Zucchero: «Wanted» impazientemente

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Zucchero: «Wanted» impazientemente

ABBAZIA | Se c’è ancora qualcuno che non lo sappia, lo ricordiamo ancora una volta: martedì prossimo, 17 luglio, sulla Scena estiva di Abbazia appuntamento con Zucchero e il suo “Wanted World Tour 2108”.

Emiliano verace, sessant’anni e passa, esibiti senza troppi problemi, 60 milioni di dischi venduti nel mondo, l’aria da country man un po’ trasandato (qualcuno lo definisce pure eccentrico), con un’infinita serie di cappelli che sfila immancabilmente sul palco, Zucchero (Sugar) Adelmo Fornaciari non ha certamente bisogno di presentazioni. Non c’è continente dove non si sia esibito, non c’è fan che non abbia incantato con la sua musica e con la sua voce unica.
Per gli ammiratori dell’Istria, del Quarnero e oltre, ancora pochi giorni e il bluesman italiano per eccellenza fa tappa nella Perla del Quarnero, sul palcoscenico che lo ha già ospitato dieci anni fa, mentre l’incantevole e unico palcoscenico dell’Arena di Pola lo ha visto esibirsi lo scorso anno per la seconda volta. Il live segue il successo del “Wanted Italian Tour”, partito il 26 febbraio dall’Arena di Verona che ha fatto il pieno di sold out praticamente a ogni appuntamento. Zucchero porta in scena ogni volta quasi 40 canzoni, per 3 ore di musica, ripercorrendo i 30 anni di carriera con alcuni dei suoi più grandi successi, con immagini live dei concerti all’Arena di Verona, un docufilm con immagini di backstage, interviste, contenuti speciali e tre brani inediti inclusi in “Wanted (The Best Collection)”.

L’Arena di Pola e la Scena estiva di Abbazia ti hanno ospitato più volte. E tanti anni fa anche Preluca, nei pressi di Abbazia. Hai avuto modo di conoscere la Croazia anche in altre occasioni?

“È sempre un enorme piacere per me suonare in Croazia. Sì, ci sono venuto in diverse occasioni e ho degli ottimi ricordi anche del calore del pubblico croato. Purtroppo ho visitato solo le città in cui mi sono esibito, non ho mai avuto occasione di girarla come vorrei. Ma un giorno sarebbe fantastico fare un bel tour della Croazia da turista e scoprire le meraviglie del vostro Paese di cui sento tanto parlare”.

Che cosa ti è rimasto impresso di questi luoghi?

“Ho avuto l’impressione di luoghi puliti e ordinati. Mi è apparso tutto meraviglioso”.

Hai avuto occasione di conoscere qualche musicista nostrano?

“No purtroppo, mi spiace”.

Ho dato un’occhiata alle date e ai luoghi del tuo Wanted nel mese di luglio: in pratica giri in lungo e in largo tutta l’Europa, dalla Gran Bretagna alla Macedonia. Tra una data e l’altra 1 o 2 giorni al massimo. Solo dopo Abbazia c’è un buco di 4 giorni… Hai in piano una mini vacanza da queste parti lontano dai riflettori?

“No, userò il poco tempo libero per rientrare a casa in Italia: è così raro avere 4 giorni liberi durante un tour che ne approfitto!”

In pratica, si può dire che sei più in tournée in giro per il mondo che a casa. Come concili dovere, riposo e famiglia?

“Ho una fattoria in Italia, è sempre meraviglioso andare a casa, rilassarmi con la mia famiglia, riprendermi dalla vita frenetica dei tour. Mi gusterò del buon cibo e del buon vino italiano, rilassandomi al sole”.

Quando pensi alle vacanze qual è la prima cosa o il primo luogo che ti viene in mente? Dove e come ti rilassi meglio?

“Oh, mi viene in mente l’Italia naturalmente… sempre. Adoro viaggiare, ma sai, quando trascorri settimane e mesi interi durante l’anno a viaggiare in tour, a un certo punto cambia il tuo concetto di vacanza. Per me è il relax la mia vacanza, dovunque possa rilassarmi senza dover trascorrere tempo viaggiando per aeroporti.

Da emiliano, la cucina quant’è importante per te? Preferisci la tavola di casa o qualcosa di esotico?

“Ovviamente adoro la cucina italiana – semplicissima, con ingredienti sani, freschi, olio d’oliva buono – è un cibo che viene dalla terra. Ma mi piacciono anche altre cucine, mi piace molto il curry e adoro la cucina turca e quella greca”.

Che cosa ti appassiona di più?

“La mia musica! Sono sempre stato appassionato di musica e sono ancora emozionato ogni volta che scrivo, che registro le mie cose o quando mi esibisco”.

Nel nostro piccolo ci sono sempre alti e bassi, esperienze positive e negative. Nella tua ricca e lunga carriera, quali sono gli eventi e le persone che ti hanno lasciato un segno particolare?

“Devo dire che in tutta la mia carriera ho avuto maggiormente esperienze positive. Non ci sono grandi cose del passato che vedo in modo troppo negativo – è la vita che tutti noi viviamo, dobbiamo accettarla. Mio zio Enzo suonava l’armonica a bocca e l’ocarina, creava i ritmi muovendo la lingua sull’armonica a bocca – mio zio era un gran tipo – ed è lui che mi ha influenzato fin da piccolo verso la musica. Un’altra persona che mi ha lasciato un segno speciale è senz’altro Luciano Pavarotti”.

Hai collaborato con i più grandi musicisti del mondo. Con chi ti sei trovato più a tuo agio, chi ti ha sorpreso di più e perché?

“Ho detto spesso che l’artista che amo di più al mondo è Eric Clapton – è stato meraviglioso con me. Quando mi ha invitato ad aprire i suoi concerti europei nel 1990 è stata la prima volta che ho avuto modo di esibirmi per 12 notti nel prestigioso Royal Albert Hall a Londra. E ho avuto poi la fortuna e l’onore di dividere il palco con lui anche in seguito, in molte occasioni”.

Con chi vorresti condividere il palcoscenico e che non sei ancora riuscito a convincere?

“Durante i miei ultimi 30 anni di carriera ho avuto la grandissima fortuna di lavorare con artisti immensi, lavorando con i miei veri eroi musicali di sempre. C’è tanta gente con cui vorrei lavorare, ma preferisco non tentare il destino facendo dei nomi. Un’altra idea che ho avuto per un po’ di tempo era quella di fare un album con Ennio Morricone. Ho già lavorato con lui su un brano nel 1989, però adorerei fare qualcosa di più ancora”.

Dopo tanti tour, esiste un “palcoscenico dei sogni” che non hai ancora calcato?

“Ad essere onesto non mi viene in mente nessun palcoscenico in particolare; ho suonato a Venezia la settimana scorsa in uno show all’aperto ed è stato un evento strepitoso. Mi esibisco in Scozia questo mese, mi piace prendere le cose come arrivano e se c’è qualcosa di interessante, anche un po’ pazzo, è solo un bel bonus!”

Com’era salire sul palco ieri e com’è oggi?

“Adesso dobbiamo avere più persone per la produzione, paragonando la situazione con i primissimi show quando giravo in tour usando i service e gli impianti locali. Ovviamente, più gli spettacoli sono grandi e più hai bisogno di una grande produzione – il pubblico si aspetta molto dagli artisti oggi. E non me ne lamento, è anche grazie a questo che gli spettacoli diventano sempre più interessanti”.

Che cosa fai prima dell’inizio di un concerto? Hai delle abitudini, regole da seguire?

“Mi piace avere un po’ di tempo libero in silenzio prima di salire sul palco e di solito mi piace avere un massaggio prima di esibirmi”.

Come li scegli i cappelli? Ne hai sicuramente una cospicua collezione…

“Ho davvero tantissimi cappelli, li ho indossati per tanto tempo. Vorrei comprarne di nuovi, se avrò l’opportunità di visitare qualche città durante il mio tour”.

Cos’è cambiato nel tuo lavoro di creare musica? Dove cerchi lo spunto, l’ispirazione, dai sogni, dai viaggi, dalla gente che ti circonda…?

“La creatività musicale ha sempre lo stesso concetto e le stesse dinamiche di quando registrai il mio primo demo, che realizzai con un Sony 2-track Recorder, registrando chitarra e voce nel 1972. Adesso abbiamo il vantaggio di avere i computer e ogni tipo di suono e di registrazioni tra i più sofisticati. Nelle mie canzoni mi riferisco sempre a cose che mi hanno colpito. Le idee delle canzoni arrivano dalla vita di tutti i giorni. Non sempre dal mio punto di vista, a volte capita di avere un’idea anche guardando un documentario, per esempio”.

Il tuo penultimo album, “Black Cat”, era stato definito che crea un ponte tra l’Emilia e l’America. E “Wanted”, come lo definisci?

“È una bell’insieme delle mie canzoni e delle mie hit, confezionato in un packaging di cui sono molto orgoglioso. Non sono sicuro di come lo descriverei, di solito sono gli altri a descrivere gli album!”

Il Festival di Sanremo: vi hai partecipato da concorrente e da ospite. Sanremo ieri e oggi: come lo vedi, come lo vedevi? Che cosa ne pensi?

“Guardi oggi i Festival ed è un po’ come per i miei spettacoli: tutto ormai è una grandissima produzione, ormai anche i Festival sono al tempo con il resto delle produzioni. Ero molto emozionato a esibirmi di nuovo su quel palco, soprattutto adesso che sono più adulto e ho avuto tante esperienze in tanti Festival in tutto il mondo”.

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