William Klinger, storico entusiasta

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William Klinger, storico entusiasta

TRIESTE | Nel nome di William Klinger, perché non si spenga l’entusiasmo del ricercatore appassionato, che l’aveva sorretto nel tempo, e che può indicare oggi una strada a chi vorrà seguirne le orme. Questa una delle motivazioni che hanno spinto a raccogliere in volume gli “Scritti minori” dello storico prematuramente scomparso qualche anno fa, in un brutale agguato a New York. A curare la pubblicazione, già presentata in varie occasioni, sia in Italia che a Fiume, il prof. Sandro Gherro che gli organizzatori, il Circolo della Cultura e delle Arti di Trieste, hanno voluto ieri nella sala Bobi Bazlen di Trieste, per offrire ai propri soci e al pubblico l’occasione di riflettere su un lavoro davvero importante. Accanto al prof. Gherro, anche lo storico Raoul Pupo: insieme hanno spiegato il percorso dell’autore, la sua grande passione per la ricerca, la disinvoltura con cui entrava negli archivi sapendo esattamente cosa andare a cercare e la libertà interpretativa dei documenti che spesso hanno messo alla prova il suo rapporto con altri storici e studiosi. Klinger si lasciava condurre dall’entusiasmo con cui affrontava il suo lavoro e certamente non sarebbero mancate tante nuove rivelazioni nel lavoro che si accingeva a fare in America e che invece sono rimaste sospese, nello sbigottimento di tutti quelli che l’avevano conosciuto.
I suoi “Scritti minori” sono il frutto di un paziente lavoro del prof. Gherro, che ha cercato di raccogliere testi già pubblicati, sparsi in volumi e riviste, in gran parte dal Centro di Ricerche Storiche di Rovigno, ma talvolta di difficile reperibilità. Tanto lavoro ha portato a un risultato importante che oggi si pone come base per una valutazione del suo percorso. “Notevole la rilevanza – ha detto il presidente del Circolo, Thomas Jansen – della trattazione circa la vicenda titina, con forti approfondimenti sulle strutture politico-poliziesche che garantirono, tramite il ‘terrore’, la stabilità della dittatura”.
Hanno partecipato all’incontro anche Orietta Marot, presidente della CI di Fiume, e il vicepresidente Mario Simonovich.
“William Klinger – ha sottolineato Marot – racchiude l’essenza della fiumanità, ovvero un insieme di diverse identità mitteleuropee convogliate in un’unica persona, frutto di complessi, e meravigliosi, intrecci familiari. Ma così era la città, plurilingue e multiculturale che ne segnava la vera ricchezza”.
Una città piena di storia. Le famiglie arrivavano qui da tutta Europa per andare con le navi Oltreoceano, portando migliaia di emigrati, molti però s’innamoravano di Fiume decidendo di fermarvisi. Mario Simonovich ha ricordato alcuni personaggi chiave delle grandi compagnie di navigazione e della politica locale, sempre molto aperta e lungimirante. A Klinger, alfine, si devono anche incontri e occasioni di conoscenza come questo, che segna la bella sinergia tra la CI di Fiume e il Circolo della Cultura e delle Arti di Trieste.

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