«Variazioni enigmatiche». Impossibilità di «assaggiare» appieno il sentimento

Gli attori del Dramma Italiano, Mirko Soldano e Aleksandar Cvjetković, hanno brillato sulla scena del nuovo «Dram(m)a centar dello Zajc»

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«Variazioni enigmatiche». Impossibilità di «assaggiare» appieno il sentimento

Uno spettacolo può definirsi riuscito se ottiene dei buoni voti dalla critica, oppure se il pubblico dimostra interesse per le repliche e se prendiamo in considerazione questi metri di valutazione, allora senza dubbio “Variazioni enigmatiche”, l’ultimo progetto portato sulla scena del “Dram(m)a centar dello Zajc” dal Dramma Italiano, è un’opera d’arte. A salutare gli attori e gli autori della piéce è stato un applauso prolungato accompagnato da grida di entusiasmo e approvazione, una standing ovation, un vero tripudio di fervore e partecipazione, il quale ha riempito la sala dell’ex magazzino dell’IVEX di Fiume. A brillare sulla scena del nuovo centro teatrale sono stati Mirko Soldano e Aleksandar Cvjetković, il quale ha dato vita a un personaggio per niente facile.

 

Una matassa da dipanare

Ma tornando all’inizio dello spettacolo, “Variazioni enigmatiche” sembra quasi un romanzo di Agatha Christie portato sulla scena, un incontro avvenuto nel passato, probabilmente negli anni Settanta o Ottanta. A collocare l’azione in un periodo moderno ma non contemporaneo, è la scenografia stessa nella quale si riconoscono un grammofono e una macchina da scrivere i quali potrebbero essere dei cimeli di un collezionista, ma se si valuta bene l’arredamento in stile anni Ottanta, è chiaro che abbiamo fatto un balzo nel passato. In questa dimora d’altri tempi, sperduta su un’isola deserta, vive lo scrittore e Premio Nobel per la Letteratura, Abel Znorko (Aleksandar Cvjetković), un misantropo che per anni, se non decenni, ha rifiutato tutti i contatti con il mondo esterno. Dopo la pubblicazione del suo ultimo romanzo, “L’amore inconfessato”, però, qualcosa cambia e Znorko accetta di incontrare il giornalista Erik Larsen (Mirko Soldano) per un’intervista. L’azione inizia con l’arrivo di Larsen e i tentativi di capire perché, dopo 20 libri di vari temi filosofici, Znorko abbia deciso di scrivere un romanzo epistolare d’amore, decisamente non nel suo stile. Le domande sono tante, le risposte poche e fuorvianti. Larsen è frustrato perché Znorko si rifiuta di collaborare, anche se ha accettato di fare l’intervista, non offre alcuna risposta concreta al giornalista.

Il giornalista Erik Larsen sta registrando l’intervista

L’autenticità del testo letterario

Il discorso verte, ovviamente, sulla produzione letteraria dello scrittore, il quale non sembra molto interessato a guadagnarsi i favori dei lettori e scrive esclusivamente per piacere personale. Chi è, dunque, a scrivere il romanzo epistolare? Znorko firma metà delle lettere, ma quelle scritte dalla donna, Eva Larmor, sono state scritte effettivamente da una sua amante, o sono frutto della fantasia dello scrittore? Znorko afferma: “La letteratura non balbetta l’esistenza, la sorpassa”, volendo affermare che con la semplice fantasia è possibile riprodurre situazioni e sentimenti autentici e vivi. Lo scrittore definisce Larsen uno stupido e tutta la categoria dei giornalisti dei “minorati della fantasia”. Larsen non si fa intimorire e insiste nel voler scoprire la verità, ma lo scrittore continua a ripetere che lui è un falsario celebre per le sue menzogne.

Due concezioni dell’amore

È veramente difficile proporre un’analisi dello spettacolo senza rivelare dettagli della trama che rappresentano i colpi di scena, ma possiamo dire che in sostanza “Variazioni enigmatiche”, piuttosto che un giallo con un reato e un assassino, è uno spettacolo che parla dell’amore e della solitudine, ovvero dell’impossibilità di vivere appieno il sentimento. Sicuramente un fattore importante in questa solitudine è anche la paura dell’intimità, che spinge uno dei personaggi a mantenere sempre rapporti superficiali e basati sul sesso piuttosto che su uno scambio profondo e a isolarsi non solo dal mondo ma anche e soprattutto dalla donna che ama. Znorko prova gusto a essere odioso, a insultare e minacciare gli altri. Considera l’amore solo come “degenerazione della sessualità”, un errore. Lo scrittore crede che l’amore si possa fare durare per sempre soltanto imponendo la separazione. Non riesce a sopportare la “crudeltà di una carezza” perché a parte il momento dell’orgasmo, le persone sono solo due solitudini accostate che non si possono mai congiungere. Preferisce essere tirannico anziché ordinario, perché prova ribrezzo verso tutto ciò che è normale, che rientra nella norma. Larsen, al contrario, considera l’amore come dolcezza, come presenza e condivisione, scambio quotidiano e vita comune. La grande passione travolgente viene abbandonata per un sentimento di dolcezza e affetto, moderato ma costante.

Il Nobel, Abel Znorko, si confessa

Il dolore della perdita

La vita su un’isola deserta è un sollievo per Znorko perché gli evita di essere fragile, gli permette di vivere una vita senza emozioni in cui i picchi di piacere si trovano nella “digestione facile e nel sonno profondo”. Un’esistenza di questo tipo mira esclusivamente alla ricerca del vuoto, uno stato senza passione, senza emozioni, senza alcun turbamento. E per non avere delusioni, per non vivere mai il trauma della perdita, del rifiuto, del dolore, è necessario allontanarsi anche dall’amore e da tutto ciò che ci lega agli altri. Sono sicuramente temi universali nei quali si possono riconoscere tutti gli spettatori. Chi non ha mai avuto paura di essere vulnerabile per timore di venire ferito? Chi non ha mai avuto una delusione d’amore? La maggior parte di noi, però, trova altri meccanismi di difesa e di superamento di questi stati. In fondo, anche il burbero Znorko, alla fine dello spettacolo, abbraccerà l’idea dell’amore, ma per scoprire come si arriverà a tanto, il lettore dovrà vedere la replica del 17 dicembre alle 19.30, oppure seguire il cartellone del 2022.

Inaugurazione ufficiale del Centro

In conclusione della serata, il sovrintendente dello “Zajc”, Marin Blažević, si è rivolto agli spettatori per dare loro un’altra volta il benvenuto al “Dram(m)a centar”, spiegando che “Variazioni enigmatiche” ha inaugurato ufficialmente la nuova sala teatrale, anche se vi si è già svolto lo spettacolo “Sia Cyrano, sia la bambina”.
“Abbiamo avuto qualche difficoltà anche a causa di un piccolo incendio che è scoppiato qualche giorno fa – ha illustrato Blažević –, ma ora siamo pronti a riprendere in quinta. Devo dire che in questi giorni, con tutte le prove e gli spettacoli che si stanno svolgendo sia qui, che allo ‘Zajc’, ho l’impressione che la pandemia non sia mai scoppiata. Abbiamo avuto ‘Eclissi’, il balletto della ‘Trilogia mediterranea’, il ‘Flauto magico’, ‘Romeo e Giulietta’, lo ‘Schiaccianoci’ e stiamo preparando ‘Baciami, Cate’. Gli attori sono fenomenali e in questo pezzo abbiamo avuto l’onore di vedere Neva Rošić nei panni della regista. Vi invito a seguirci sempre e a sostenere il Teatro con la vostra presenza”. In conclusione ha aggiunto che lo spettacolo “Variazioni enigmatiche” verrà proposto anche in lingua croata con Luka Dragić, nel ruolo di Erik Larsen. Dopo lo spettacolo gli ospiti interessati, accompagnati da Giulio Settimo e Renata Carola Gatica, rispettivamente direttore del Dramma Italiano e del Dramma Croato, hanno visitato gli uffici dei due ensémble e le sale per le prove.

Il numeroso pubblico nel “Dram(m)a centar dello Zajc”

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