DDI-Glas-HSS, prove tecniche di… centro

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DDI-Glas-HSS, prove tecniche di… centro

Sulla scena politica nazionale si sta profilando un importante raggruppamento di centro, d’ispirazione liberale con lo sguardo comunque rivolto anche ai valori della sinistra. Si tratta di una coalizione che potrebbe trovare ampi spazi d’azione alla luce della crisi d’identità che sta vivendo in Partito socialdemocratico e delle difficoltà dei Popolari a posizionarsi con chiarezza agli occhi degli elettori.

Una delle forze chiave, se non forse numericamente la più importante della nuova alleanza, è rappresentata dai regionalisti istriani. La Dieta democratica istriana ha infatti rotto gli indugi. All’ultima riunione del Consiglio della DDI è stato deciso all’unanimità di andare alle elezioni per il Parlamento europeo, che si terranno nel maggio del 2019, assieme al Glas e al Partito contadino. Sabato è stato firmato l’accordo elettorale alla presenza dei leader partitici. La coalizione di Amsterdam pertanto, potrebbe essere davvero la terza forza sulla scena nazionale. Nulla di strano che anche il PGS si unisca a quest’alleanza in quanto già da tempo i regionalisti quarnerini hanno strettissimi rapporti con i colleghi istriani e hanno creato anche un gruppo parlamentare congiunto al Sabor. Sorprende semmai che la formazione Pametno abbia deciso di non aggregarsi alla coalizione di Amsterdam, di cui inizialmente era tra i fondatori. Lo schieramento nato a Spalato ha preso le distanze dalla Dieta richiamandosi alle ben note vicende legate a Ivan Jakovčić e ai suoi rapporti con Danko Končar. Vicende forse strumentali, ma che comunque sono state cavalcate anche da quelle forze liberali che potrebbero essere in teoria le alleate naturali dei regionalisti. Ma con la decisione del leader storico della DDI di non ricandidarsi per il Parlamento europeo le preclusioni sarebbero dovute venire meno. Così non è stato, ma questo non dovrebbe indebolire il fronte liberal-regionalista. La posizione della Dieta è chiara: serve un blocco d’opposizione forte che s’opponga non soltanto all’HDZ, ma anche a quelle correnti politiche che “sono ancora più a destra dell’Accadizeta”. L’obiettivo, come rilevato dal leader della DDI, Boris Miletić, è che la coalizione di Amsterdam nei prossimi mesi diventi il fulcro dell’opposizione al centrodestra. Un’opposizione tanto più necessaria visto che in Croazia “negli ultimi anni si stanno rafforzando le correnti nazionaliste e radicali”, tanto che il Paese rischia “di assomigliare alla Polonia”. Con l’aggravante di una “crisi economica” apparentemente senza vie d’uscita. Quindi servirebbe una sterzata. L’unico problema per la coalizione di Amsterdam, per la quale vi sono spazi di manovra ampi sul panorama politico, è quello di riuscire a essere sufficientemente riconoscibile agli occhi degli elettori. La Dieta probabilmente farà incetta di voti in Istria: resta da vedere se sulla sua scia le altre forze d’ispirazione liberale riusciranno a trovare spazio a livello nazionale.
A questo punto i giochi per le Europee sono aperti. Sui possibili candidati istriani, ovvero sul potenziale erede a Strasburgo di Ivan Jakovčić, i mass media si sono sbizzarriti da tempo a fare ipotesi. Il nome più accreditato è quello dell’attuale presidente della Regione istriana, Valter Flego. In ogni caso la coalizione di Amsterdam dovrà fare i conti nello spazio politico in cui naviga su una concorrenza che si prefigura molto agguerrita. Certo l’SDP ora annaspa nei sondaggi, ma non è escluso che i suoi elettori tradizionali nel momento decisivo del voto facciano quadrato.
Ci sono poi gli “Intelligenti” spalatini, c’è il volto nuovo dei progressisti, l’ex lady di ferro della Commissione sul conflitto d’interessi, Dalija Orešković che cercano di ritagliarsi un posticino al sole. C’è anche il giudice “fustigatore dei corrotti”, Mislav Kolakušić, che potrebbe scendere in campo in aggiunta ai partiti tradizionali. Come dire il confronto è apertissimo.

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