
Presso la Sala maggiore della Comunità degli Italiani “Pino Budicin” si è svolta la conferenza “Musicalità e musicologia nell’opera di Vlado Benussi” durante la quale sono stati messi in rilievo i cenni analitici dell’opera dell’illustre Maestro, scomparso nel 2018. Sono stati ricordati i momenti salienti della vita e dell’opera di Benussi, come pure il suo impegno rivolto allo studio della tradizione musicale e canora rovignese, nonché alla divulgazione dello specifico dialetto rovignese quale idioma autoctono di origine istroromanza.
Presenti all’evento pure numerose autorità tra cui la vicepresidente della Regione istriana in quota CNI Jessica Acquavita, l’assessora per la CNI autoctona, le minoranze nazionali e i giovani, Tea Batel, il vicesindaco in quota CNI David Modrušan, i familiari di Vlado Benussi e numerosi docenti.
A introdurre il folto pubblico accorso nell’atmosfera della serata è stato il coro misto della Società artistico culturale “Marco Garbin” della Comunità degli Italiani “Pino Budicin”, diretto dal Maestro Riccardo Sugar che si è esibito con due bitinade, entrambe scritte e musicate da Vlado Benussi.
Tutela delle tradizioni canore rovignesi
La presidente del comitato esecutivo Gianfranca Šuran, nelle vesti di moderatrice della conferenza, ha introdotto gli ospiti della serata. “Nel corso di tutta la sua vita Vlado Benussi è stato legato alla Comunità Nazionale Italiana e al mondo della scuola, offrendo un incommensurabile apporto nelle attività del sodalizio, imperterrito nello stimolare nei giovani e nei meno giovani l’interesse per il retaggio musicale, linguistico e culturale. Tale impegno ha incoraggiato negli anni tantissimi giovani a cimentarsi nella produzione musicale, letteraria, poetica e di ricerca storica, con risultati eccellenti”, ha spiegato Šuran, passando poi la parola a Libero Benussi.
“Si può dire che è nato musicista in un ambiente famigliare incline al canto e alla musica e al quale attinse costantemente l’ispirazione per i suoi orientamenti di vita e l’amore per la tutela e la trasmissione delle tradizioni canore rovignesi. Tradizioni canore che – anche per lui, e lo conferma inequivocabilmente il suo lunghissimo percorso artistico –, sono state nel contempo alla base della cultura della nostra città ed espressione tra le più genuine dell’identità della Comunità Nazionale Italiana. Il suo lascito in questo ambito rappresenta un’eredità inestimabile per tutta la comunità rovignese e soprattutto quella nazionale. Di mio fratello Vlado, si possono dire molte cose, molte cose belle. É stato un uomo dai mille talenti: è stato cantautore, compositore, arrangiatore, chitarrista, fumettista, maestro di coro, insegnante, studioso del folclore rovignese, ha scritto poesie e bozzetti teatrali. Quando si pensa alla musica e ai musicisti rovignesi, la prima persona che viene in mente è Vlado. Una persona che sapeva con egual passione, serietà, attenzione e pazienza cantare e suonare con i bambini d’asilo o alunni di scuola come pure con i musicisti professionisti. Una persona che faceva cantare e amare la musica sia alle persone che avevano talento come pure a quelli che di talento ne avevano poco”, ha raccontato Libero Benussi.
Appartenenza a una società buona
Rosalia Massarotto ha proposto al pubblico dei brevi cenni analitici di alcuni brani del Maestro, ricordando l’importanza della musica, le note, le parole scritte e interpretate da Vlado Benussi: “A tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscere, lavorare e/o cantare con Vlado Benussi, ha trasmesso un senso di appartenenza a una società buona, che ha cura delle persone e dei sentimenti oltre che delle tradizioni, che lui amava tanto. Tradizioni che Vlado Benussi ha studiato attentamente, curato, arrangiato e avvicinato a molti. Con questo ha reso la comunità nazionale italiana ancor più ricca e forte e ha contribuito indiscutibilmente alla salvaguardia del suo futuro”, ha spiegato Massarotto interpretando, assieme ad Alessio Giuricin, alcune delle più belle e significative poesie in dialetto rovignese scritte dal Benussi.
Dignità a un patrimonio spesso trascurato
Alessio Giuricin, nel suo intervento, ha ribadito il fatto che attraverso l’organizzazione di un convegno, di giornate di studio, conferenze specialistiche o iniziative simili, magari con il contributo di autorevoli nomi della musicologia contemporanea, si potrebbe rendere omaggio alla figura di Benussi, rendendola in un contesto più ampio che includa anche altri autori e compositori istriani, restituendo così piena dignità e visibilità a un patrimonio culturale troppo spesso trascurato. Giuricin ha poi ricordato il Maestro con le seguenti parole: “Vlado Benussi è stato un uomo che ha dato tanto e che si dava generosamente agli altri. Sarà probabilmente questa la ragione perché lo sentiamo tutti un po’ nostro e che quando pensiamo a lui, sentiamo caldo al cuore. Grazie alla sua generosità e al suo instancabile lavoro ha lasciato un’eredità immensa a questa città, alla sua gente e alla nostra Comunità rendendole migliori. Grazie alle sue melodie e alle sue canzoni, che vivranno eternamente, rimarrà per sempre tra noi”.
La conferenza si è conclusa con l’auspicio di continuare su questi passi intrapresi, con lo scopo di mantenere vivo il ricordo Vlado Benussi, il custode e l’innovatore della tradizione musicale rovignese.

Foto: ROBERTA UGRIN
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