Zagabria: omaggio a Raffaello per il 500.esimo della morte

Al Museo di Arte e Artigianato della capitale verrà inaugurata la mostra ispirata all'operato del grande genio rinascimentale, realizzata in collaborazione con l'Istituto Italiano di Cultura

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Zagabria: omaggio a Raffaello per il 500.esimo della morte

Al Museo di Arte e Artigianato di Zagabria verrà inaugurata il 24 aprile un’importante mostra internazionale intitolata “Raffaello – la fonte del mito” (Rafael – na ishodištu mita) nata in occasione dei 500 anni dalla morte di uno dei più grandi artisti del Rinascimento, Raffaello Sanzio da Urbino (1483 – 1520). La mostra è stata realizzata in collaborazione con la Fondazione Brescia Musei grazie all’Istituto Italiano di Cultura di Zagabria.
Con questo importante progetto espositivo, la capitale croata e il Museo di Arte e Artigianato si uniscono alle celebrazioni in occasione del 500.esimo della morte del genio rinascimentale nel 2021, in quanto la mostra è dovuta essere rimandata a causa della pandemia da coronavirus e il terremoto che un anno fa ha arrecato innumerevoli danni alla città di Zagabria.

Immenso lascito artistico

L’esposizione presenta l’immenso lascito artistico dell’operato di Raffaello e il suo grande impatto sull’evoluzione della storia dell’arte.
“Raffaello – alla fonte del mito“ comprende 110 stampe originali realizzate da importanti autori dal XVI al XIX secolo ispirate ai capolavori del grande pittore e architetto, assieme a Leonardo da Vinci e Michelangelo uno dei più importanti rappresentanti dell’Alto Rinascimento. Le stampe, le maioliche e i disegni ispirati alle opere di Raffaello che verranno esposti nel MUO sono una testimonianza della grandezza e dell’importanza del suo operato artistico. Il perfezionamento della stampa dal Rinascimento fino ad oggi ha contribuito in maniera decisiva alla diffusione e al mantenimento della popolarità senza tempo di Raffaello. Sono proprio le stampe il mezzo al quale è stato affidato il compito di trasmettere l’espressione pittorica del genio di Urbino e la sua fama per cinque secoli.
Nel Museo verrà così celebrato il 501.esimo anniversario della morte di Raffaello, uno dei più importanti rappresentanti della scuola pittorica rinascimentale in Umbria, le cui opere rappresentano alcuni dei massimi capolavori della storia dell’arte.

Uno dei progetti di maggior successo

La mostra, che sarà sicuramente ricordata come uno dei progetti di maggior successo del Museo zagabrese, è un testimone dello sviluppo dell’influsso nell’arte e della nascita di un vero e proprio “mito del pittore divino” le cui opere pittoriche sono un’ispirazione per i suoi allievi e seguaci.
Oltre alle 110 incisioni, il percorso espositivo comprenderà anche il plastico di un progetto architettonico di Raffaello. Prevista pure la proiezione, probabilmente in streaming, di un film dedicato al genio di Urbino, girato nel 2017. Le incisioni ispirate alle opere di Raffaello, che compongono la parte principale della mostra, sono state realizzate dal 1510 fino al 1866 da artisti noti e meno noti.

Incisori di rilievo

Marcantonio Raimondi è senza dubbio il nome più noto. L’incisore emiliano riprodusse in stampa i disegni di Raffaello, cioè le opere del pittore non trasposte su tela, grazie al lascito di Raffaello stesso. Raimondi fu il primo a dare il via alla divulgazione di immagini raffaellesche (con la collaborazione dell’artista stesso). La realizzazione di stampe d’après Raffaello da quel momento ha attraversato i secoli, arricchendosi gradualmente di innovazioni e conquiste tecniche nel campo dell’incisione. Tra i nomi di rilievo rientra anche Ugo Da Carpi, inventore del chiaroscuro a due o più legni, che restituisce una morbidezza all’opera tale da avvicinarsi all’effetto pittorico. Il percorso espositivo annovera anche opere realizzate con la tecnica del bulino e acqueforti degli incisori Agostino Veneziano, Marco Dente, Jean Boulanger, Carlo Maratta, Pietro Aquila, Nicolas Dorigny, Giovanni Volpato, Thomas Holloway, Raffaello Morghen, Giuseppe Longhi, Johann Friedrich Wilhelm Müller, Pietro Anderloni, Ludwig Gruner, Giovanni Carnovali detto il Piccio, e altri.
La mostra rimane in visione fino al 6 giugno.
Pittore
Raffaello nacque nel 1483 a Urbino. Fu il padre Giovanni Santi, anch’egli pittore, a incoraggiare Raffaello nello studio dell’arte e della pittura. In particolare, il punto di riferimento era Piero della Francesca che proprio nella città marchigiana aveva realizzato alcune tra le sue opere più belle. Nel 1504, Raffaello si trasferì a Firenze mantenendo però importanti rapporti con la corte di Urbino per la quale dipinse diverse opere importanti. A Firenze, Raffaello conobbe Leonardo e Michelangelo. L’influsso dei due grandi maestri fu subito evidente in opere come il “Giovane con la mela” e la “Dama col liocorno”. Al periodo fiorentino risale la serie delle Madonne tra le quali si ricordano la “Madonna del Cardellino”, la “Madonna del Belvedere”, la “Piccola Madonna Cowper” e la “Grande Madonna Cowper”, conosciuta anche come “Madonna Niccolini”. La fama di Raffaello raggiunse Roma e in particolare Papa Giulio II, che gli affidò l’incarico della decorazione delle Stanze vaticane. Qui dipinse gli affreschi della “Disputa del sacramento”, il “Parnaso” e la famosissima “Scuola di Atene”. Oltre che di pittura, Raffaello si occupò anche di architettura e scrisse poesie. La sua arte è solitamente vista come una perfetta sintesi dell’operato di Leonardo e Michelangelo, caratterizzata da un equilibrio e una limpidezza uniche. Raffaello si spense a Roma il 6 aprile 1520.

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