da quanto sento dire da colleghi che ne capiscono, un orientamento verso il cibo vegetale presenta diffusi vantaggi. Senza fare riferimento ai diritti degli animali, questi sono legati alla salute delle persone e a un contributo agli sforzi per arrestare i cambiamenti climatici. Una mentalità diffusa vuole che un pasto non sia un pasto autentico dal quale si può uscire senza continuare ad avere fame se la libagione non include cibo basato su carne. Un pensiero diffuso è che un pasto preparato esclusivamente con vegetali non possa essere gustoso (almeno il pesce riesce ad avere il dovuto riconoscimento). Posso testimoniare nella mia prima settimana in Germania, dove quasi ogni giorno ho mangiato così, che ci si può saziare e che si può mangiare molto bene anche con piatti soltanto vegetali. Nominerei soprattutto un ristorane ucraino a Dortmund e un ristorante vietnamita a Düsseldorf.
Detto questo, non parlando da nutrizionista o climatologo, direi che le affermazioni scientifiche diffuse in pubblico non proclamano la necessità di una dieta basata esclusivamente su vegetali, ma parlano della necessità di ridurre il consumo di carne dell’80 p.c. Ho sentito dirlo soprattutto nella parte settentrionale d’Europa, quindi, direi che nelle zone mediterranee, tradizionalmente meno orientate al consumo di carne, la percentuale dovrebbe essere minore. A occhio, peraltro, direi che la Croazia, da questo punto di vista, vada accomunata piuttosto al settentrione. Ho letto recentemente le lamentele di alcuni chef riguardo al fatto che a partire dalla promozione della cultura gastronomica locale c’è un orientamento o verso il fast food basato su carne o verso ricette elitiste, trascurando l’ottimo pesce azzurro dell’Adriatico.
Detto questo, in Croazia sarebbe necessaria una politica più sentita di promozione pubblica della nutrizione che è sana per il nostro corpo e per il pianeta. Non voglio scrivere indicazioni oltre ai cenni presentati in modo rilassato, perché non ho le conoscenze per farlo. Ma le istituzioni pubbliche devono trovare il modo di far sentire in modo diffuso la voce della scienza.

*Professore ordinario di Filosofia Politica

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