«Variazioni enigmatiche». I punti oscuri della psiche

I due interpreti, Mirko Soldano e Aleksandar Cvjetković, raccontano in anteprima il progetto che verrà presentato domani negli spazi del «Dram(m)a centro dello Zajc»

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«Variazioni enigmatiche». I punti oscuri della psiche

Andrà in scena domani, alle ore 19.30, la premiere di “Variazioni enigmatiche”, il nuovo progetto del Dramma Italiano, con la regia di Neva Rošić e testo di Éric-Emmanuel Schmitt. Lo spettacolo segnerà il debutto del DI nello spazio “Dram(m)a centro dello Zajc” di Fiume. Abbiamo parlato con i due attori, Aleksandar Cvjetković e Mirko Soldano, per scoprire cosa si cela dietro a questo enigmatico titolo che promette un’analisi psicologica profonda.

 

Una piéce «enigmatica»

“Vorrei tanto parlare di questo spettacolo, ma devo tenermi sul vago per non ‘spoilerare’ qualcosa – ha dichiarato Soldano ridendo -. Non si tratta di un romanzo, ma di un testo nato per il teatro e che io definirei un thriller psicologico, anche se forse è una semplificazione riduttiva del genere. Per me è la prima volta che faccio un thriller a teatro e a differenza degli altri spettacoli non ci sono mai azioni forti, ma piuttosto un dialogo in cui piano piano si scoprono le vite dei due personaggi. Il primo è uno scrittore di chiara fama internazionale che si rifugia su un’isola deserta e poi ci sono io, il giornalista che viene a fargli delle domande. In realtà ognuno vuole delle cose dall’altro e queste informazioni si scoprono pian piano e riaffiorano dei segreti. Di mezzo c’è anche una donna, ma si capisce più avanti il rapporto in questo triangolo. La visione dell’amore dei due uomini in scena è molto diversa e varia dall’edonismo e dal sesso a posizioni più profonde. Poi queste posizioni si sviluppano e diventano anche filosofiche e fondamentalmente il fulcro della questione è: ‘A chi dici ti amo?’ Lo dici alla persona che sta davanti a te o lo dici a una parte di te? Lo stesso vale anche quando ci viene dichiarato l’amore. Il discorso si amplifica molto ma non resta soltanto filosofico e trova pure degli sbocchi molto concreti”.

“La dinamica sulla scena è molto tradizionale in quanto la regista non offre una lettura scenica molto personale e molto forte come sono quelle di Paolo Magelli, per fare un esempio – ha continuato Soldano -. Rošić sceglie di discutere queste idee e renderle più interiori, meno visibili allo spettatore, più psicologiche. La sua idea di regia è coerente col suo passato di pedagogista e di attrice ed è sempre stato così, anche vent’anni fa quando abbiamo collaborato a ‘Maratona di New York’. Lei non vuole sostituirsi al testo, ma vuole esprimere col materiale che il testo dà, l’analisi.

La scenografia è molto semplice, con un tavolo, delle sedie e un sofà, quasi come in uno studio psichiatrico. E in effetti i personaggi assumono a volte i ruoli dello psichiatra e del paziente, di amici o nemici, di idee contrapposte, ma anche due potenziali amanti. Una cosa che a mio avviso è che non abbiamo voluto sottolineare questi passaggi, ma abbiamo mantenuto la forma del dialogo serrato, senza atti e senza interruzioni, passaggi temporali o cambi di scena. Il bello è che lo spettacolo dà molti spunti ma non dà risposte, non c’è nessuna morale, ma porta a interrogarci su alcune questioni fondamentali della vita, come ad esempio la differenza tra menzogna e bugia. Il mio personaggio ad un certo punto è un po’ un impostore, ma il suo è un fine ultimo nobile, in quanto dice la verità. Quando questi due personaggi si incontrano, entrambi sono dei soldati dell’amore, ma le loro posizioni sono diverse. Entrambi scappano dalla vita reale, sono degli impostori, entrambi combattono, e quando si incontrano abbiamo uno scontro con due forze molto diverse, ma molto forti”.

Mirko Soldano

L’universalità dall’amore

Molto simile ma per certi versi anche discordante è la descrizione dei rapporti tra i due personaggi fornita da Aleksandar Cvjetković, il quale ha dovuto affrontare anche delle sfide personali e superare le insicurezze legate alla lingua. L’attore ha vissuto per anni in Italia e l’italiano è la sua seconda lingua tanto che oggi è membro sia del Dramma Croato che di quello Italiano. “Lavorare con Neva Rošić è stato molto bello non soltanto per la sua grande esperienza, ma anche per il modo in cui lei interpreta la regia e che combacia con il mio modo di vivere il teatro in quanto non è invasiva – ha esordito -. ‘Variazioni enigmatiche’ secondo me è un giallo con trappole psicologiche, che ha pure i suoi momenti di comicità, ma anche di profondità psicologica. Il tema principale, quello dell’amore, è un tema che occupa e preoccupa l’uomo da che mondo è mondo e per questo motivo penso sia universale. L’amore è condito anche dalla passione, dal dolore e dal tradimento. C’è poi un altro tema universale legato se non all’amore, almeno alla sessualità ed è quello dei dubbi sulla sessualità, che credo siano comuni alla maggior parte della popolazione. Non si tratta tanto di attrazione fisica che porta all’atto sessuale, quanto a un’intimità e a una complicità che spesso non riusciamo a sviluppare con l’altro sesso, ma nasce nelle nostre amicizie più intime.

Non vorrei parlare troppo del mio personaggio perché è impossibile definirlo bene senza rivelare alcuni elementi dello spettacolo che dovrebbero rimanere celati, in modo da causare l’effetto sorpresa alla loro scoperta. In ogni caso si tratta di un uomo un po’ pieno di sé, presuntuoso, un premio Nobel che ha una spessa corazza infrangibile. Tutta l’azione si svolge in una stanza con tre porte, però non per questo è povera, io la definirei piuttosto essenziale. Il mio personaggio, dunque, visto il carattere difficile, vive da solo, ha abbandonato il mondo e a malapena si sopporta.

Per me è stato abbastanza difficile riprendere in mano un copione in lingua italiana, perché ultimamente mi ero un po’ distanziato dall’italiano e avevo paura che avrei incontrato maggiori difficoltà. All’inizio il lavoro è stato sicuramente molto duro, ma penso che il risultato sia ottimo e che questa mia prima collaborazione con Neva Rošić abbia portato i suoi frutti”. Il team d’autore è composto, accanto alla regista e ai due attori, anche dalla scenografa Aleksandra Ana Buković, dalla costumista Sandra Dekanić, dal tecnico delle luci e assistente alla regia Marin Lukanović.

Aleksandar Cvjetković

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