Vruja, sonorità istriane nell’anima

Il gruppo, che festeggia i vent’anni d’attività, ha aperto il trittico di concerti promosso dalla CAN di Isola

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Vruja, sonorità istriane nell’anima

Il primo appuntamento della nona edizione di “Isola in Musica”, organizzata dalla CAN di Isola in collaborazione con il Centro comunale per le attività culturali, ha visto sul palco il complesso istriano Vruja. Un folto pubblico è accorso in piazza Manzioli, considerata un po’ come il salotto a cielo aperto della cittadina, per ascoltare la loro ultima novità discografica, uscita in concomitanza con un importante giubileo: i vent’anni dalla fondazione del gruppo. I Vruja sono nati nel 2001 grazie all’iniziativa di Marino Kranjac e del compianto Luciano Kleva, spinti dal desiderio di recuperare e portare al pubblico le tradizioni musicali istriane. Da allora, i Vruja, il cui nome significa sorgente, sono diventati una ricca fonte della cultura e dei costumi del territorio, che con dedizione e instancabile passione fa riemergere i vecchi canti delle nostre terre. Dall’Istria meridionale a quella settentrionale, facendo talvolta anche un salto oltre il torrente Rosandra a Trieste, la cui storia è fortemente intrecciata con quella della penisola istriana, il complesso, fedele agli strumenti tipici della regione, propone in chiave originale le musiche di quest’area multiculturale e multietnica, considerando alla stessa guisa la tradizione di tutti i popoli autoctoni. Il nuovo concept album, intitolato “Amore, guerra … e vita”, verte intorno alla Prima guerra mondiale e come un film sonoro dipinge con le note il cerchio della vita. I 12 brani, interconnessi da brevi tracce documentarie che ti catapultano nel tempo e nell’evento descritto dalle canzoni, trasportano l’ascoltatore nel periodo antecedente il conflitto, per passare poi a quello della Grande guerra e infine in quello postbellico. Attraverso canzoni di corteggiamento, d’amore, seguite da quelle legate alla guerra e alla grande tragedia, per poi finire con canzoni scherzose, nuziali e balli strumentali, che difficilmente lasciano indifferenti, i musicisti Peter Kaligarič (fisarmonica), Gabrijel Križman (voce, chitarra, mandolino), Gorast Radojevič (bassetto istriano e basso elettrico), Niki Germovšek (violino), Veronika Črešnik (voce, percussioni), Matic Črešnik (percussioni) e Marino Kranjac (voce, chitarra, sopele e violino) hanno fatto vivere un carosello di emozioni.”Siamo molto felici di aver portato il nostro nuovo album al pubblico e di aver festeggiato insieme a loro quest’importante anniversario”, ci ha confidato Marino Kranjac, il leader del gruppo e la mente creativa del progetto. Musicista e etnomusicologo, da una vita dedica ore e ore del proprio tempo alla ricerca dei brani che, come gli piace dire, “rispolvera” per portare sempre delle melodie nuove quasi dimenticate, ma al contempo cercando di mantenere quelle che si cantano tutt’oggi. Oltre al lavoro che svolge sul campo, attinge molto dagli archivi delle stazioni radiofoniche di Capodistria e Pola, nonché dell’Istituto di Musicologia dell’Accademia nazionale delle scienze e delle arti, collaborando inoltre con il poli-strumentista Dario Marušić che condivide con Kranjac le proprie ricerche. Un impegno lodevole, per il quale il pioniere della rinascita della musica popolare e della sua popolarizzazione spera vivamente che venga percepito come importante, anche se, purtroppo, nelle nostre zone, al di fuori del contesto minoritario, sono rari gli inviti a esibirsi, nonostante le molteplici manifestazioni a tema istriano, sia culinarie che culturali. Kranjac dedica molto del suo tempo e della sua energia anche alla divulgazione della musica tradizionale istriana tra le generazioni più giovani. Spesso collabora con le scuole elementari, dove presenta agli alunni le canzoni, gli strumenti e i balli del territorio. Anche i Vruja puntano molto sui giovani sin dalla loro fondazione, quando a far parte del gruppo c’erano i giovanissimi Rok Kleva Ivančič, Matija Solce e Alenka Kranjac, che oltre a Marino è l’unica rimasta della prima formazione. Ma il complesso è sempre riuscito a coinvolgere nuovi appassionati di musica istriana: “Ho la fortuna di trovare sempre giovani musicisti talentuosi, interessati a questo tipo di musica e con la voglia di presentarla al pubblico,” ha spiegato Kranjac, che sul palco del Manzioli ha portato ad esempio Matic Črešnik di Dravograd, rompendo il pregiudizio che la musica istriana può essere suonata solamente da istriani.

Marino Kranjac

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